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Scuola, migliaia in piazza contro la riforma. Faraone: nessun passo…

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lo sciopero nazionale

Scuola, migliaia in piazza contro la riforma. Faraone: nessun passo indietro su preside-sindaco

Molti istituti deserti e manifestazioni in tutta Italia per lo sciopero nazionale contro la riforma della “Buona Scuola” promossa dal governo Renzi. In migliaia - insegnanti, bidelli, studenti ma anche genitori - hanno sfilato a Bari (25mila), Cagliari (ai 5 mila in corteo si sono uniti gli operai del Sulcis), Catania, Milano (30mila), Palermo (una cinquantina di insegnanti ha occupato l'assessorato alla Pubblica istruzione), Roma (100mila) e in tante altre città. Lo hanno fatto per dire “no” ai superpoteri dei presidi, per reclamare un piano di assunzioni che riguardi tutto il personale docente e Ata impiegato da anni precariamente, per opporre un deciso “no” a incursioni per legge su materie contrattuali come le retribuzioni e la mobilità del personale e anche per sollecitare il rinnovo di un contratto di lavoro scaduto da “troppi” anni. Nelle piazze si sono fatti vedere anche Camusso, Furlan, Barbagallo e il leader della Fiom, Maurizio Landini. L'adesione allo sciopero è stata alta: ha sfiorato l'80% secondo i sindacati (in attesa del dato ufficiale della Funzione Pubblica).

Renzi: pronti al dialogo
«Noi ascoltiamo la protesta, è giusto affrontarla ed entrare nel merito» ha commentato Renzi da Bolzano. «Del merito continueremo a discutere nei prossimi giorni: sulle assunzioni di determinate categorie piuttosto che di altre e sull'organizzazione del sistema scolastico» ha spiegato, stavolta da Trento, il presidente del consiglio che però resta convinto di una cosa: «il governo ha messo più soldi sulla scuola ed è pronto a incentivare la grande intuizione che è l'autonomia, cioè la possibilità per la scuola di non essere in mano alle circolari ministeriali o sindacali ma alle famiglie e agli studenti: se facciamo questo sulla scuola cambiamo l'Italia sennò non andiamo da nessuna parte». Mentre il sottosegretario alla Scuola Davide Faraone ha chiarito che nonostante le modifiche introdotte il commissione al ddl, il governo non intende fare passi indietro sul ruolo del dirigente scolastico («Il ruolo del preside-sindaco non è in discussione»).

Camusso: con riforma scuola che vale solo per gli agiati
Con la riforma «si trasforma la scuola in una scuola che vale solo per quelli che hanno una condizione agiata mentre il grande tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione», ha detto Camusso, a margine del corteo romano. Un governo «che è solo riuscito a dire che non abbiamo letto il ddl di riforma e che siamo degli squadristi è un governo che non ha argomento per difendere il suo provvedimento», ha proseguito la sindacalista sottolineando che «questo non è uno sciopero politico ma uno sciopero del personale della scuola». «Io penso - ha concluso Camusso - che ci sia un'arroganza infinita, che è quella di rispondere ad una obiezione tirando dritto e in assenza di argomenti e di idee su come bisogna cambiare».

Giannini: rispettare sciopero ma anche governo
«Rispetto per lo sciopero, come è doveroso che sia, ma rispetto per il governo che fa il suo lavoro, propone un progetto educativo molto innovativo e rispetto per il Parlamento che è il portatore delle istanze di cambiamento del provvedimento stesso». Così a Montecitorio, invece, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini a margine dei lavori della commissione cultura che sta continuando l’esame del provvedimento (oggi l’articolo 5). Quanto al «metodo» usato dal governo e contestato dalla manifestazione odierna del mondo della scuola, Giannini lo ha definito «ineccepibile». Il testo, ha spiegato il ministro, «è aperto, non abbiamo scelto il ddl in maniera casuale, ma perchè significa dare spazio a un dibattito parlamentare dopo i due mesi della consultazione». Anche in commissione, per il ministro, «c'è un dibattito ampio, molto costruttivo e sereno».

«Da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla»
Giannini, rispondendo ad una domanda di Giovanni Minoli ai microfoni di Radio 24 sulla vasta partecipazione allo sciopero (il primo di queste dimensioni da molto tempo, con tutti i sindacati in piazza) ha spiegato che la ragione sta nel fatto che « da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla». Il ministro ha poi parlato della mancata assunzione degli idonei usando una metafora: «Una cosa è avere la patente, una cosa è acquistare la macchina», precisando che gli idonei «non hanno vinto un concorso». Mentre riferendosi agli sgravi fiscali per le famiglie che mandano i figli alle scuole paritarie, ha affermato che «equivale a riconoscere la libertà educativa». Il dirigente scolastico, questa la linea del governo confermata dal ministro, dovrà a regime «assumere funzioni di responsabilità che ogni leader educativo deve poter avere e a questo facciamo corrispondere un accuratissimo sistema di valutazione che già è partito»

Faraone: nessun passo indietro sul ruolo del preside-sindaco
Sulla riforma e sullo sciopero in corso è intervenuto questa mattina anche il sottosegretario alla Scuola Davide Faraone, che ai microfoni di Radio Anch'io (Rai) ha chiarito che nonostante le modifiche introdotte il commissione al ddl, il governo non intende fare passi indietro sul ruolo del dirigente scolastico: «Abbiamo rafforzato sì il ruolo del collegio dei docenti e del consiglio d'istituto, ma il ruolo del preside-sindaco non è in discussione». In un post pubblicato sul suo profilo Facebook Faraone ha poi confermato di non condividere le ragioni della protesta: «Mi sarei aspettato una maggiore valorizzazione dell'operato di un governo, che decide di invertire la tendenza e investe tre miliardi di euro in più sulla scuola, non uno sciopero». Faraone ha comunque rinnovato «l'impegno ad accogliere le richieste di chi protesta, quando quelle richieste sono proposte che migliorano il testo del ddl».

Furlan: no a ddl, ma sì a confronto
Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, a Milano per il corteo di insegnanti e studenti contro la riforma della scuola, ha confermato le critiche del sindacato al disegno di legge («La `buona scuola´ è quella che fa comunità e non quella che ha un uomo solo che decide, quindi il preside») ma si è detta «disponibile al confronto con il governo».A Milano, il corteo partito intorno alle 10 da piazza della Repubblica ha visto la partecipazione di decine di migliaia di docenti, studenti e di personale della scuola arrivati da Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Veneto, Friuli, Trentino ed Emilia Romagna.

Boldrini: protesta merita rispetto e risposte
«La protesta degli insegnanti e delle insegnanti che oggi hanno manifestato in tante piazze, merita di essere considerata con grande rispetto e attenzione» ha scritto su Facebook la presidente della Camera, Laura Boldrini. E ha aggiunto: «Mi auguro che, in questi giorni in Commissione e dal 15 maggio in Aula, la scuola italiana, i suoi docenti, possano avere le risposte che meritano».

Moglie di Renzi regolarmente in classe
Com’era prevedibile Agnese Landini, docente e moglie del premier Matteo Renzi, questa mattina non ha preso parte allo sciopero ma ha tenuto regolarmente quattro ore di lezione in classe all’istituto superiore di Pontassieve, in provincia di Firenze, dove insegna. Inoltre fra le 10 e le 11 ha anche seguito l'ora settimanale che dedica al ricevimento dei genitori, avendo alcuni di loro effettuato una prenotazione per parlare dei propri figli.


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