Gli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce (ossia il cosiddetto “Quantitative easing”) avranno un impatto sull'economia italiana pari a quasi 1,4 punti percentuali di Pil nel biennio 2015-16 sia come effetti diretti (tassi e prezzi asset) che attraverso quelli indiretti (calo euro e conseguente spinta a export). È quanto si legge in un occasional paper della Banca d'Italia.
Bankitalia:da misure Bce spinta Pil 1,4 punti biennio
Nel lavoro, firmato da Pietro Cova e Giuseppe Ferrero, si ritocca un poco al rialzo la stima dell'impatto avanzata da Via Nazionale nelle scorse settimane che parlava di oltre 1 punto e già compresa nelle ultime previsioni della crescita economica (+0,5% quest'anno e +1,5% il prossimo). Il paper seziona voce per voce i diversi contributi, diretti e indiretti del Qe, sull'economia italiana. La componente più robusta arriva dal canale del tasso di cambio: il deprezzamento del cambio euro/dollaro (-10% da novembre 2014 quando Draghi parlò di misure in preparazione) e quello del tasso effettivo nominale (vista l'elevata quota di commercio estero dell'Italia con i partner euro) incide per 0,4 punti quest'anno e 0,5 il prossimo. La variazione della domanda estera intra area di complessivi 0,2% nel biennio. Dal calo dei rendimenti dei titoli di stato a 10 anni (-85 punti base) e dei tassi bancari sui prestiti a famiglie e imprese, arriverà una crescita al Pil di 0,1 quest'anno e 0,3 il prossimo. Il calo dei tassi e il miglioramento delle condizioni di credito comporterà infatti un aumento della spesa delle famiglie e una crescita dei consumi di mezzo punto nel biennio e degli investimenti di oltre un punto.
Stimato calo 20 punti costo prestiti imprese con piano Qe
Non solo. Il programma di acquisto di titoli da parte della Bce consentirà «nell'immediato una diminuzione di circa 20 punti base del costo medio dei nuovi prestiti erogati alle imprese e di 35 punti base di quelli destinati alle famiglie». Le stime - si legge - dipendono dalla reazione al programma dei tassi di interesse per le diverse scadenze e dal peso relativo dei contratti a tasso fisso e variabile.
Bankitalia, Rossi: accelerare su riforme, in testa istruzione
Il direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi, nella Lectio Magistralis all'Università Lumsa, ha sottolineato però anche la necessità di accelerare sulle riforme, a partire dall’istruzione. «Rallentare o fermarsi nella fatica riformatrice non si può, bisogna piuttosto accelerare» e «in cima alla lista vi sono pochi grandi ambiti dell'azione pubblica nella società e nell'economia, fra cui spicca il sistema di istruzione, in particolare l'università», ha detto Rossi, per il quale bisogna accelerare «non solo per gettare le basi di un futuro stabilmente migliore, ma per consolidare la stessa ripresa in corso».
© Riproduzione riservata