
È legge il decreto che riforma le banche popolari: il Senato ha votato la fiducia posta dal Governo con 155 sì e 92 no. Il dl era stato licenziato dalle commissioni Finanze e Industria di Palazzo Madama senza ulteriori modifiche rispetto al testo approvato dalla Camera. L’annuncio della fiducia è stato dato in assemblea dalla ministra Maria Elena Boschi. E ha suscitato immediate proteste da parte delle opposizioni.
Boschi: «Faccio il mio lavoro»
Davanti alle allusioni delle opposizioni sul presunto conflitto di interessi della ministra (figlia di Pier Luigi, vicepresidente di Banca Etruria, commissariata), Boschi non si è scomposta: «Il ministro ai Rapporti con il Parlamento fa il suo lavoro. Le contestazioni ci sono tutte le volte che noi mettiamo la fiducia, ormai ci siamo abituati».
Le novità su popolari e portabilità conto corrente
Il decreto modifica innanzitutto la governance delle banche popolari, prevedendo la trasformazione in Spa delle nove maggiori (con attivo superiore a 8 miliardi) e il superamento del voto capitario in assemblea. Alla Camera è stato inoltre introdotto per la prima volta un termine temporale per il cambio di conto corrente: la portabilità dovrà avvenire al massimo entro 12 giorni lavorativi e dovrà essere gratuita. Le nuove norme prevedono anche multe da 5.160 euro a 64.555 euro per chi svolge «funzioni di amministrazione o di direzione» ma anche per i «dipendenti inadempienti».
Agevolazioni per le Pmi innovative
Il provvedimento contiene inoltre misure per le piccole e medie imprese, definendo il concetto di Pmi «innovativa» ed estendendo parzialmente alle Pmi le norme sulle start up innovative.
Baretta (Mef): sui criteri per popolari Spa «dibattito aperto»
Nella replica in Aula, rispondendo a un intervento di Paola Pelino (Fi), il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha precisato che il dibattito sui criteri per la trasformazione in Spa delle popolari «è e resterà aperto»: «È ragionevole dire che non sono temi accantonati. Noi oggi scegliamo una soluzione ma non consideriamo aprioristicamente di togliere dalla riflessione futura altri criteri, come quello delle quotate». Rispondendo poi al senatore Federico Fornaro (Pd), Baretta ha detto che
il Dl banche non limita di voto del 5% per le popolari che si trasformano in Spa «a 24 mesi, bensì consente che per i primi 24 mesi venga adottato con maggioranza qualificata». Infine, Baretta ha condiviso la speranza di Massimo Mucchetti (Pd) sulla reazione delle popolari a rischio “scalata”, auspicando che «i 18 mesi assegnati a cui si sovrappongono i 24 per la soglia del diritto di voto siano ben utilizzati dal sistema delle popolari per rendere più maturo il sistema e più competitivo per le sfide che ci attendono».
M5S: vero intento è mettere dare banche agli speculatori
Convinto il voto contrario al decreto del Movimento Cinque Stelle. «Il vero intento del dl è mettere alcune nostre banche popolari nelle mani degli speculatori finanziari o salvarne altre», ha detto la senatrice Laura Bottici. «Infatti l’obbligo di trasformazione in Spa colpirà solo le banche popolari con un attivo superiore agli 8 miliardi».
Salvini (Lega): nel Governo conflitti d’interesse
«Nel Governo ci sono alcuni conflitti di interesse da risolvere», attacca Matteo Salvini (Lega), ospite in serata a Ballarò, sempre a proposito della ministra Boschi. «C’è una indagine della Consob aperta sulle banche. Non so se è corretto che ci sia un ministro che ha un papà che lavora in banca mentre il governo fa un provvedimento sulle banche».
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