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Bankitalia: crescita positiva nel primo trimestre, «bad bank»…

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il rapporto sulla stabilità finanziaria

Bankitalia: crescita positiva nel primo trimestre, «bad bank» aiuterebbe ripresa

La Banca d'Italia resta fiduciosa sul ritorno alla crescita per l'economia italiana nel primo trimestre 2015. È il dato che emerge nel suo Rapporto sulla stabilità finanziaria. Bankitalia vede con favore l’ipotesi “bad bank” perché l'avvio di iniziative per ridurre il peso delle sofferenze bancarie «contribuirebbe a sostenere la dinamica del credito e per questa via la ripresa» ma l'eventuale “bad bank” italiana, per non configurarsi come aiuto di Stato, «dovrebbe avere caratteristiche diverse da quelle realizzate in altri paesi europei». Il rapporto di Bankitalia non sottovaluta il rischio “credit crunch” perché una fascia rilevante di imprese di piccole e medie dimensioni «continua a incontrare difficoltà nell'accesso al credito».

Bankitalia conferma: crescita positiva primo trimestre
«Sì, abbiamo ancora fiducia in una crescita positiva nel primo trimestre»», nonostante gli ultimi dati meno incoraggianti sull'andamento dell'economia. Lo afferma Giorgio Gobbi, capo del Servizio Stabilità Finanziaria della Banca d'Italia commentando il Rapporto sulla stabilità finanziaria dell'Istituto nel quale viene anche sottolineato come i rischi sulla stabilità finanziaria dell'Eurozona, che derivano dalla bassa crescita e dal persistere di livelli di inflazione molto contenuti, «si stanno attenuando con l'avvio del programma di acquisto di titoli pubblici» della Bce. Bankitalia mette inoltre in evidenza come «in Italia il ritorno alla crescita e il rialzo dell'inflazione possono accelerare il riequilibrio dei conti pubblici».

I fattori di incertezza internazionale
Sul contesto internazionale, tuttavia, «permangono aree di vulnerabilità. La crescita rallenta nelle economie emergenti, esposte ai rischi di un possibile rialzo dei tassi ufficiali negli Usa e di un ulteriore apprezzamento del dollaro». La caduta del prezzo del petrolio, infine, potrebbe avere ripercussioni negative, afferma Via Nazionale, sulla sostenibilità del debito dei paesi produttori di greggio. Non solo. «L'incertezza sulle trattative tra le autorità greche e le istituzioni europee per il completamento del programma macroeconomico di aggiustamento sta determinando un rialzo degli spread sui titoli di Stato dell'area. E anche se l'Eurosistema è «pronto a fronteggiare gli effetti sui mercati finanziari di un aggravamento delle tensioni», nondimeno «un deterioramento della situazione potrebbe avere sviluppi difficili da prevedere».

Bene la bad bank, ma modello Italia sia diverso da Ue
Quanto all’ipotesi “Bad Bank”, l'avvio di iniziative per ridurre il peso delle sofferenze bancarie «contribuirebbe a sostenere la dinamica del credito e per questa via la ripresa» perché il calo delle partite anomale avrebbe «numerosi e importanti effetti positivi». Ma servono «caratteristiche diverse da quelle realizzate in altri paesi Ue». In particolare, a differenza che altrove, «il veicolo acquisterebbe prestiti in sofferenza delle imprese a valore di mercato non configurando quindi un aiuto di Stato».

Bankitalia: ancora difficile per Pmi accesso a credito
Il rapporto di Bankitalia evidenzia inoltre come una fascia rilevante di imprese di piccole e medie dimensioni «continua a incontrare difficoltà nell'accesso al credito», nonostante le prospettive di crescita delle vendite e degli investimenti ed un più favorevole accesso al credito e rafforzamento patrimoniale registrato dalle più grandi. E sottolinea come la redditività delle imprese si sia ancora ridotta. Confermata la solidità delle famiglie italiane, per le quali l'indebitamento resta basso.


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