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Scuola, Boschi ai sindacati: «Non ho offeso nessuno, clima…

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il ddl verso l’aula di montecitorio

Scuola, Boschi ai sindacati: «Non ho offeso nessuno, clima torni disteso». I prof a Renzi: «Non voteremo più Pd»

Mentre il ddl sulla “Buona scuola” si avvia a passi veloci verso l’Aula di Montecitorio, dove è atteso giovedì per il voto finale entro il 19 maggio, infiamma lo scontro tra governo e sindacati dopo le parole della ministra Maria Elena Boschi, secondo cui se la scuola non funziona «è perché è soltanto in mano ai sindacati». Cgil, Cisl e Gilda hanno reagito duramente accusando l’esecutivo di arroganza. Boschi ha chiarito su Facebook: «Ho soltanto risposto a una domanda esprimendo un’opinione civile e pacata, noi siamo pronti ad ascoltare». Intanto i professori inferociti invadono la bacheca Facebook del premier Matteo Renzi al grido: «Non voteremo più Pd».
Martedì il governo incontrerà i sindacati della scuola e anche i leader di Cgil, Cisl e Uil Camusso, Furlan e Barbagallo. Lo si apprende da fonti governative. Per l'Esecutivo, oltre al ministro Giannini saranno presenti i ministri Boschi, Madia, Delrio e il sottosegretario De Vincenti.

Boschi: «Ho risposto a una domanda esprimendo opinione civile e pacata»
Intanto la ministra per le Riforme, Boschi, ha precisato su Facebook il contesto dal quale sono state estrapolate le sue parole: «Ieri, durante una iniziativa nelle Marche, ho risposto a una domanda sulla scuola dicendo: “Funziona la scuola solo in mano ai sindacati? Io credo di no”. Ho espresso un’opinione civile, pacata, tranquilla. L’ho detto dentro a un discorso in cui ci dicevamo pronti ad ascoltare tutti e modificare il ddl nelle parti più controverse». Boschi si difende e si scusa: «Sono stata accusata, addirittura, di disprezzare la democrazia e di voler attaccare il sindacato mi spiace se qualcuno si è sentito offeso. Ho solo detto una piccola e forse persino banale verità: la scuola funziona se appartiene alle famiglie, agli insegnanti, agli studenti, al territorio. Non solo ai sindacati. Poi è giusto rispettare il lavoro di tutti, anche dei sindacati, ma forse è anche giusto rispettare le idee altrui. Non ho offeso nessuno. E non inizierò a farlo adesso. Spero che il clima sulla scuola torni disteso, per un
confronto di merito equilibrato e civile. Noi ci siamo, pronti ad ascoltare e senza attaccare nessuno».

Camusso a Boschi: «Arroganza copre mancanza di progetto»
Era stata stamane la leader della Cgil Susanna Camusso ad attaccare. Ciò che il governo afferma - ha detto - «è semplicemente un principio di proprietà, il principio che c’è un uomo al comando che deve dirigere tutto, che non ha alcuna idea di quella funzione di comunità e integrazione che la scuola deve avere». «Bisognerebbe dire alla ministra - aggiunge la leader della Cgil - che quando il mondo della scuola si mobilita insieme agli studenti e alle famiglie, con le dimensioni di questo periodo, il governo dovrebbe porsi qualche domanda. Perché a furia di dire che tirano dritti, non valutando le mobilitazioni, sembra che vogliano chiudersi in una torre d’avorio». «Viene il sospetto - attacca Camusso - che tanta arroganza che il governo mette nel negare le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori del mondo della scuola sia il segno che in realtà siano loro a non avere un progetto». Per la segretaria generale della Cgil, l’esecutivo «dovrebbe invece rileggersi gli studiosi del lavoro che spiegano che non è la singola scuola d’eccellenza a creare crescita e sviluppo, ma è la diffusione dell’istruzione in un intero territorio a favorirla».

Gilda: «Da Boschi vergognosa mistificazione»
Sul piede di guerra anche Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda insegnanti: «Quando il ministro Boschi afferma che la scuola è in mano ai sindacati, compie un’opera di vergognosa mistificazione. Lo scorso 5 maggio ha scioperato l’80% degli insegnanti e in piazza a protestare contro una pessima riforma c’era l’intero popolo della scuola. I sindacati sono soltanto uno strumento organizzativo che ha consentito di far emergere il dissenso. Il governo, invece di aprire un dialogo, attraverso i suoi esponenti insulta gli insegnanti». Di Meglio non è tenero: parla di «pericolosa deriva autoritaria» e conclude: «Chi vuole ad ogni costo portare avanti questo obbrobrio giuridico sta lavorando con un
pressapochismo imbarazzante. Un’ignoranza grave, resa ancora più insopportabile dall’arroganza. La lotta degli insegnanti non si ferma, stia sereno chi di dovere».

Cisl: «Il problema non sono i sindacati ma il governo»
«Sulla stessa lunghezza d’onda anche Annamaria Furlan della Cisl: «Visti i risultati dello
sciopero del 5 maggio c’è poco da delegittimare: le piazze piene hanno detto che il problema della scuola non sono i sindacati, ma le scelte sbagliate del governo. Sarebbe il
caso che il governo ne prendesse atto, ci convocasse e la smettesse di fare tutto da solo».

I prof a Renzi: «Non voteremo più il Pd»
La polemica non risparmia i social network. «Noi non voteremo più il Pd perché
indignati dal ddl La Buona scuola», scrivono decine di insegnanti sulla bacheca Facebook di Renzi. Un bombardamento “organizzato” di commenti contro la riforma, che ripetono tutti la stessa frase legando peraltro la protesta al voto per le prossime regionali del 31 maggio. Qualcuno aggiunge al messaggio una postilla. «Caro Matteo sei bravo in matematica? Allora inizia a contare quanti voti hai perso!», scrive Erica. «Sono indignata sia come insegnante sia come madre preoccupata del futuro dei propri figli», dice Teresita. «Noi personale Ata non voteremo Pd, indignati dal ddl La buona scuola...tanto non siamo neanche menzionati!», rincara Elena. C’è anche però qualche messaggio di incoraggiamento. «Voterò Pd - scrive Armando - anche per la riforma della buona scuola, era ora!».

L’iter alla Camera
L’esame degli emendamenti in commissione Cultura si è concluso sabato sera. Ora si attende il parere delle commissioni coinvolte (tutte tranne la Difesa) per approvare, domani sera, il mandato al relatore. Giovedì è previsto il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità e poi comincerà la discussione generale e l’esame delle proposte di modifica. La maggioranza è disposta a lavorare anche nel fine settimana per arrivare all’ok finale il 19 maggio.

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