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Inchiesta Ischia, l’ira di D’Alema: «Denuncerò…

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giustizia

Inchiesta Ischia, l’ira di D’Alema: «Denuncerò chi dice il falso, la legge tuteli i non indagati»

Quello che sta accadendo «mi costringe a denunciare, cosa che cominceremo a fare da oggi, quanti organi di stampa, televisioni e radio, singoli giornalisti, si sono esercitati a dire cose false e palesemente diffamatorie». Lo ha detto Massimo D'Alema in relazione alle notizie che lo riguardano pubblicate sull’inchiesta di Ischia. E ha aggiunto: «Non sono indagato. Questo episodio conferma quanto sia urgente ciò che dice oggi il vicepresidente del Csm, e cioé che occorre un intervento legislativo per la onorabilità delle persone che non sono indagate, che vengono chiamate in causa per vicende cui sono del tutto estranei, con evidente esclusivo scopo di promuovere delle campagne diffamatorie».

Scontro D'Alema-cronista: mi dia il nome, la denuncio
E' scontro - secondo quanto si vede in un video pubblicato tra l'altro su La Repubblica.it - tra l'ex premier Massimo D'Alema e un giornalista del programma di Rai Due “Virus”, Filippo Barone. «Lei ha detto che ho venduto il vino durante una convention del Pd, come si chiama lei, scusi? Devo trasmettere al mio avvocato questa informazione. La prego di mandare questa registrazione, avrà una denuncia». Il contesto è un convegno della Fondazione Italianieuropei, a Bari, al termine del quale, inevitabilmente, D'Alema è stato subissato da domande relative alle intercettazioni emerse nell'ambito dell'inchiesta di Ischia.

Legali D’Alema: del tutto estraneo, quereliamo
Gli avvocati Guido Calvi e Gianluca Luongo hanno comunicato in una nota di aver ricevuto mandato da Massimo D'Alema di tutelare la sua onorabilità in sede sia civile che penale. D'Alema, si legge in una nota, «non ha personalmente ricevuto alcunché dalla cooperativa CPL Concordia, né direttamente né indirettamente. La CPL Concordia ha acquistato copie del libro `Non solo euro´ in occasione di una manifestazione politica in vista delle consultazioni elettorali europee del 2014 e, nell'arco di un biennio, circa 2.000 bottiglie di vino dell'azienda agricola della famiglia del Presidente D'Alema, regolarmente fatturate e pagate con bonifici a quattro mesi di distanza dalla fornitura. Infine la CPL Concordia ha effettuato, in tre diverse annualità, finanziamenti del tutto leciti alla Fondazione Italiani Europei, che notoriamente non è una fondazione personale dell'onorevole D'Alema ma un istituto che egli presiede e dirige, politicamente e culturalmente, a titolo del tutto volontario, senza beneficiare né direttamente né indirettamente dei contributi che la stessa riceve per la sua attività».

L’inchiesta di Ischia
Nell’inchiesta portata avanti dalla procura di Napoli sono finite agli arresti il sindaco di Ischia, Giuseppe “Giosi” Ferrandino (Pd) ed altre 8 persone - tra cui il responsabile delle relazioni istituzionali della cooperativa modenese Cpl, Francesco Simone - per presunte tangenti pagate per aggiudicarsi appalti pubblici nell’isola campana. Nel mirino degli investigatori un sistema di tangenti versate a pubblici ufficiali.

L’ordinanza del gip
Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip cita anche l'acquisto da parte della cooperativa modenese di «alcune centinaia di copie dell'ultimo libro» di Massimo D'Alema «nonché alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da una azienda agricola» riconducibile allo stesso ex premier. Contatti che D'Alema, non indagato, definisce del tutto «trasparenti» perché non gli hanno portato alcun beneficio. L'indagato Simone suggerisce di «investire» nella sponsorizzazione della Fondazione ItalianiEuropei di cui D'Alema è fondatore e presidente. I pm della procura di Napoli stanno valutando l'opportunità di interrogare l'ex presidente del consiglio come persona informata dei fatti.

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