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Mafia capitale, nuova tornata di interrogatori in carcere. Gramazio…

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l’inchiesta

Mafia capitale, nuova tornata di interrogatori in carcere. Gramazio (Fi): non ho preso nemmeno una lira

Nuova tornata di interrogatori di garanzia oggi per gli arrestati nella maxi-inchiesta della procura di Roma su Mafia Capitale. L'atto istruttorio si svolge presso il carcere di Rebibbia. A comparire davanti al gip Flavia Costantini e ai pm, tra gli altri, Luca Gramazio, consigliere regionale di Forza Italia, ritenuto da chi indaga una figura chiave nei rapporti tra il clan di Massimo Carminati e le istituzioni locali. Ieri erano stati sentiti l'ex presidente dell'Assemblea capitolina, Mirko Coratti, e l'ex assessore comunale Daniele Ozzimo. Tutti hanno respinto le accuse sostenendo sostanzialmente di non aver avuto mai rapporti d'affari con Salvatore Buzzi, uomo delle cooperative e presunto braccio destro di Carminati.

Gramazio a gip: non ho preso manco una lira
Gramazio ha respinto ogni addebito davanti al gip Flavia Costantini nel corso dell'interrogatorio di garanzia svolto oggi nel carcere di Rebibbia. «Non ho preso manco una lira», ha dichiarato. Gramazio, a cui i pm di Roma contestano i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e la turbativa d'asta - relativamente alla gara da 60 milioni di euro per il Recup, il sistema di prenotazione unificato della Sanità - rappresenta una delle figure chiave di questa seconda tranche della maxi inchiesta sul malaffare capitolino. Per chi indaga l'esponente di Forza Italia rappresenta, infatti, la cerniera tra il clan guidato da Massimo Carminati e le amministrazioni locali.

Buzzi: una mano lava l'altra...so' tutti corrotti
Intanto il Ros dei carabinieri ha diffuso l’audio di altre intercettazioni a carico di Salvatore Buzzi, che dice: «Una mano lava l'altra e tutte e due lavano il viso ... sono tutti corrotti, non so se l'hai capito». Il capo delle cooperative sociali parla con Emanuela Bugitti, sua stretta collaboratrice, del ruolo di Luca Gramazio, capogruppo Pdl in Campidoglio e poi Fi alla Regione, nel trasferimento di fondi al Comune e da qui al Municipio X di Ostia. Gramazio è stato arrestato due giorni fa con le accuse di associazione mafiosa e corruzione. Bugitti è stata arrestata a dicembre. «Gramazio - dice Buzzi - ci ha fatto avere un sacco di soldi sul Municipio di Ostia...na mano lava l'altra e tutte e due lavano il viso...sono tutti corrotti, non so se l'hai capito».

Renzi: chi è condannato via per sempre da politica
Per il premier Matteo Renzi in Italia «una parte consistente dell'economia in mano della criminalità organizzata» e il quadro che emerge dalla nuova ondata di arresti nell’ambito dell’inchiesta “Mafia capitale” mostra una situazione in cui «nella scala dello squallore stiamo superando il livello di guardia». «Noi faremo una battaglia senza pietà, giorno per giorno, porta a porta», ha spiegato Renzi a Repidee a Genova, convinto del fatto che sia un bene che «gli scandali vengano fuori». E ha aggiunto: «Chi è stato condannato per corruzione deve uscire definitivamente dalla politica». Poi ha fatto autocritica su Roma («Potevamo fare di più? Sì. Potevamo accorgercene prima? Sì. Ma ora stiamo facendo») ed ha ammesso: «Mi vergogno a leggere alcune intercettazioni». Ma ha assicurato: «Marino e Zingaretti hanno dimostrato di essere totalmente altro rispetto a questa cricca».

«Mai dimissioni per avviso garanzia»
Parlando del sottosegretario Castiglione (Ncd), indagato nell'inchiesta parallela della Procura di Catania sull'appalto per la gestione del Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Mineo (Catania), Renzi ha però ribadito: «Io ho anche un padre indagato a Genova. Se ragiono su avvisi di garanzia i miei figli non avrebbero dovuto vedere il nonno. Ho 5 sottosegretari indagati io credo che un cittadino è innocente fino a prova contraria. Non chiederò mai le dimissioni per un avviso di garanzia».

Sabella: infiltrazione a Roma ora divenuta impossibile
L'assessore alla legalità del Campidoglio ed ex magistrato antimafia Alfonso Sabella ha assicurato che «Roma si è dotata di meccanismi tali che fenomeni di infiltrazione dell'amministrazione come quelli evidenziati dall'inchiesta su Mafia Capitale non possono più verificarsi». E ha assicurato: «Abbiamo fatto un'operazione di pulizia e trasparenza. Debiti fuori bilancio non se ne fanno più, di “somme urgenze” non ho avuto notizia finora, procedure negoziate se ne fanno poche, le commissioni aggiudicatrici vengono decise da un computer».

Grillo attacca ancora Marino
Beppe Grillo non molla la presa e dal suo blog continua ad attaccare il sindaco Marino e descrive così il degrado romano: «Se Visigoti e Lanzichenecchi tornassero nella Capitale per un altro Sacco di Roma non troverebbero nulla. Prima di loro infatti è passato il Pd». A lui ha fatto eco Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro del direttorio M5S che ha dichiarato: «Oggi leggevo delle intercettazioni di Salvatore Buzzi sui giornali dove diceva che a Pomezia non aveva nessuna protezione perché c'era un sindaco M5S “incorruttibile”. Questo ci fa capire quanto sia importante la presenza del Movimento in aree ad alta concentrazione criminale».

Spettro commissariamento, Pd blinda Marino
Costretti dalla nuova bufera di Mafia Capitale e dal timore di un commissariamento, Pd e giunta, Sel compresa, difendono a spada tratta il sindaco-chirurgo davanti alle richieste di dimissioni che piovono dalle opposizioni. La scadenza dell'ipotesi di uno scioglimento non è lontana: a fine luglio il prefetto di Roma dovrà decidere sulla base del lavoro degli ispettori che finirà il 15 giugno.

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