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Dalla morte di Meredith più di sette anni di processi e colpi di scena

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Attualità

Dalla morte di Meredith più di sette anni di processi e colpi di scena

È un lunga e complessa vicenda giudiziaria quella innescata la mattina del 2 novembre 2007 dal ritrovamento del cadavere di Meredith Kercher nella casa di via della Pergola a Perugia. Per l'omicidio della ventiduenne ragazza inglese, avvenuto la sera prima, il 6 novembre finiscono in carcere Amanda Knox, studentessa ventenne americana di Seattle, Raffaele Sollecito, ventiquattrenne laureando in ingegneria fidanzato da due settimana con lei, e Patrick Lumumba, musicista e gestore del pub in cui lavora Amanda. Contro Lumumba ci sono le dichiarazioni a verbale di Amanda, ma l'uomo dice che quella sera è rimasto nel suo locale e la circostanza viene confermata da un professore universitario. Il 20 novembre sarà scarcerato.

Nello stesso giorno, in Germania, viene arrestato l'ivoriano Rudy Guede che il 6 dicembre viene trasferito in Italia. Passa quasi un anno, si arriva al 18 ottobre 2008: il gup di Perugia, accoglie la richiesta dei pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi e rinvia a giudizio Amanda e Raffaele per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Rudy Guede, che ha scelto il rito abbreviato, e' condannato a 30 anni per concorso in omicidio.
Il processo a Knox e Sollecito inizia il 18 gennaio 2009 davanti alla Corte di Assise di Perugia.

Il 5 dicembre dello stesso anno i giudici, escludendo le aggravanti, condannano in primo grado Amanda a 26 anni di carcere e Raffaele a 25. La corte d'Assise d'Appello perugina, a fine mese, riduce invece da 30 a 16 anni la pena inflitta a Guede con la concessione delle attenuanti generiche. La pena diventera' definitiva in Cassazione.

Il 24 novembre 2010 si apre invece il processo d'appello per Amanda e Raffaele.

Il 4 ottobre 2011, per i due imputati arriva l'assoluzione «per non avere commesso il fatto». La Corte d'Assise d'Appello di Perugia dispone la scarcerazione immediata. Fondamentale la nuova perizia, chiesta dalle difese e accordata dai giudici, sul Dna trovato sul gancetto del reggiseno di Meredith e attribuito a Sollecito e sulla presunta arma del delitto che smonta l'attendibilita' degli accertamenti svolti.

Il 26 marzo 2013 però la Cassazione annulla con rinvio le assoluzioni. Il processo di rinvio non può tornare a Perugia, per competenza si terrà davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Firenze. La Suprema Corte conferma e rende definitiva anche la condanna a tre anni nei confronti della Knox per la calunnia nei confronti di Lumumba. Tre anni che l'americana di Seattle ha già scontato con la custodia cautelare nel carcere di Capanne a Perugia.

Si arriva così al 26 novembre 2013: il procuratore generale Alessandro Crini, dopo una durissima requisitoria, chiede 30 anni per la Knox e 26 per Sollecito.

Il verdetto arriva il 29 aprile: la corte condanna a 28 anni e sei mesi Amanda e a 25 Raffaele. Per lui viene anche disposto il divieto di espatrio.

Si torna nuovamente a Roma, davanti alla quinta sezione della Suprema Corte il procuratore generale della Cassazione Mario Pinelli al termine della sua requisitoria chiede la conferma delle condanne, con una riduzione di tre mesi per ciascuno per la prescrizione di un reato minore.

Parlano le parti civili, poi la difesa di Amanda. L'udienza viene aggiornata a questa mattina. Nella loro arringa gli avvocati di Sollecito Giulia Bongiorno e Luca Maori tornano a insistere sulla presunta inattendibilità dei rilevamenti svolti sul Dna trovato su gancetto e coltello. Quindi l'inizio dell'ennesima lunga attesa fino al verdetto.

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