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Diaz, il poliziotto del G8 su Facebook: «Lo rifarei mille…

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la polizia avvia un’azione disciplinare

Diaz, il poliziotto del G8 su Facebook: «Lo rifarei mille volte». Renzi: «Parole inaccettabili»

«Io sono uno degli 80 del VII Nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte». Non lascia spazio a equivoci il messaggio lasciato su una pagina Facebook da Fabio Tortosa,nome che coincide con quello di uno dei poliziotti che assaltarono la Diaz durante il G8 di Genova del 2001. Tantissimi i commenti, alcuni contro: «Ok, quantomeno non ti nascondi come gli altri topi codardi dei tuoi colleghi. Detto questo, sei una m..... Tu e le altre 79 bestie. Punto».

Pagina oscurata e non più raggiungibile
La pagina Facebook di Fabio Tortosa, che si presentava come uno dei poliziotti del blitz alla scuola Diaz, è stata oscurata nel pomeriggio e non è più raggiungibile. La data del post è quella del 9 aprile, dunque subito dopo la condanna all’Italia della Corte europea per i diritti umani di Strasburgo per i fatti della Diaz. Secondo la Corte le forze dell'ordine italiane torturarono i manifestanti, sorpresi nel sonno e massacrati. Fabio Tortosa scrive che era nel VII Nucleo, il gruppo sperimentale antisommossa che fu protagonista dell'irruzione alla Diaz di Genova sotto il comando di Michelangelo Fournier, che definì in aula quell'operazione un atto di «macelleria messicana».

Renzi: parole poliziotto inaccettabili
Il premier Matteo Renzi, in serata a Genova, ha definito «inaccettabili» le parole scritte su Facebook dal poliziotto, perché «quello che è accaduto a Genova, rimarrà una ferita incancellabile». Poi è tornato sulle violenze alla scuola Diaz per dire «no a capri espiatori», tanto più che ancora non è stata fatta «chiarezza fino in fondo» sulle «responsabilità politiche di chi ha gestito quella vicenda». E dopo la fiducia ribadita nei giorni scorsi a Gianni De Gennaro (all’epoca capo della polizia), respingendo l’ipotesi di dimissioni dalla presidenza di Finmeccanica, ha ribadito: «Da presidente del Consiglio e da segretario del Pd il mio impegno è mettere il reato di tortura».

Alfano: faremo chiarezza e saremo rigorosi
«Faremo presto chiarezza su fatti di simile gravità. Con tutta la celerità necessaria e con il dovuto rigore, valuteremo il comportamento del poliziotto». Così il ministro dell'Interno Angelino Alfano, sul caso del post pubblicato su Facebook da Fabio Tortosa. «Non escluderemo, pertanto - ha annunciato Alfano - nessuna ipotesi di provvedimento disciplinare, anche quello di massima severità. Attenderemo, inoltre, le decisioni dell'Autorità Giudiziaria sugli eventuali profili penali di cui, naturalmente, terremo conto per l'individuazione dei provvedimenti da assumere».

Polizia: al vaglio un’azione disciplinare per l’autore del post
Intanto il dipartimento di Pubblica sicurezza della Polizia di Stato, in relazione al post pubblicato da Tortosa, ha precisato che «sono stati già avviati gli accertamenti relativi alla effettiva paternità delle dichiarazioni contenute». E che «laddove effettivamente dovesse trovarsi conferma che le stesse sono state opera di un appartenente alla Polizia di Stato - precisa il comunicato - si avvieranno le conseguenti procedure disciplinari, laddove l'autorità giudiziaria non dovesse ravvisare profili di rilevanza penale». Non solo. «È già al vaglio dei competenti uffici, l'apertura di una adeguata azione disciplinare».

Interrogazione al ministro dell’Interno
Le parole su Facebool hanno provocato anche un’interrogazione al ministro dell’Interno della senatrice del Pd, Monica Cirinnà. «Chi è Fabio Tortosa - ha chiesto la senatrice - per pensare di poter sputare parole insensate contro quanto sancito dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che ha definito i drammatici fatto di Genova, nella scuola Diaz, come tortura?». La senatrice ha scritto che le parole pubblicate su Facebook «trasudano esaltazione e fascismo». E ha aggiunto: «Mi vergogno per lui e sono preoccupata di avere nelle forze dell'ordine un pericoloso esaltato, che guarda i fratelli poliziotti con fare cameratesco. Di persone così la nostra democrazia e le nostre forze dell'ordine non hanno alcun bisogno. Per aiutare questo Paese abbiamo invece bisogno di donne e uomini responsabili , coraggiosamente sensati e pazienti». Poi ha concluso che non sono tollerabili « mele marce» nelle forze dell'ordine, «che devono tutelare i cittadini, non manganellarli “cameratescamente”».

Pesantissimi i commenti al messaggio
Nei commenti al post di Facebook alcuni trasudano violenza. C’è chi si diceva accanto a Tortosa dentro la Diaz: «In quegli anni e specialmente in quei giorni ho vissuto dei momenti che resteranno indelebili nella mia mente e nel mio cuore...eravamo 80 ma la nostra forza era inarrestabile...80 torturatori con le palle piene de stemmerde. Ora nn sono piu con te Fabio come allora ma avrei dato chissa cosa per continuare a vivere con gente come te». In un altro commento del profilo oscurato si legge : «Per quel poco che serve avete tutta la mia stima, e a quelle merde che ogni volta tirano fuori i nomi di Cucchi, Aldrovandi etc etc... ricordatevi le vittime o i feriti delle forze dell'ordine durante l'ordine pubblico, Raciti etc etc... Io ero a casa con dei compagni di squadra a guardare cosa combinavano quei `bravi ragazzi´ e tifavamo per la polizia, come dovrebbe fare ogni cittadino che ci tiene al proprio Paese». Sul nome di Carlo Giuliani si apre un dibattito. Tortosa dice l’ultima: «Non ci sono mezze misure. O si sta con quella merda di Giuliani o si sta con quelli che a Giuliani gli fanno saltare la testa se attenta alla tua vita. Tu con chi stai? Quelli come me pensano che sia morto perché è una merda che stava provando ad ammazzare tre giovani ragazzi, il più grande di 20 anni. E mi auguro che sotto terra faccia schifo anche ai vermi».

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