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Mafia capitale, Cassazione conferma carcere per Buzzi, Odevaine e Panzironi

Restano in carcere Salvatore Buzzi, Luca Odevaine e Franco Panzironi tre dei principali indagati nell'inchiesta Mafia Capitale. Lo ha deciso la Cassazione che ha confermato l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. La Suprema Corte ha respinto anche la maggior parte dei ricorsi di altri 17 indagati. Le difese contestavano l'applicazione delle misure cautelari e anche il capo di imputazione dell'associazione mafiosa formulata a carico di Salvatore Buzzi e di Franco Panzironi, e di alcuni degli altri indagati, escluso Luca Odevaine, accusato di corruzione semplice.

Cassazione conferma carcere per Buzzi, Odeavaine e Panzironi
La Cassazione ha confermato l'impianto accusatorio per l'inchiesta su Mafia capitale. In particolare, la sesta Sezione penale ha convalidato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Buzzi, il presidente della cooperativa '29 Giugno' , nei confronti di Luca Odevaine, ex capo della Polizia provinciale di Roma ed ex vicecapo di gabinetto di Veltroni in Campidoglio (nonché ex membro del tavolo di coordinamento nazionale al Viminale sull'accoglienza ai rifugiati) e per Franco Panzironi, ex ad dell'Ama. Tutti e tre restano, dunque in carcere come aveva stabilito il Tribunale del Riesame di Roma il 17 dicembre 2014. Odevaine è indagato per corruzione, mentre per Buzzi e Panzironi Piazza Cavour ha confermato che sussiste l'aggravante della matrice mafiosa.

La difesa di Buzzi
Detenuto attualmente in Sardegna, Buzzi, lo scorso 31 marzo, nel corso di dichiarazioni spontanee ai magistrati aveva negato «di essere un corruttore o un corrotto». Il “Re delle
cooperative”, ritenuto dalla procura di Roma una delle pedine essenziali di Mafia Capitale, in un colloquio a senso unico con gli inquirenti della capitale, fatto cioé di dichiarazioni
spontanee, ha dato una propria chiave di lettura dei fatti per i quali, dallo scorso dicembre e con l'accusa di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso, è detenuto.
Una versione, quella fornita oggi da Buzzi, che non ha convinto i magistrati che lo considerano il braccio destro dell'ex terrorista nero Massimo Carminati (detenuto nel carcere di Parma), per gli inquirenti dominus di “Mafia Capitale”.

Odevaine ammette: «Buzzi mi pagava, avevo ruolo di facilitatore»
Luca Odevaine ha invece ammesso di aver preso soldi da Salvatore Buzzi, spiegando che per lui svolgeva «un ruolo di facilitatore». Lo ha fatto nel corso di dichiarazioni spontanee ai pm di Roma. Lo scorso 27 marzo, per oltre quattro ore Odevaine, nel carcere piemontese dove si trova detenuto da alcuni mesi, ha ricostruito il suo ruolo svolgeva per l'organizzazione criminale. Nel suo racconto l'indagato, finito in carcere con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, ha voluto porre dei paletti, in primo luogo nel ruolo che svolgeva presso il Tavolo per l'emergenza immigrazione. «Si trattava di una struttura - ha spiegato - di natura meramente tecnica e operativa. In sostanza in quella sede non si prendeva alcuna decisione di tipo politico».

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