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Fiducia sulla scuola, 2mila assunti in più

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LA RIFORMA DELL’ISTRUZIONE

Fiducia sulla scuola, 2mila assunti in più

ROMA

Finale a sorpresa per la “Buona scuola” al Senato. Non tanto per la fiducia incassata dal governo con 159 sì e 112 no, quanto per l’aumento di 2mila unità delle assunzioni in programma a partire dal 1° settembre. Dai 100.701 precari da stabilizzare previsti dal disegno di legge originario e confermati durante il primo passaggio parlamentare alla Camera si passa infatti a 102.734. Una novità che non emerge dal maxiemendamento presentato ieri mattina dal governo e approvato dall’aula di Palazzo Madama, bensì dalla relazione tecnica che lo accompagna.

Degne di nota sono poi altre due modifiche dell’ultim’ora: la ciambella di salvataggio di quelle supplenze che l’esecutivo voleva cancellare (sul punto si veda l’articolo qui sotto) e lo slittamento al 1° settembre 2016 del tetto di 36 mesi agli incarichi a tempo determinato.

Gira e rigira a fare notizia è sempre il maxi-piano di assunzioni. Come detto i posti da assegnare alle due categorie di docenti interessati - vincitori e idonei dei vecchi concorsi incluso quello del 2012 e iscritti alle graduatorie a esaurimento - saranno duemila in più. Un incremento dovuto al maggior numero di cessazioni dal servizio verificatesi nel frattempo. Resta confermata invece la tempistica per la loro assegnazione. A settembre 2015 verranno assegnate infatti 47.476 cattedre tra turn over, posti disponibili e nuove immissioni sul sostegno. A queste si aggiungeranno altre 55.258 stabilizzazioni sui posti di potenziamento che dal 2016/2017 lasceranno spazio all’organico dell’autonomia. In questo caso, almeno stando alle stime del Miur, le assegnazioni dovrebbero concludersi entro novembre.

Rinviando alle schede qui accanto per le precisazioni sulla tempistica delle immissioni in ruolo in questa sede conviene soffermarsi sulle altre novità contenute nel testo depositato ieri. A cominciare dallo spostamento al 1° settembre 2016 del termine a partire dal quale i contratti a termine non potranno superare il tetto di 36 mesi ribadito dalla sentenza della Corte Ue del 26 novembre scorso. A completare il quadro dei cambiamenti finali c’è poi la precisazione dei criteri con cui il Miur dovrà assegnare il 10% di fondi perequativi agli istituti meno fortunati nelle scelte dei privati che decideranno di utilizzare il neonato “school bonus”. Il provvedimento conferma, inoltre, il rilancio del rapporto scuola-impresa (più alternanza con il lavoro e ore di laboratorio); e il concorso da 60mila posti da bandire a dicembre (qui non è prevista la riserva dei posti per gli abilitati Tfa e Pas).

Portare a casa il secondo via libera parlamentare sulla riforma della scuola è stato più complicato di quanto non dicano i 47 voti di margine sulla fiducia. Il governo ha dovuto fare i conti con le proteste dell’opposizione (dai grillini listati a lutto per il funerale alla scuola pubblica, ai ripetuti insulti, ai fischietti dei senatori di Sel) e con le defezioni all’interno della maggioranza (Mineo, Ruta e Tocci della minoranza Pd ad esempio non hanno votato, ndr). Da registrare la soddisfazione della ministra Stefania Giannini che ha parlato di «risultato straordinario» e ne ha anche approfittato per sottolineare: «Non mi sento assolutamente commissariata».

La palla passa ora alla Camera per il terzo passaggio, che l’esecutivo spera definitivo. Il ddl è calendarizzato in aula per il 7 luglio. Rispettare i tempi non sarà così facile visto che minoranza e sindacati restano sul piede di guerra.

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