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Grecia, Renzi: da domani tutti attorno a un tavolo. Grillo: l’Ue cambi rotta

Qualunque sia il risultato del referendum greco, da domani «si dovrà tornare a parlare e la prima a saperlo è proprio Angela Merkel». Così il premier Renzi, in un'intervista al Messaggero. Per il presidente del Consiglio, «quando finalmente terminerà la discussione greca, ci occuperemo di crescita e investimenti» in Europa. Quanto alla stima di Standard & Poor's di 11 miliardi di danni che il nostro Paese potrebbe subire, per Renzi l’agenzia di rating «considera uno spread a 650 per un anno. «Cifre - avverte - in nessun modo realistiche».

Renzi: da domani tutti attorno a un tavolo
Sui rischi per il nostro paese, il premier ribadisce che l’Italia non nulla da temere dal referendum greco, qualsiasi sia l’esito, perché «il lavoro fatto in questi mesi mette l'Italia in condizioni diverse rispetto al passato. Non siamo più sul banco degli imputati». Quanto alla reazione al referendum - aggiunge - e alle trattative che si apriranno il giorno dopo, «qualunque sia il risultato, lavoriamo in stretto contatto con i nostri partner europei». Renzi rimarca che un Paese così importante come la Grecia «non può finire così», ma «ovviamente è impossibile salvare la Grecia senza l'impegno del governo greco: la riforma delle pensioni, la lotta all'evasione, il nuovo mercato del lavoro dipendono da loro».

«Fare bene riforma costituzionale, senza correre»
Sulle questioni interne, Renzi conferma la «disponibilità» a modifiche della riforma costituzionale, dopo che 25 senatori della minoranza Pd sono tornati a chiedere il Senato elettivo. «Prendiamoci questi giorni di luglio - afferma - per verificare tutti insieme con spirito costruttivo le eventuali proposte di modifica», tenendo conto che l'importante è «far le cose bene, non correre per forza» ha detto Renzi. «Ma poi - aggiunge - il ddl Boschi andrà avanti e sarà approvato: a quel punto saranno i cittadini a decidere, con il referendum, il prossimo anno». Insomma il premier lascia intravedere una disponibilità a modificare il suo cronoprogramma (terza lettura della riforma entro agosto) pur di arrivare alla meta. Renzi, nell’intervista al Messaggero, affronta anche il caso Roma. Con una posizione che sembra più morbida sull’ipotesi dimissioni di Marino. Il presidente del Consiglio sostiene infatti che per il sindaco della capitale «andare avanti o fermarsi non è una scelta personale, ma una valutazione politica». Di qui l’alternativa: « se è in condizione di proseguire lo faccia, altrimenti chieda una mano». L’ultimatum lanciato a Porta a Porta il 16 giugno era diverso: «governi se è in grado altrimenti vada a casa».

Grillo: solidarietà al popolo greco, Ue cambi
Tornando alla Grecia, in queste ore una delegazione di politici italiani favorevoli al “no” al referendum sul piano della ex Troika è a Atene. Tra questi (oltre all’ex dem Stefano Fassina e a una delegazione di Sel guidata da Nichi Vendola) il ledaer del M5s Beppe Grillo. «Potere al popolo, non alle banche!» è il primo messaggio della giornata che Grillo posta da Atene sulla sua pagina Facebook. Oggi Grillo e alcuni esponenti M5S si trovano ad Atene per «manifestare solidarietà al popolo greco nel giorno del referendum che potrebbe cambiare le sorti dell'Europa». I primi a presentarsi n piazza Syntagma, in pieno centro ad Atene (luogo simbolo delle manifestazioni sul referendum per il piano dei creditori internazionali per il rientro del debito ellenico), sono stati Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista (entrambi membri del cosiddetto “direttorio”) e Laura Castelli. Non è ancora arrivato il leader del movimento, Beppe Grillo che ha preferito fare un giro nella zona del Pireo ad Atene. Il porto della capitale greca - in alcuni punti - è uno scenario che ben rappresenta la crisi economica ellenica: fabbriche dismesse e palazzi abbandonati.

Fassina: cura aggrava malattia Grecia, Renzi finge di non capire
«Il problema non è la Grecia, è la ricetta che aggrava la malattia. Speriamo che il popolo greco dia un contributo a un radicale cambio di rotta, che può avvenire solo se vince il no». Così a Sky TG24 l’ex Pd Stefano Fassina, parlando del referendum greco. «È evidente - prosegue - che la Grecia ha problemi seri, ma la cura somministrata in questi anni ha aggravato la malattia e le condizioni di Eurozona e Italia. Il Presidente del Consiglio fa finta di non capire, l’Italia si allinea all’interesse nazionale tedesco, fa un danno all’interesse nazionale italiano». Di qui il monito finale: «Continuando a far finta che la cura funziona, l’Eurozona va a sbattere».

Vendola a Renzi: no derby dracma-euro
Il leader di Sel Nichi Vendola contesta invece che la posta in palio nel voto di oggi sia un sì o un no alla permenenza nell’euro, come sintetizzato nei giorni scorsi da Renzi. «Non c'è nessun derby tra dracma e euro. È uno dei soliti falsi che confeziona il presidente del Consiglio. Né Syriza, né Tsipras propongono l'uscita dall'euro» afferma Nichi Vendola conversando con i cronisti in piazza Syntagma ad Atene in merito al referendum. «L'Italia ha giocato la parte più codarda - aggiunge - mentre poteva giocare ben altro ruolo contro l'austerity».

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