Italia

Italicum, resa dei conti alla Camera. Napolitano: «Non si…

  • Abbonati
  • Accedi
mercoledì la riunione del gruppo pd

Italicum, resa dei conti alla Camera. Napolitano: «Non si può tornare indietro»

Resa dei conti finale sull’Italicum, questa settimana. Mercoledì si terrà la riunione del gruppo Pd, convocata dopo la richiesta di modificare la legge elettorale avanzata da un’ottantina di deputati dem su 310.

Napolitano: «Non disfare ciò che è stato costruito»
Un placet autorevole è arrivato dall’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha invitato a «non disfare quello che è stato faticosamente costruito». «Non si può tornare indietro», ha ammonito Napolitano. «Guai se si piomba in un ricominciamo da capo». Il senatore a vita ha ricordato la genesi del Mattarellum: «Fu elaborata e discussa in pochi mesi, perché ci fu un clima di collaborazione e la consapevolezza del fatto elementare che la legge elettorale non può che essere che una legge di compromesso. Così fu la legge Mattarella, che ha funzionato in maniera eccellente». Liquidarla «è stato un gravissimo errore».

Tensioni nel Pd, domani si riunisce Area riformista
La tenuta del gruppo Pd sarà decisiva, numeri alla mano, per l’approvazione dell’Italicum. Il capogruppo Fi alla Camera, Renato Brunetta, scommette che 100 deputati dem non la voteranno, e preannuncia la sua richiesta di voto segreto per tendere un tranello al premier e segretario Pd Matteo Renzi. Domani mattina si svolgerà una riunione di Area Riformista, la componente del capogruppo Roberto Speranza, che la scorsa settimana ha diffuso l’appello di 80 deputati, chiedendo un paio di modifiche (via i capilista bloccati, possibilità di apparentamento al ballottaggio).

I numeri necessari
L’incognita è cosa accadrà mercoledì all’assemblea del gruppo. La maggioranza dei deputati dem è a favore della approvazione dell'Italicum senza modifiche, e chiederà alle minoranze di adeguarsi. Qualcuno, come Stefano Fassina, ha già risposto picche. E la defezione di una decina di deputati certo non spaventa, visto che i partiti che sostengono la legge (Pd, Ap, Sc, Pi-Cd, Svp,) hanno circa 380 voti, ben oltre la maggioranza assoluta che alla Camera è a quota 316.

Lo scoglio dell’esame in commissione
Il primo scoglio sarà l’esame in commissione Affari costituzionali, dove venerdì saranno depositati gli emendamenti e dove siedono ben dieci esponenti della minoranza. Qualcuno ha già fatto sapere che chiederà di essere sostituito. Qualcun altro, come Alfredo D’Attorre, ha intimato a Renzi di «sgombrare il campo» dall’ipotesi fiducia, «altrimenti da parte mia non ci sarà alcun passo indietro in commissione». A quel punto in caso di rottura dovrà essere il capogruppo a rimpiazzarlo d’imperio.

© Riproduzione riservata