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Saranno valutati anche i presidi Renzi: dialogo ma niente stop

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La riforma

Saranno valutati anche i presidi Renzi: dialogo ma niente stop

Il preside sarà valutato, come i professori, sulla base delle sue scelte. I criteri per valorizzare i docenti saranno fissati dal comitato di valutazione (composto da genitori, studenti e insegnanti individuati dal consiglio d’istituto) e i premi potranno essere assegnati anche a un team di docenti. E ancora, i precari con 36 mesi di servizio su posti vacanti e disponibili, non stabilizzati, potranno continuare a fare supplenze, in attesa del concorsone da 60mila posti da bandire in autunno e aperto ai soli abilitati all’insegnamento.

Sono alcune delle modifiche che la maggioranza, d’intesa con il Governo, sta pensando di introdurre al Ddl «Buona Scuola» con il duplice obiettivo di smorzare le polemiche dei mesi scorsi con i sindacati e dare una risposta alle migliaia di manifestanti scesi ieri in piazza in tutt’Italia per contestare la riforma dell’istruzione. Un primo passo concreto c’è stato ieri sera attraverso la “segnalazione” in commissione Istruzione della Camera di una sessantina di emendamenti targati Pd (su 505 complessivi) da approvare nei prossimi giorni.

A dettare la linea è stato direttamente Matteo Renzi. «Il tema della scuola è per me fondamentale», ha detto il premier in visita a Trento. Aggiungendo che «nel merito continueremo a discutere nei prossimi giorni sulle assunzioni di determinate categorie piuttosto che di altre e sull’organizzazione del sistema scolastico. Siamo pronti - ha aggiunto - ad ascoltare e condividere, fermo restando però il principio dell’autonomia». Concetti condivisi e rilanciati dal sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone (Pd), e dalla responsabile Scuola dei dem, Francesca Puglisi che ricorda come il governo stia investendo 3 miliardi di euro all’anno, con un piano straordinario di oltre 100mila assunzioni e ulteriori 60mila posti banditi con il prossimo concorso.

Il tema più caldo resta la maxi infornata di precari che, per ora continuerà a non interessare gli idonei (circa 6mila unità) della selezione Profumo del 2012: «Non hanno vinto un concorso - ha spiegato dai microfoni di Mix24 la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini -. Una cosa è avere la patente, una cosa è acquistare la macchina». Con la massiccia immissione in ruolo di settembre, secondo la titolare di Viale Trastevere, il precariato scolastico tornerà a livelli fisiologici (2,5% - nel 2007 era al 18% del totale docenti).

A illustrare la strategia più generale che la maggioranza seguirà in commissione sul tema precari sono stati alcuni tecnici Pd dopo il lavoro congiunto di deputati e senatori: «Il nostro obiettivo - hanno spiegato - è eliminare le graduatorie a partire dalle Gae poi prevediamo il concorso per la seconda fascia e in commissione siamo andati oltre: per i precari che temevano, dopo la sentenza europea, di perdere il lavoro dopo 36 mesi stiamo introducendo il principio che i 36 mesi scatteranno a partire dall'entrata in vigore del ddl». Anche perché - hanno fatto notare alcuni fedelissimi del premier - la battaglia contro la giungla delle graduatorie è uno dei motivi che ha scatenato l’ira dei sindacati. «Per anni - è il ragionamento fatto da alcuni renziani - i docenti si iscrivevano al sindacato solo per districarsi nei labirinti delle graduatorie, se noi le eliminiamo è chiaro che il sindacato perde potere».

Ma i fronti aperti non finiscono qui. Nel mirino dei manifestanti di ieri ci sono anche gli sgravi alle paritarie. Una misura che è stata però difesa sia dalla ministra Giannini, sia dall’altro sottosegretario Gabriele Toccafondi (Ncd): «Lo Stato per la prima volta da un contributo alle famiglie di 67 euro perché quelle scuole fanno un servizio pubblico. L’Italia è uno degli ultimi paesi al mondo che non prevede sistemi di libertà di scelta educativa, con questa norma finalmente iniziamo un percorso».

Insomma, pur mostrando attenzione allo sciopero di ieri, il disegno di legge è destinato ad andare avanti. Secondo il timing definito nei giorni scorsi: arrivo in aula a Montecitorio per il 14 maggio e approvazione entra il 19 maggio. Dopodiché la palla passerà a Palazzo Madama che difficilmente licenzierà lo stesso testo della Camera. Servirà dunque uno sprint per assicurare l’approvazione della legge entro il 15 giugno e avviare la macchina amministrativa per consentire ai 100mila neo-assunti di prendere servizio a partire dal 1° settembre.

Rinviando ad altro articolo in pagina per le altre modifiche, in questa sede va sottolineato solo che tra gli emendamenti “segnalati” ce n’è uno che introduce un comitato di valutazione dei docenti che sarà formato da 2 prof, 2 rappresentanti dei genitori (uno alle superiori a cui si aggiunge un rappresentante degli studenti) e resterà in carica 3 anni. Il suo compito principale sarà fissare i criteri per la valorizzazione dei docenti, tenendo presente la qualità dell’insegnamento, i risultati ottenuti dagli alunni, le responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e della formazione del personale. Ma le sue funzioni non finiranno qui visto che darà il suo parere sull’attribuzione degli incarichi ai docenti inserite negli albi territoriali e sul superamento del periodo di formazione e prova.

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