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Emergenza sbarchi, Alfano: pronti a guidare azione di polizia contro scafisti

«Se l'Onu darà l'ok, noi siamo pronti ad assumere la leadership di un piano militare energico contro gli scafisti. Si tratta di azioni mirate, in un quadro di legalità internazionale, come è stato fatto in Somalia contro i pirati». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, aggiungendo che «le nostre forze armate hanno la capacità e la competenza per guidare l'azione contro questi criminali assassini che sono gli schiavisti del nostro secolo». Poi ha aggiunto su twitter: «Con la nuova agenda #Ue per l'immigrazione abbiamo cominciato ad abbattere muro di #Dublino. Equa distribuzione #migranti grande risultato».

L’agenda Ue per l’emergenza immigrazione
Ieri la commissione Ue ha approvato un piano strategico con azioni immediate e a lungo termine per battere l'emergenza sbarchi. In 16 pagine l'Agenda per l'immigrazione segna una svolta, con un approccio a 360 gradi. Tra le azioni immediate, oltre ad un sistema per quote di redistribuzione d'emergenza, il rafforzamento di risorse e mezzi per Frontex, con i fondi triplicati per Triton e Poseidon, nel 2015 e nel 2016. Si prevede inoltre la modifica della base giuridica di Frontex per potenziarne il ruolo in materia di rimpatrio.

Il piano contro gli scafisti
Ma in agenda c’è anche l'eventuale operazione di politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc) nel Mediterraneo. In attesa di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, lunedì prossimo a Bruxelles i ministri degli Esteri e della Difesa europei daranno il via libera al piano generale della missione antiscafisti, il cosiddetto Crisis Management Concept. Che prevede crescenti livelli di intervento e uso della forza. Una missione alla quale sembrano voler partecipare tutti i Paesi Ue. L'Italia ha proposto un capo militare (l'ammiraglio di divisione Enrico Credendino) e messo a disposizione un quartier generale a Roma. Tre le fasi previste per contrastare gli scafisti e distruggere i barconi: operazioni in acque internazionali, nelle acque libiche e sulla costa.

Quote obbligatorie di “ricollocazione” dei richiedenti asilo
Tra i pilastri dell’agenda Ue sull’immigrazione c’è l’ok a un sistema automatico per ricollocare in modo permanente i richiedenti protezione internazionale arrivati direttamente sul suolo europeo, distribuendoli tra Stati membri, secondo quote obbligatorie. La proposta legislativa sarà presentata entro fine anno. E nel 2016 si pensa già di “rivedere” il sistema Dublino. Dopo Germania e Francia, l'Italia - con l'11,84% - ha la terza quota più alta in Ue. Ma come spiegato dal capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, l'Italia in quanto Paese beneficiario «sarà esentato», perché già supera ampliamente la quota fissata. Gli Stati che si vedranno allentare la pressione dovrebbero essere Italia, Grecia, e Malta: saranno designati ufficialmente, con la cifra totale da ridistribuire, nel documento di fine maggio.

Reinsediati in Ue 20mila rifugiati
Su un altro binario si muove invece la partita dei reinsediamenti, ovvero il trasferimento di rifugiati che si trovano nei campi profughi di Paesi terzi (si parla soprattutto di Giordania e Turchia). La Commissione stanzia 50 milioni di euro e propone un numero target complessivo di 20mila (persone che vengono individuate dall'Unhcr) da ripartire in tutta Europa, anche in questo caso secondo percentuali determinate. La quota dell'Italia è 9,94% - 1989 persone - e in questo caso non è esentata.

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