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Niente più vitalizio per i parlamentari condannati, ok di Camera e…

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ok di Camera e Senato

Niente più vitalizio per i parlamentari condannati, ok di Camera e Senato

Ok dell’ufficio di presidenza della Camera alla delibera che abolisce i vitalizi agli ex deputati condannati in via definitiva, per i reati di particolare gravità. Hanno votato a favore: Pd, Sel, Scelta Civica, Fratelli d'Italia e Lega, anche se quest'ultima considera «blande» le misure contenute nel documento. Non hanno partecipato al voto i, M5S e Ap. A seguire anche il Consiglio di presidenza del Senato ha approvato la stessa delibera. M5s e Gal hanno votato contro. “Non ci riconosciamo in questa delibera”, ha detto il questore Laura Bottici uscendo. Fi aveva abbandonato i lavori. La delibera, fortemente sponsorizzata dai presidenti della Camere e del Senato, Boldrini e Grasso, prevede che perdano il diritto al vitalizio i parlamentari condannati in via definitiva a più di due anni per reati di mafia, terrorismo e quelli contro la Pa, eccezion fatta per l'abuso d'ufficio, nonché tutti quelli che comportano condanne superiori ai 6 anni.

Boldrini: da Camera segnale di moralizzazione
«A Montecitorio approvata la delibera per stop vitalizio agli ex deputati condannati per reati gravi. È segnale forte di moralizzazione» ha scritto su twitter la presidente della camera, Laura Boldrini.

Grasso: ok stop per condannati, un bel segnale
«Senato approva delibera stop vitalizi: un segnale forte, significativo e concreto dalle istituzioni ai cittadini. Un bel segnale» è stato invece il commento su twitter del presidente del Senato, Pietro Grasso. E su Facebook aggiunge: «Due anni fa mi sono avvicinato alla politica convinto che le Istituzioni dovessero dare il buon esempio e ricucire un rapporto
di fiducia ormai logoro con i cittadini: la delibera di oggi risponde a questa esigenza ed è un segnale chiarissimo, significativo, concreto».

Senato, Fi lascia consiglio presidenza
Situazione più complicata al Senato dove la riunione del Consiglio di presidenza è stata sospesa in coincidenza con la ripresa dei lavori d'aula per riprendere dopo la conclusione del question time. E i quattro esponenti di FI nel Consiglio di presidenza del Senato hanno abbandonato la seduta. per protesta. Ma alla fine la proposta è stata approvata.

Ok di Pd, Lega e Sel. Fi e Ncd non votano
Il Pd, attraverso la componente del Consiglio di presidenza del Senato Linda Lanzillotta, ha confermato il sì compatto a favore dello stop ai vitalizi, malgrado i distinguo di Sposetti. Favorevole all’abolizione dei vitalizi per i condannati la Lega (che ha depositato oggi una proposta per l'abolizione del vitalizio per tutti i parlamentari cessati dal mandato, non solo per i condannati in via definitiva per reati gravi). Anche Sel si è orientata verso il sì. Ap ed Forza Italia invece hanno rilanciato la strada della legge ad hoc pur sapendo, come la strada richiederebbe tempi lunghi. Per Fi la delibera dell’Ufficio di Presidenza della Camera «rischia di essere un boomerang clamoroso per il Parlamento e per i cittadini». Anche per Fabrizio Cicchitto (Ncd) la revoca dei vitalizi ai parlamentari condannati attraverso delibere degli Uffici di Presidenza delle Camere «è una decisione grave e quanto meno di dubbia costituzionalità».

M5S chiede modifiche (non accolte)
I membri dell’ufficio di Presidenza di Camera e Senato del M5s, Laura Bottici, Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino, hanno incontrato il presidente del Senato, Pietro Grasso, per chiedere modifiche all’ultima bozza, considerata «al ribasso». Quattro le modifiche auspicate: includere nelle cause di abolizione del vitalizio anche chi è stato condannato per reati punibili con un massimo di pena di 4 anni (e non 6), oltre che per abuso d'ufficio; escludere la riabilitazione come causa di ripristino del vitalizio; escludere la reversibilità del vitalizio in caso di decesso. Ma le richieste non sono state accolte. «Non partecipiamo al voto. Questa porcata se la votano da soli», ha dichiarato Di Maio.

Grillo in piazza
In piazza a Montecitorio si è fatto vedere Beppe Grillo per manifestare con i deputati sanzionati (59 su 66 complessivi) per i disordini in aula durante la seduta fiume (11, 12 e 13 febbraio) sulle riforme costituzionali. Ma l'argomento vitalizi non è certo indifferente al M5S che oggi si è scontrato in Aula al Senato con chi, come il senatore del Pd, Ugo Sposetti, ha sostenuto la necessità di non cambiare le regole del gioco in corsa.

La delibera sullo stop ai vitalizi approvata oggi
La proposta approvata dall’ufficio di presidenza della Camera, dopo una lunga gestazione (che ha visto anche la richiesta di pareri - non sempre concordi - di numerosi costitiuzionalisi), prevede l'abolizione del vitalizio per i parlamentari condannati in via definitiva a più di due anni per reati di mafia, terrorismo e quelli contro la Pubblica Amministrazione, eccezion fatta per l'abuso d'ufficio, nonché tutti quelli che comportano condanne superiori ai 6 anni. Nell'ultima bozza di delibera si affronta anche il tema della riabilitazione. Nel caso in cui questa venga richiesta dall'interessato (potrà farlo dopo 10 anni dalla fine della condanna per i reati più gravi e dopo 3 nei casi meno gravi) e sia concessa dal giudice, comportando la cancellazione della condanna dalla fedina penale, il vitalizio potrà essere riassegnato. Stop alla pensione anche nel caso di patteggiamento, ma la misura varrà dall'entrata in vigore della legge in poi.

Chi rischia tagliola: da Berlusconi a Forlani
Non c’è ancora un elenco ufficiale di chi perderà il vitalizio. I nomi fatti circolare da Italia dei Valori, che da tempo porta avanti una dura lotta per lo stop dei vitalizi, vanno da Berlusconi a Previti, da Forlani a Toni Negri. Per cifre che vanno da poco meno di 2mila euro a 8mila euro al mese. Berlusconi, condannato per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset, secondo quanto ricostruito da Idv percepisce un vitalizio da 8mila euro, il più alto di tutti. Per Marcello Dell'Utri a maggio scorso la Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa: percepisce un assegno mensile da 4.985 euro. Condannato per corruzione in atti giudiziari (ovvero per avere pagato dei giudici allo scopo di ottenere sentenze favorevoli) Cesare Previti percepisce invece 4.235 euro. Ed ancora, tra i condannati ai quali potrebbe essere applicata la tagliola c'è anche Arnaldo Forlani che, condannato in via definitiva a due anni e quattro mesi di detenzione per finanziamento illecito nell'affare Enimont, percepisce 6.062 euro.

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