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Lunedì Italicum in Aula. L’ex capogruppo Pd Speranza: «Fiducia sarebbe violenza al Parlamento»

Da domani la legge elettorale approda in Aula a Montecitorio. Con un seguito di incognite: il Governo porrà la fiducia? che atteggiamento terrà la minoranza del Partito democratico? quali saranno i numeri su cui la maggioranza potrà contare? Il primo appuntamento importante sarà martedì, quando è previsto il voto segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità. Il premier Matteo Renzi ha fatto sapere ieri che sulla eventuale fiducia sulle pregiudiziali (un passo controverso, nel merito e nel metodo) si deciderà domani stesso. Ma la vera prova di forza sarà la settimana successiva, quando si andrà al voto sulla legge nel suo complesso e Forza Italia chiederà ancora, come annunciato, il voto segreto a norma di regolamento.

Il timing: voto finale il 7 maggio
Domani comincia dunque la discussione generale. Poi dopo il voto sulle pregiudiziali, l'esame dell’Italicum potrebbe essere rinviato a dopo il ponte del primo maggio, in modo da permettere il contingentamento dei tempi e da ripartire martedì della prima settimana del nuovo mese: per tre giorni si voterebbe senza pause per rispettare il termine di giovedì 7 maggio quale data ultima chiesta e ottenuta da Renzi alla sua maggioranza per il voto finale.

L’ipotesi di quattro fiducie. Speranza: sarebbe violenza
Il Governo potrebbe decidere di porre ben quattro fiducie, sulle pregiudiziali di costituzionalità e sui tre articoli dell’Italicum. Che Renzi sia determinato a portare a casa l’approvazione senza modifiche è ormai chiaro. Ma nel Pd si continuano a fare i conti, anche alla luce dell’attacco frontale sferrato ieri da Pier Luigi Bersani al premier. Oggi è arrivato l’affondo del capogruppo dimissionario Roberto Speranza, ospite a “In 1/2h” : «La scelta della fiducia è irricevibile, sarebbe errore politico madornale, una violenza vera e propria al Parlamento italiano». Con l’Italicum - ha continuato - «penso che Renzi voglia dare un segnale forte al Paese» sulle riforme ma questo è uno «strappo che non serve a nulla. Si poteva approvare a luglio anziché a maggio senza creare questa frattura tra noi».

«La scissione sarebbe un errore enorme»
Ma nel partito i più sono convinti che i “no” alla legge elettorale non arriveranno a venti e che la minoranza davanti al voto in Aula procederà in ordine sparso. Lo confermano quei deputati di Area riformista che, pur critici sul testo, hanno già annunciato il loro sì, come Davide Zoggia o Elena Carnevali. E lo stesso Speranza respinge ogni ipotesi scissione: «Sarebbe un errore enorme. Fuori dal Pd c’è il disastro e una foto non affidabile. Io voglio dare forza al Pd e credo nel Pd, ma occorre fare una battaglia per non fare del Pd un partito indistinto». Il concetto è presto spiegato: «Mentre Camusso assume una distanza enorme dal Pd, nelle stesse ore Bondi vota il Def, e mi dicono che Verdini si stia avvicinando al Pd». « Io sono dell’idea - ha detto Speranza - che debba esserci un grande partito alternativo al centrodestra e non un partito della Nazione dove ci sia dentro tutto e il contrario di tutto. Un partito che perde il contatto con il mondo del lavoro e imbarca ceto politico proveniente dal centrodestra mi preoccupa molto».

Bindi: «Fiducia sarebbe atto improprio: la negherò»
Rosy Bindi, intervistata da RaiNews24, ha detto chiaramente cosa farà: «Le mie battaglie sono a viso aperto: se potrò voterò gli emendamenti e se invece si metterà la fiducia, come ho già detto, io non negherò la fiducia al Governo, negherò fiducia a un atto improprio del Governo perché le leggi elettorali le fa il Parlamento». Alfredo D’Attorre è tra quelli che voteranno contro: «Io non voterò la legge elettorale senza modifiche. L’ipotesi della fiducia sarebbe gravissima: nella sciagurata ipotesi del ricorso alla fiducia, io non parteciperò al voto di fiducia e poi voterò contro sul provvedimento».

Cicchitto (Ap): no a voti segreti e a fiducia
Anche tra gli alleati di governo qualche mal di pancia c’è. Se Maurizio Sacconi (Ap-Ncd) invita ad approvare «subito la legge elettorale, ripensando però la riforma costituzionale», il collega deputato Fabrizio Cicchitto si augura «che il confronto sull’Italicum non sia deviato in seguito alla richiesta di voto segreto e alla conseguente risposta sul terreno del voto di fiducia». «In ogni caso - aggiunge - è assai discutibile la posizione di chi dopo aver votato la legge al Senato adesso la attacca frontalmente».

Fi: «Italicum è abito su misura per il locale dittatore»
Il riferimento è naturalmente agli ex colleghi di partito, gli azzurri di Silvio Berlusconi, che hanno votato a favore della legge elettorale in tutte e due le letture che si sono susseguite finora, compresa l’ultima al Senato dove l’Italicum è stato approvato nella versione che arriva adesso all’esame di Montecitorio. Ma l’elezione di Mattarella e la rottura del patto del Nazareno ha sparigliato le carte. L’Italicum arriva in Aula «blindato e scortato da giannizzeri pronti a scorticare la democrazia pur di piantarlo come un totem al centro della Repubblica», si legge nel Mattinale, la nota politica del gruppo di Forza Italia alla Camera. «Noi l’avevamo ribattezzato Florentinum, perché è un abito su misura per il locale dittatore. Ma per non offendere la città d’arte, meglio definirlo Dittatorellum, per le conseguenze che potrà avere nel momento in cui fosse usato da un tipo alla Renzi, bulimico di potere, in combinato disposto con la riforma costituzionale che di fatto stabilisce un monocameralismo senza contrappesi».

Salvini (Lega): «Infamia di Renzi inchiodare a discutere di questo»
La Lega ribadisce il suo giudizio totalmente negativo. L’Italicum «fa schifo» - ha detto Matteo Salvini a SkyTg24 - ed «è un’infamia del premier Matteo Renzi inchiodare il Parlamento e il Governo a discutere di questo quando il Paese ha ben altri enormi problemi ed emergenze reali». Ma «ben venga la fiducia se questa sarà occasione per il Parlamento di ribellarsi a Renzi e finalmente mandarlo a casa subito».

Di Battista (M5S): pronti ad azioni extraparlamentari
Sul piede di guerra anche il M5S. Se il dibattito sull’Italicum verrà compresso dal Governo, ha detto Alessandro Di Battista, intervistato da Maria Latella su SkyTg24, «useremo mosse e azioni extraparlamentari perché il Parlamento è totalmente esautorato. Il Paese lo cambia l’opinione pubblica, il popolo che si solleva e democraticamente protesta». Sui dissidi interni al Pd il deputato pentastellato non ha dubbi: «Nel Pd fanno solo un gioco delle parti. L’opposizione interna non è vera. Io non mi fido di questa gente».

Vendola (Sel): «Con fiducia Italicum sarebbe Sovieticum»
Il leader di Sel, Nichi Vendola, twitta: «La fiducia sulla legge elettorale è un vero e proprio stravolgimento della natura della democrazia. Sarebbe una subordinazione servile del Parlamento al governo. Inaccettabile. Non l’Italicum ma il Sovieticum».

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