Italia

Mauro: «I Popolari per l’Italia via dalla maggioranza».…

  • Abbonati
  • Accedi
DUe senatori in meno

Mauro: «I Popolari per l’Italia via dalla maggioranza». Al Senato il Governo ora ha meno margine

Nelle geometrie più che variabili della XVII Legislatura, dove i cambi di casacca sono all’ordine del giorno, irrompono nuove piccole scosse telluriche, tre giorni dopo le regionali: da un lato i Popolari per l’Italia, a loro volta nati dalla scissione dell’anima “casiniana” popolare, democratico-cristiana di Scelta Civica, lasciano la maggioranza ma si disperdono in mille rivoli. Dall’altro lato nasce ufficialmente da una costola di Forza Italia il gruppo dei 12 “fittiani”: nove senatori che di fatto abbandonano Berlusconi, più tre che migrano dal gruppo Gal (Grandi autonomie e libertà) tra cui proprio un (ex) popolare. E i numeri per Renzi ballano: a Palazzo Madama, dove il premier deve fare i conti con una minoranza interna più numerosa e più agguerrita, potrebbe contare soltanto su nove voti di scarto. Con due passaggi delicati all’orizzonte: il ddl scuola e poi le riforme costituzionali.

L’addio dei Popolari per l’Italia
«Il direttivo nazionale del partito - ha annunciato il senatore del gruppo Gal, l’ex ministro Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia - ha deliberato in data odierna l’uscita dalla maggioranza che sostiene l’attuale governo». Il divorzio è dunque sancito. E le motivazioni sono messe nero su bianco: «Riforme non condivise, condotte in modo improvvisato ed approssimativo, con una improvvida esaltazione del carattere monocolore dell'Esecutivo sono alla base di una decisione che è innanzitutto un giudizio definitivo su una gestione politica che sta tenendo in stallo l’Italia, la sua economia e il suo bisogno di crescita». «Le nostre idee - aggiunge il senatore - contribuiranno ora alla costruzione e all’organizzazione di una maggioranza politica nel Paese centrata sui valori popolari e liberali».

Ma i sottosegretari Rossi e D’Onghia dicono no a Mauro
All’annuncio di Mauro hanno fatto seguito altri addii. Con Mauro, Popolari per l’Italia contava altri due senatori tutti finora nel gruppo Gal: uno, Tito Di Maggio, oggi stesso è migrato nel nuovo gruppo dei fittiani; l’altra, Angela D’Onghia, è sottosegretaria all’Istruzione e ha fatto subito la sua scelta: «Mi sono dimessa dai Popolari per l’Italia, c’è pure stata una comunicazione scritta. Ora non faccio parte di alcun partito. Se resterò sottosegretaria lo deciderà il governo, la mia intenzione è di continuare a lavorare per il bene del Paese». Di fatto a Palazzo Madama rimane soltanto Mauro e la maggioranza perde due senatori: Mauro, appunto, e Di Maggio, che però non sempre avevano votato a favore dei provvedimenti del governo. Alla Camera gli esponenti del partito sono soltanto due: i deputati Domenico Rossi, che è anche sottosegretario alla Difesa, e Mario Caruso, entrambi iscritti al gruppo Per l’Italia-Centro democratico. Domenico Rossi ha già fatto sapere anche lui che lascerà il partito e resterà a sostenere l’Esecutivo. Caruso non ha ancora sciolto il nodo. La diaspora senza pace degli ex montiani continua.

Zanda (Pd): «I numeri non cambiano»
«La maggioranza non cambia. Andremo avanti con la stagione delle riforme», ha commentato il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, spiegando che i «numeri a Palazzo Madama non cambiano affatto» poiché «i senatori che hanno annunciato il loro passaggio all’opposizione già da molti mesi votano contro il governo. Shakespeare avrebbe detto “molto rumore per nulla”». E il senatore Andrea Marcucci (Pd) ironizza su twitter: «Mario Mauro ha lasciato un governo, che non ha mai sostenuto. Intanto i suoi “l'hanno rimasto solo” #autogol».

Al Senato nasce il gruppo dei “fittiani”, Bonfrisco presidente
Proprio oggi, intanto, è stato ufficialmente costituito, alla presenza dell’eurodeputato Raffaele Fitto, il gruppo dei senatori di Forza Italia “dissidenti”. Si chiamano “Conservatori e Riformisti” e sono dodici: Anna Cinzia Bonfrisco, Francesco Bruni, Luigi D’Ambrosio Lettieri, Tito Di Maggio (da Gal), Ciro Falanga, Pietro Liuzzi, Eva Longo, Antonio Milo e Lionello Marco Pagnoncelli (anche loro da Gal), Luigi Perrone, Lucio Tarquinio e Vittorio Zizza. È stata eletta capogruppo, a scrutinio segreto, la senatrice Bonfrisco.

Fitto: «Alternativi a Renzi, aperti a chi ci sta»
Il tentativo dell’ex delfino del Cavaliere è esplicito. «Noi siamo nel campo alternativo a Renzi per costruire una alternativa a questo governo», ha sottolineato. «Il rapporto con Forza Italia sarà lo stesso che avremo con tutti coloro i quali condividono i contenuti e le regole per selezionare la classe dirigente. Noi, infatti, chiediamo da tempo le primarie per selezionare la classe dirigente del centrodestra». Alla Camera però Fitto non ha ancora i numeri per costituire un gruppo autonomo. L’eurodeputato lo giustifica così: «Stiamo andando avanti piano con convinzione e con l’idea che il progetto politico è più importante degli aspetti organizzativi. Quei deputati che vorranno condividere questo progetto politico potranno esserne parte integrante».

Stasera si riunisce gruppo Fi al Senato
Stasera al Senato, al termine dei lavori d’Aula, intorno alle 20, si riunisce il gruppo di Forza Italia a Palazzo Madama. Ufficialmente per «un’analisi del voto», ma è sicuro che si parlerà anche dei fittiani.

© Riproduzione riservata