La commissione Cultura della Camera, con votazioni lampo, ha licenziato il ddl di riforma della scuola dando, a maggioranza, il mandato al relatore a riferire in Aula, dove il testo è atteso il 7 luglio. L'esame dei circa 140 emendamenti si è concluso nel primo pomeriggio. «Tutte le richieste di modifica - ha detto la relatrice Maria Coscia al termine della seduta - sono state respinte». Il mandato al relatore a riferire in aula è stato approvato «dalla maggioranza - ha spiegato - contrari invece tutti i gruppi di opposizione». Il testo resta quello nella versione uscita dal Senato con voto di fiducia.
Approdo in Aula atteso il 7 luglio
È dunque sempre più vicino a diventare legge, con la terza lettura parlamentare, il provvedimento che sblocca 102mila assunzioni di precari, rafforza l'alternanza scuola-lavoro, introduce una prima tranche di merito nella retribuzione degli insegnanti e rafforza parzialmente il ruolo del preside si annuncia rapido.
Niente fiducia all’orizzonte
La maggioranza punta al varo definitivo senza modifiche anche in Aula alla Camera. A confermarlo è stata ieri la stessa relatrice Maria Coscia (Pd): «Alla Camera (in prima lettura, ndr) abbiamo apportato, tenendo conto delle critiche anche aspre ricevute e delle audizioni, notevoli miglioramenti al testo - ha dichiarato - il Senato ha proseguito positivamente su questa strada». Niente fiducia all'orizzonte, dunque. Almeno per ora.
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