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Falso in bilancio, il Governo presenta l’emendamento. Renzi:…

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da 3 a 8 anni per le societÀ quotate

Falso in bilancio, il Governo presenta l’emendamento. Renzi: pene aumentate e prescrizione raddoppiata

Dopo settimane di rinvii, come anticipato dal Sole 24 Ore di ieri, il viceministro per la Giustizia, Enrico Costa, ha finalmente presentato oggi l’atteso emendamento del Governo sul falso in bilancio al ddl anticorruzione all’esame della commissione Giustizia del Senato. Non è mancato un incidente di percorso: all’arrivo di Costa, i parlamentari del Pd risultavano assenti e il presidente della commissione Francesco Nitto Palma (Fi) ha deciso di sospendere la seduta per mancanza del numero legale. Costa ha dunque aspettato la ripresa della seduta per depositare formalmente l’emendamento ed è stato raggiunto dal Guardasigilli Andrea Orlando. Il termine per i subemendamenti è stato fissato a mercoledì alle 13. Ed è praticamente certo, ha detto Palma, lo slittamento alla prossima settimana dell’approdo in Aula.

Renzi: pene aumentate e prescrizione raddoppiata
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha subito twittato: «Contro corruzione proposte governo: pene aumentate e prescrizione raddoppiata. E l’Autorità oggi è legge con presidente Cantone». Proprio Raffaele Cantone oggi pomeriggio è stato ricevuto al Quirinale, insieme agli altri componenti dell’Anac, dal capo dello Stato Sergio Mattarella.

Orlando: «Rispetteremo i tempi per l’Aula»
«Ci sono tutte le condizioni per rispettare i tempi per l’Aula», ha commentato Orlando. «Il testo è equilibrato, efficace e incisivo e colma le lacune». Un testo, ha aggiunto, che ha sancito il passaggio «da un reato di danno a un reato di pericolo con aumento delle pene», che ha superato qualunque ipotesi di soglie di punibilità e che pur accogliendo le osservazioni che arrivavano dal mondo delle imprese non ha rinunciato all’impostazione di «contrasto serio del fenomeno della corruzione».

Contano i «fatti materiali rilevanti»
Le modifiche proposte dal Governo si concentrano su due aspetti: per le omissioni penalmente rilevanti si sostituisce alla nozione di «informazioni» quella sui «fatti materiali rilevanti». Per le società non quotate si chiarisce che la possibilità di archiviazione per tenuità del fatto si applicherà a tutte e non solo a quelle al di sotto dei limiti di fallibilità. Per queste ultime è invece previsto un limitato ritorno della procedibilità a querela, per il resto del tutto cancellata: nel caso di società con un reddito non superiore ai 300mila euro annui, il reato è procedibile solo a querela.

Pene da 3 a 8 anni per le società quotate
Resta dunque la pena della reclusione da 3 a 8 anni per le società quotate che commettono il reato di falso in bilancio esponendo consapevolmente nei bilanci e nelle comunicazioni sociali «fatti materiali rilevanti» non rispondenti al vero «al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto». Le società non quotate per gli stessi fatti vengono punite con la pena da 1 a 5 anni. Se le false comunicazioni sociali «sono di lieve entità, tenuto conto della natura e delle dimensioni della società e delle modalità o degli effetti della condotta» si applica la pena da 6 mesi a 3 anni di reclusione. Durante gli accertamenti è vietato l’utilizzo delle intercettazioni.

Grasso esulta: «Alleluja alleluja»
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha esultato per l’arrivo della proposta dell’Esecutivo che dovrebbe sbloccare l’iter del disegno di legge: «C’è una buona notizia. Alleluja, alleluja! Il famoso emendamento sul falso in bilancio è arrivato e questa è una novità importante». A margine della presentazione del libro “Quel segno sulla fronte” di Emilia Costantini, Grasso ha anche denunciato il rischio di traffico di esseri umani e di organi, in particolare per i tanti minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia.

M5S: «Non togliere il ddl dal calendario dell’Aula»
Alla vigilia della conferenza dei capigruppo che dovrà decidere se calendarizzare il testo per l’Aula questa settimana, come previsto, il capogruppo M5S a Palazzo Madama avverte: «Che nessuno pensi di togliere il ddl anticorruzione dall’Aula, nessuno faccia scherzi. Una legge anticorruzione è sempre più urgente, anzi diventa indispensabile dopo gli arresti di Incalza e altri. Sono 731 giorni - ha ricordato - che la legge è stata depositata e non è arrivata in Aula per responsabilità della maggioranza».

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