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Il sogno infranto di Forte dei Marmi e la bellezza da rivestire

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Attualità

Il sogno infranto di Forte dei Marmi e la bellezza da rivestire

Quella striscia di terra, la Versilia e la perla Forte di Marmi, portano il sapore della vacanza, il sorriso della spensieratezza, la riservatezza che tutela chi è stanco di apparire, l'agio di chi invece vuole restare sotto le luci della ribalta. Per noi, che ci viviamo a un passo, la Versilia è da sempre l'angolo ove rincorrere i sogni quando si vuole trascorrere una giornata da ricordare: era il posto dove accompagnare la ragazzina su cui fare colpo, dopo aver chiesto l'auto in prestito a papà; era la spiaggia dove aspettare l'alba, dopo aver ballato una notte intera. È, ancora oggi, un luogo elegante dove portare a cena la famiglia per una ricorrenza speciale.
Nominare la Versilia accende ricordi in chiunque l'abbia frequentata.

Forse quella è la capacità che differenzia una località dalle altre: lasciare traccia nella memoria dei visitatori. A dire il vero, il nostro Paese trabocca di siti indimenticabili, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Chi vuole immergersi nelle vestigia della storia, chi vuole entusiasmarsi tra le vette, chi cerca svago tra le acque cristalline o sulle spiagge affollate, chi nella campagna verde e rigogliosa. L'Italia accontenta tutti e lo fa senza chiedere quasi mai il conto, sorridente e pronta a regalarci bellezza a non finire.

Adesso provate a chiudere gli occhi, e non certo per sognare, ma perché un vento impetuoso sta sollevando la sabbia che frusta il vostro viso. Il vento si fa sempre più teso, sradica alberi e scoperchia tetti. È sufficiente una notte di tempesta per mettere in ginocchio tutti i sapori di una terra unica, distesa sotto montagne aguzze che brillano del candore del marmo. È sufficiente una notte di tempesta per ricordare al Bel Paese che i conti vanno saldati. E sto parlando di conti fatti di rispetto, di tutele, di cautele e di stalle chiuse prima i che i guai dilaghino. Sto parlando di argini fatti di polistirolo, di allarmi mai dati, di montagne che si sciolgono perché qualcuno ha provveduto a estirpare alberi e radici, di muri fatti di Storia che si sfaldano sotto al peso dell'incuria. Bene, Italia mia, non so quanto ancora riuscirai a ricompensare con la tua bellezza il nostro menefreghismo.

Con l'Expo alle porte pare che la parola d'ordine sia «intercettare i flussi del turismo». Eppure nessuno ammonisce gli intercettatori che, senza rivestire la bellezza d'attenzioni, questa alla fine sfiorisce. E spesso lo fa in maniera traumatica e talmente dannosa da cancellare in una sola notte di tempesta, vite e angoli di paradiso.
Spesso, nei discorsi di chi frequenta le stanze dei bottoni, il turismo è rappresentato come panacea e ci ripetono che, grazie alle incomparabili attrattive nazionali, riusciremo persino a sconfiggere la crisi.

Avete mai pensato a una catena di montaggio capace di funzionare senza materie prime? A una miniera che sforna da sola oro zecchino in superficie? Non capisco perché continuiamo a trattare il nostro territorio – ricchezza di tutti e a buon mercato – come una mucca da latte da mungere senza mai occuparci di lei.
Il clima sta cambiando, questo è vero. È altrettanto vero che la nostra Italia sia una terra fragile e umiliata dalla noncuranza di chi la calpesta. Ciò che è accaduto in Versilia è solo l'ultimo atto di una commedia infinita fatta di emergenze continue. Quello che più mi stupisce è osservare l'ennesima espressione meravigliata di chi non si è accorto della furia dell'uragano perché troppo impegnato a «intercettare i flussi del turismo globale»…

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