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Pensioni, verso decreto in Cdm lunedì. Poletti: no pesi…

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welfare e conti pubblici

Pensioni, verso decreto in Cdm lunedì. Poletti: no pesi ulteriori su generazioni future

Potrebbe arrivare sul tavolo del Cdm convocato per lunedì il testo del decreto legge con il quale il Governo restituirebbe la quota di perequazione delle pensioni bloccata dal governo Monti, dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il blocco dell’adeguamento all’inflazione. Sarebbe servito un po' di tempo in più - si apprende da fonti - per mettere a punto “tecnicamente” la norma. Di qui lo slittamento da venerdì prossimo (data prevista finora) a lunedì. Altre fonti non escludono però che alla fine la decisione possa slittare alla successiva riunione del Consiglio dei ministri, qualora il testo nel fine settimana presentasse ancora punti da dirimere. In altre parole, il Governo ha sì fretta di dare un segnale concreto sul fronte pensioni ma il Consiglio dei ministri di lunedì non è una deadline definitiva.

Poletti: decisioni rapide, no pesi ulteriori su generazioni future
«Il Governo agirà rapidamente, ma utilizzerà il tempo indispensabile a sviluppare un'analisi completa e puntuale dei contenuti della sentenza, delle diverse ipotesi di intervento che la stessa ammette» ha assicurato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, rispondendo a un'interrogazione sulla sentenza sulle pensioni della Corte costituzionale. «Il Governo - ha aggiunto - affronterà la situazione con spirito di equità, all'interno del sistema previdenziale, senza scaricare ulteriori pesi sulle future generazioni».

Morando: fare presto ma bene, nel rispetto equilibrio bilancio
«Dobbiamo fare presto ma bene, nel contesto delle regole costituzionali che prevedono l'equilibrio di bilancio» ha dichiarato invece il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, interpellato a margine della commissione Bilancio del Senato sull'intervento per rispettare la decisione della Consulta sulla rivalutazione delle pensioni.

Boeri: necessaria equità tra generazioni, oneri sopportabili per Inps
Sul tema pensioni è intervenuto oggi anche il presidente dell’Inps Tito Boeri. «Mi auguro che le risposte che verranno date dal governo - ha detto Boeri durante l'audizione nella commissione di vigilanza sull'Anagrafe tributaria - siano improntate alla ricerca di equità, non solo intragenerazionale, stando attenti al fatto a chiedere un contributo più alto a chi ha dei redditi più elevati, ma anche intergenerazione, perché non si possono chiedere prelievi ulteriori a chi è destinato ad avere prestazioni future più basse». Boeri ha parlato di «oneri sopportabili» per l'Inps, dopo la sentenza della Consulta, dal momento che si tratta di «un problema più di conti pubblici». E ha aggiunto: «Per quanto ci compete noi siamo pronti ad affrontare e a gestire» la situazione. «Chiaramente - ha osservato nel corso dell'audizione in commissione di vigilanza sull'Anagrafe tributaria - avremo bisogno di un attimo di tempo per l'erogazione, per attrezzarci a seconda dei criteri che verranno poi seguiti; non è quello che ci preoccupa».

Subito rimborsi per 3-3,5 miliardi
L'operazione complessiva di restituzione delle mancate rivalutazioni del 2012 e 2013 alla quale sta lavorando il governo avverrà con gradualità e per fasce di reddito e dovrebbe concludersi con una coda di rimborsi successivi differiti in più anni a venire. Il tutto per un probabile esborso complessivo di 4-4,8 miliardi. Il rimborso avverrà con un decalage: meno soldi al salire delle fasce di reddito pensionistico con un tetto di fatto ai 2.500-3.500 euro lordi al mese. Ogni fascia di reddito dovrebbe avere un suo adeguamento lineare senza effetto trascinamento su quella successiva, secondo le ipotesi allo studio. Per quest'anno la copertura dovrebbe arrivare in grande parte dal “tesoretto” da 1,6 miliardi e dalle maggiori entrate attese dalla voluntary disclosure. Ma è molto probabile che l'intervento verrà affiancato da una clausola di salvaguardia: in caso di margini fiscali non sufficienti scatterebbero tagli di spesa. In ogni caso per quest'anno il deficit nominale programmatico si attesterà al 2,6%, come ha ripetuto il ministro Pier Carlo Padoan ieri a Bruxelles.


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