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Mafia capitale, l’affare del centro commerciale al posto del campo…

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l’inchiesta di roma

Mafia capitale, l’affare del centro commerciale al posto del campo rom

In ballo c’erano 10 milioni di euro che il gruppo francese Leroy Merlin era pronto a investire «sul sociale» a Roma, dopo aver ottenuto le concessioni per un centro commerciale. Un’occasione troppo ghiotta per Salvatore Buzzi, «braccio imprenditoriale» di Mafia Capitale. Attraverso Lionello Cosentino, ex segretario regionale del Pd Lazio, presenta un progetto per l’ampliamento del campo rom di La Barbuta, che finisce sulla scrivania del sindaco Ignazio Marino: «Gli è piaciuta molto…moltissimo, proprio tanto, tanto», precisa Silvia Decina, capo segreteria del primo cittadino.

La vicenda rientra nel più ampio capitolo d’indagine dei rapporti di Buzzi con la politica capitolina, nella vasta inchiesta per mafia condotta dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dall’aggiunto Michele Prestipino, con le indagini svolte dal Ros Lazio al comando del colonnello Stefano Russo. Legato a doppio filo con il boss Massimo Carminati, l’imprenditore dimostrerebbe di essere in stretti rapporti con i vertici politici del centrosinistra laziale. Ma Buzzi puntava anche al business dei rifiuti. In un’intercettazione telefonca si sente parlare così: «Sto con il re dei rifiuti con Cerrone... Davvero! E com’è? Poi ti dico stiamo a tentare di fare delle cose... che ci arrestano a tutti. Ma il ras delle cooperative romane aveva stretto relazioni anche con uomini della giunta Marino, tra i quali c’è il collaboratore del primo cittadino, Mattia Stella, che in prima persona si attiva per il «progetto Leroy Merlin». Stando agli atti sarebbe stato Antonio Lucarelli, ex capo di gabinetto del sindaco Gianni Alemanno (a presunto libro paga del clan), a indicare al gruppo francese Buzzi.

«Senti invece ho visto una cosa enorme – dice l'imprenditore in una telefonata col suo collaboratore, Carlo Guarany – sono stato ad un incontro con Leroy Merlin che vogliono fare un centro commerciale vicino al campo nomadi della Barbuta (…) Sarebbero disposti a riqualificare quella parte del campo nomadi abusiva (…) e mettere sul piatto 10 milioni di euro nel sociale per Roma». Racconta che «ho mandato subito un messaggino a Lionello Cosentino, dice “vieni domani”». Nella successiva conversazione che Buzzi ha con l’ex segretario regionale, quest'ultimo «assicura che avrebbe interessato il sindaco Marino per dargli un imput». Nei giorni successivi i contatti sono con la segreteria personale di Marino. Il capo dell’ufficio, Silvia Decina, chiama Buzzi: «Salvatore ciao, sono Silvia Decina, il capo segreteria di Ignazio Marino», «buongiorno Silvia – risponde l'imprenditore – ti volevo dire questo, che Lionello (Cosentino, ndr)…», «si – lo interrompe la donna – mi ha dato tutta la documentazione per Ignazio». Decina, dunque, aggiunge che «sulla questione Leroy Merlin adesso Ignazio l'ha vista e sta facendo convocare una riunione di staff…gli è piaciuta molto, moltissimo, appunto…proprio tanto, tanto». Inoltre, spiega che «ha chiesto (Marino, ndr) che la seguissimo noi qui direttamente dal gabinetto, perché se inizia a passare per tutti gli assessorati non ne usciamo vivi…». Tuttavia il progetto si blocca. Ci sono sollevazioni cittadine, per la contrarietà all’ampliamento del campo sinti il quale, tra l’altro, risulta in parte abusivo. Il progetto viene definitivamente accantonato a fine novembre scorso, in coincidenza con la prima ondata di arresti nell’inchiesta Mafia Capitale.

L’incartamento giudiziario, infine, restituisce anche la ricostruzione dei fatti di Luca Odevaine, ex componente del Tavolo tecnico sull’immigrazione del ministero dell'Interno, accusato di aver piegato la sua funzione a Buzzi. L’uomo, che ha percepito uno stipendio mensile dall'imprenditore, afferma: «Le somme che mi sono state date da Buzzi (…) costituivano la remunerazione in nero (…) per la mia attività di facilitatore dei rapporti con la pubblica amministrazione, in ragione delle mie conoscenze. Ero in grado di chiamare prefetti, dirigenti della Pubblica amministrazione e di risolvere o sbloccare i problemi con assoluta rapidità».

Infine, ieri si sono svolti gli interrogatori di garanzia di Brigidina Paone, collaboratrice all'assessorato alla Casa, Alessandra Garrone, compagna di Salvatore Buzzi, Angelo Marinelli, già appartenente alla segreteria dell'ex assessore alla Casa Daniele Ozzimo, Mario Monge, dirigente della cooperativa Sol.Co., e Santino Dei Giudici, presidente della società cooperativa Deposito Locomotive San Lorenzo. I primi due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, gli altri hanno respinto le accuse.

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