
«Oggi ho incontrato Renzi e ho avuto un lungo colloquio. Ho anche telefonato a Mattarella, come è doveroso fare: ho comunicato loro che dopo l’informativa che farò domani in Parlamento rassegnerò le dimissioni. E credo che questo mio gesto rafforzerà l’azione del Governo». Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi (Ncd) ha scelto la registrazione di Porta a Porta per annunciare le sue dimissioni. E ha negato che sia stato il premier Matteo Renzi a chiedere il passo indietro. È lo stesso Renzi, però, in serata da Bruxelles a benedire la decisione: «La scelta di Maurizio è una scelta saggia, per sé, per Ncd, per il Governo». La nomina del successore potrebbe arrivare già lunedì.
È innegabile che il pressing di Palazzo Chigi andava avanti da giorni, dopo la bufera legata all’inchiesta Grandi Opere (che oggi ha portato alle dimissioni del presidente del Cda di Centostazioni Franco Cavallo), e dopo gli attacchi dell’opposizione, dal M5S alla Lega. Per Lupi ci sarebbe comunque già un incarico pronto: quello di capogruppo di Area popolare (Ncd-Udc) alla Camera, al posto di Nunzia De Girolamo.
Guerini: «Gesto da apprezzare»
Non è un caso che il passo indietro del ministro sia arrivato dopo un vertice con il premier Matteo Renzi, poco prima della partenza per Bruxelles, e con il ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano. E non è un caso che subito dopo l’annuncio sia arrivato il placet di Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd: «La decisione di Maurizio Lupi è un gesto politico da apprezzare. Un atteggiamento ragionevole e serio che dimostra la sua attenzione per le istituzioni. Avanti insieme per procedere senza esitazione a cambiare l’Italia e a renderla più giusta e competitiva». Sulla stessa lunghezza d’onda la vicesegretaria dem Debora Serracchiani: «Il ministro Lupi ha dimostrato
sensibilità istituzionale e cognizione dell’opportunità politica». Segnali precisi della volontà del premier e della maggioranza si erano d’altronde materializzati in conferenza dei capigruppo: M5S e Sel avevano ritirato la loro richiesta di un’informativa per accelerare il voto sulla mozione di sfiducia presentata congiuntamente e fissata per martedì, ma la richiesta era stata raccolta e ripresentata dalla maggioranza. «Evidentemente ha già sfiduciato Lupi», aveva commentato Arturo Scotto, capogruppo di Sel.
Alfano: decisione da uomo perbene e onesto
Plauso anche da Alfano: «La decisione del ministro Maurizio Lupi è da uomo delle istituzioni perbene e onesto. In lui l’uomo e il politico coincidono per correttezza e linearità». Il ministro dell’Interno promette la totale vicinanza di Ncd: «Lupi non si dimette da politico. Farà politica, se possibile, con più forza e determinazione. Insieme a noi. Come sempre». È stato lo stesso Lupi a chiarire come il passo indietro che ufficializzerà domani «non vuol dire ritirarsi dalla politica, perché si può fare politica come semplice parlamentare, ma è un gesto che può rafforzare l’azione del Governo e l’idea di politica a cui sono stato abituato».
Lupi: «Renzi mi ha detto: “È una tua decisione”»
«Renzi non mi ha chiesto le dimissioni» né come presidente del Consiglio né come segretario del Pd, ha però insistito Lupi, precisando di non aver visto nel premier un atteggiamento garantista, «perché non si può essere garantisti in presenza di una vicenda giudiziaria che qui non c’è. Renzi mi ha detto: “Non ti chiedo le dimissioni perché non posso chiedertele e non te le chiederò”».
«Tenete mio figlio fuori»
«La cosa migliore è che io mi assuma tutte le mie responsabilità ma salvaguardi la mia famiglia», ha aggiunto Lupi, chiedendo di tenere fuori suo figlio dalla vicenda: «Attaccate me ma lasciate stare mio figlio. Mio figlio è stato mandato dal politecnico di Milano a fare sei mesi di tesi e di stage a tremila dollari al mese e per sei mesi lavora presso uno studio di San Francisco». Proprio sulla segnalazione del figlio Luca da parte dell’ex superdirigente del ministero, Ercole Incalza, all’ingegnere Stefano Perotti, ritenuto dagli inquirenti il pilastro del sistema di potere e di tangenti che ruotava attorno alle grandi opere, Lupi è sbottato: «Ma perché dovrei chiedere a Incalza di fare pressioni su Perotti per raccomandare mio figlio se avrei potuto chiamarlo direttamente?». Quello che avrebbe chiesto a Incalza sono «suggerimenti per Luca, non delle consulenze: poi se Incalza chiama Perotti ma questo non può essere addebitato a me». Il ministro ha anche raccontato la questione del rolex regalato da Perotti a Luca: «Mio figlio ha ricevuto un regalo per la sua laurea da un amico: io non mi sono sentito di dire al ragazzo restituisci l’orologio, non lo so, forse ho sbagliato».
«Governo non è monocolore Pd»
Lupi non ha rinunciato a inviare un avvertimento sugli scenari che si aprono ora. A Vespa che gli chiedeva dell’eventualità che il ministero delle Infrastrutture fosse affidato a un esponente dem ha risposto: «Credo sia interesse del presidente del Consiglio Renzi e del Pd non indebolire il Governo che non è un monocolore Pd. Domani sera ci siamo dati appuntamento con Matteo per discutere con me e Alfano come non bloccare l’azione del
Governo».
De Girolamo: Ncd esca dal Governo
La linea, dunque, dovrebbe essere quella di un rimpasto. Anche se Nunzia De Girolamo a “Otto e mezzo” prende le distanze: «Da domani le cose si complicano, cambiano gli equilibri. Io confermo la mia posizione: uscirei dal Governo. Ncd non può essere un partito che è utile quando Berlusconi si tira indietro ma che quando un suo ministro commette una leggerezza, non è più utile e Lupi si deve dimettere, invece altri sottosegretari indagati restano al loro posto».
Di Battista (M5S): «L’Italia di Renzi resta corrotta»
Le opposizioni incassano il risultato delle dimissioni e rilanciano. «Lupi si dimette. Il M5S, che ha portato il caso Incalza in Parlamento 8 mesi fa, ha fatto il suo dovere. Ha costretto alle dimissioni un ministro potentissimo», scrive su facebook il deputato M5S Alessandro Di Battista. Che aggiunge: «Dobbiamo essere vigili e non abbassare la guardia, mai. Perché l'Italia di Renzi, con o senza Lupi, è ad oggi il Paese più corrotto d’Europa».
Salvini (Lega): «Si dimettano anche Renzi e Alfano»
«A me non basta, sarebbero Renzi e Alfano a doversi dimettere», ha commentato il segretario della Lega Matteo Salvini. E il capogruppo di Sel Scotto, dopo aver segnalato come sia «davvero singolare che il ministro Lupi annunci le proprie dimissioni in una nota trasmissione televisiva e non davanti al Parlamento», chiede chiarimenti a Renzi: «Le dimissioni di Lupi determinano nella maggioranza e nel Governo cambiamenti talmente profondi che sarà necessario che il presidente del Consiglio si rechi al Quirinale. È evidente che quando salta un ministro come Lupi, salta anche la maggioranza di Governo».
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