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Il ministero degli Esteri turco: inaccettabile il Papa sul genocidio degli…

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bergoglio: «la chiesa deve parlare con franchezza»

Il ministero degli Esteri turco: inaccettabile il Papa sul genocidio degli armeni

Durante la messa per gli armeni celebrata ieri da papa Francesco «la storia è stata strumentalizzata per fini politici». Lo afferma una dura nota del ministero degli Esteri turco diffusa dall'ambasciata di Turchia presso la Santa Sede, che giudica «inaccettabile» quanto detto dal Papa sul «genocidio» degli armeni. Parlare di genocidio degli armeni è «una calunnia», è scritto nella nota. «Il genocidio è un concetto giuridico, le rivendicazioni non soddisfano i requisiti di legge; anche se si cerca di spiegarle sulla base di una diffusa convinzione, restano calunnie». E dopo il richiamo dell'ambasciatore presso la Santa Sede, la Turchia non esclude nuove misure contro il Vaticano, come ha dichiarato il ministro degli esteri Mevlut Cavusoglu.

Il Gran Mufti Mehmet Gormez, la principale autorità religiosa islamica sunnita turca, si è allineato sul governo di Ankara criticando a sua volta il Papa per le dichiarazioni sul genocidio armeno a suo parere «senza fondamento» e ispirate da «lobby politiche e ditte di relazioni pubbliche».

Papa: la Chiesa deve parlare «con franchezza»
«Il cammino della Chiesa è quello della franchezza: dire le cose, con libertà». All'indomani dell'«incidente diplomatico» con la Turchia, Papa Francesco, nell'omelia pronunciata alla Domus Santa Marta ha detto che per i cristiani, come sperimentarono gli Apostoli dopo la Risurrezione di Gesù, non ci sono alternative a dire anche le verità scomode: «lo Spirito Santo - ha spiegato - è capace di cambiare il nostro atteggiamento, la storia della nostra vita e darci coraggio».

La celebrazione di ieri, nel centenario del martirio armeno
«Cari fedeli armeni, oggi ricordiamo con cuore trafitto dal dolore, ma colmo della speranza nel Signore Risorto, il centenario di quel tragico evento, di quell'immane e folle sterminio, che i vostri antenati hanno crudelmente patito. Ricordarli è necessario, anzi, doveroso», perché «nascondere o negare il male è come lasciare che una ferita continui a sanguinare senza medicarla!». Così Papa Francesco, ieri mattina, durante la celebrazione nella Basilica Vaticana della messa per il centenario del genocidio, ha ricordato il «martirio» armeno. Nel pomeriggio, la dura reazione delle autorità turche, che dopo aver convocato il nunzio apostolico ad Ankara, hanno deciso di ritirare il proprio ambasciatore presso la Santa Sede per protesta contro le parole del Pontefice, ritenute offensive.

Papa: in corso genocidio cristiani, nell'indifferenza
Dopo aver ricordato quello che gli storici considerano il primo genocidio del XX secolo, nel corso del quale «furono uccisi vescovi, sacerdoti, religiosi, donne, uomini, anziani e persino bambini e malati indifesi», Papa Bergoglio ha citato le stragi di innocenti perpetrate dal nazismo e dallo stalinismo e altri stermini di massa recenti « come quelli in Cambogia, in Ruanda, in Burundi, in Bosnia». Poi, un passaggio drammatico sulle stragi di cristiani che sempre più spesso occupano le cronache. «Anche oggi - ha ricordato il Papa - stiamo vivendo una sorta di genocidio causato dall'indifferenza generale e collettiva, dal silenzio complice di Caino che esclama: “A me che importa?”; ”Sono forse io il custode di mio fratello?”».

«L’uomo non ha ancora imparato che la guerra è un’inutile strage»
Per il Pontefice «pare che la famiglia umana rifiuti di imparare dai propri errori causati dalla legge del terrore; e così ancora oggi c'è chi cerca di eliminare i propri simili, con l'aiuto di alcuni e con il silenzio complice di altri che rimangono spettatori». L’umanità non ha « ancora imparato che «la guerra è una follia, una inutile strage», ha aggiunto Papa Bergoglio citando Benedetto XV.

Autorità turche convocano ambasciatore vaticano
Le parole del Papa hanno avuto conseguenze diplomatiche, dal momento che l’eccidio del popolo armeno, ovvero la deportazione ed eliminazione sistematica di armeni negli anni 1915-1916 da parte dell’Impero Ottomano ancora oggi non viene riconosciuto dal governo turco. La prima mossa delle autorità turche, a poche ore dal discorso del Pontefice, è stata quella di convocare al ministero degli Esteri l'ambasciatore del Vaticano in Turchia, il nunzio apostolico Antonio Lucibello.

Nel pomeriggio Ankara richiama il suo diplomatico in Vaticano
Fonti diplomatiche turche hanno poi precisato che Ankara ha espresso al Vaticano «profondo rincrescimento e disappunto» per le dichiarazioni di Papa Francesco. Nel pomeriggio l’ulteriore strappo di Ankara, che ha deciso di richiamare in patria il proprio ambasciatore presso la Santa Sede per protestare in maniera plateale contro il richiamo fatto da Papa sul genocidio degli armeni.

Il premier turco, Ahmet Davutoglu, ha definito le parole di Papa Francesco sul «genocidio» degli armeni «inappropriate» e «faziose». «Leggere quelle vicende dolorose in modo fazioso è inappropriato per il Papa e per l'autorità che rappresenta», ha tuonato il premier in tv poche ore dopo il richiamo dell'ambasciatore presso la Santa Sede.

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