
Sulla ripresa, la linea del governo è chiara: i segali, per quanto timidi, ci sono, e vanno incoraggiatti proseguendo sulla strada delle riforme. Lo dice, in linea con il premier Renzi che lo ripete da giorni, anche il ministro dell’Economia: le aspettative positive «non sono solo del governo ma di tutte le istituzioni nazionali ed internazionali». Parlando al termine dell'esecutivo Abi, riunitosi oggi a Roma, Padoan ha invitato però a «non rilassarsi», e ad «insistere sulle riforme strutturali».
Da governo misure per rafforzare sistema bancario
Parole non casuali, quelle del ministro, perchè se la ripresa è alle porte, il sistema bancario diventa un elemento chiave per sostenere la crescita, anche alla luce della politica di Quantitive Easing messa in campo dalla Banca centrale europea. «La finestra macroeconomica che si è aperta in questi mesi è importante per la ripresa«, ha sottolineato il ministro, citando le ultime «importanti misure volte al suo rafforzamento del sistema bancario» varate dal governo negli ultimi mesi (vedi decreto banche popolari). Possibili a breve anche altre « misure che facilitino la ripresa lungo linee più normali dell'attività di credito, che è fondamentale per la ripresa».
Sofferenze, a breve una «soluzione leggera». Verso una bad bank
Tra i capitoli da definire, nell’agenda di palazzo Chigi dei prossimi mesi, c’è poi l’introduzione di una ”bad bank” italiana. Il Governo punta infatti a trovare una soluzione per permettere alle banche di ridurre la montagna di crediti in sofferenza che ha raggiunto la quota di 185 miliardi lordi a febbraio. «Stiamo valutando varie opzioni», ha spiegato il ministro, auspicando «misure anche regolatorie che possano facilitare le vendite di sofferenza, i tempi devono essere rapidi e se pensiamo a una soluzione leggera, i tempi saranno rapidi». Sul tema delle sofferenze il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, ha osservato: «Non chiediamo regali e privilegi ma attendiamo che siano rimosse le vecchie penalizzazioni che vengono da lontano e che riguardano il trattamento delle perdite sui crediti sui cinque anni».
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