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Confindustria: Pil verso +0,2% nel primo trimestre

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il rapporto congiuntura flash

Confindustria: Pil verso +0,2% nel primo trimestre

Il Pil italiano «viaggia verso un +0,2% nel primo trimestre». È la previsione del Centro studi di Confindustria, che spiega come la stima sia «negativamente influenzata dall'inciampo della produzione industriale a gennaio (che potrebbe, però, essere ribaltato a febbraio)». La produzione industriale è stimata in salita dello 0,4% in febbraio (variazione prudenziale), dopo il -0,7% in gennaio, attribuibile soprattutto a fattori di calendario : ciò renderebbe nulla la variazione acquisita per il I trimestre. Sono i dati contenuti nel rapporto Congiuntura Flash del Centro Studi Confindustria.

CsC: cresce indice fiducia imprese
L'indice di fiducia delle imprese (Istat) in febbraio è salito di 3,3 punti su gennaio (a 94,9, +7,0 punti in 2 mesi). «Le attese di ripresa dell'economia italiana - afferma il Centro studi di Confindustria - trovano conferma nell'incremento della diffusione di variazioni positive nell'attività e nelle vendite. Seppure ancora contenuta, si è ampliata negli ultimi tre trimestri la quota di settori manifatturieri che registrano variazioni positive di produzione e fatturato».

Con Jobs act più assunzioni a tempo indeterminato
Secondo il CsC anche l'occupazione ha dato «segnali di ripartenza già nel 2014 e avanzerà in presa diretta con la congiuntura; ciò aiuterà le famiglie a liberarsi dall'incertezza causata dalla crisi». Non solo. Nei prossimi mesi le nuove norme sul contratto a tutele crescenti, in vigore dal 7 marzo, insieme agli sgravi contributivi validi da gennaio «sosterranno le ssunzioni a tempo indeterminato». A gennaio, si sottolinea, «il numero di persone occupate è rimasto sostanzialmente stabile (+11mila unità su dicembre), dopo il miglioramento nel 2014 (+56mila unità sul 2013) concentrato al Centro e al Nord, più rapidi a rispondere ai cambiamenti congiunturali».

Le cause esogene della ripresa
Per il CsC, «potenti spinte esterne hanno rimesso in moto l'Eurozona e l'Italia». In particolare: gli effetti di euro più debole, tassi ridotti e prezzo dimezzato del petrolio iniziano a essere ben visibili negli indicatori; alcuni dei quali sono al top da quattro anni. La ripresa accelera man mano che quelle spinte aumentano la fiducia e modificano le decisioni di spesa. E si consolida attraverso la sua stessa diffusione sia tra le nazioni dell'Area euro sia tra i territori e i settori dell'economia nazionale, dove aumenta la quota di quelli che registrano incrementi di produzione e fatturato, anche interno».


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