Italia

Scuola, ddl martedì in Aula per voto finale: sindacati in piazza

  • Abbonati
  • Accedi
alla camera

Scuola, ddl martedì in Aula per voto finale: sindacati in piazza

La riforma della scuola, dopo il via libera di Palazzo Madama è tornata alla Camera dove il ddl martedì 7 luglio approda in Aula per l’atteso voto finale. E non accenna a placarsi la protesta dei docenti che martedì, in concomitanza con il voto torneranno in piazza per dire no sino all'ultimo momento all'approvazione del disegno di legge di riforma della scuola. Organismi di settore, sigle sindacali confederali e autonome, si sono tutti dati appuntamento nella piazza antistante al Parlamento, dove ribadiranno il loro no anche in occasione del ritorno alla Camera del ddl: «un condensato di norme incostituzionali», che molti addetti ai lavori, ad iniziare dai docenti, ha da tempo chiesto di ritirare.

Le ultime novità introdotte nel ddl
Tra le novità previste dal maxi-emendamento sul quale il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia in Senato lo scorso 25 giugno, una valutazione dei presidi triennale e un Comitato di valutazione docenti rivisto nella sua composizione con una maggiore presenza di docenti e l'aggiunta di un membro esterno; l'assunzione dei circa 6 mila 500 idonei al concorso 2012 inseriti nel piano di assunzione straordinaria dei docenti precari operativo da settembre; la destinazione del 10% dello school bonus alle scuole con meno risorse e il tetto di 100 mila euro per le erogazioni liberali agli istituti.

Il via libera in commissione alla Camera
Il 2 luglio la commissione Cultura della Camera, con votazioni lampo, ha licenziato il ddl di riforma della scuola dando, a maggioranza, il mandato al relatore a riferire in Aula. Tutte le richieste di modifica sono state respinte». Il testo resta quello nella versione uscita dal Senato. Alla Camera, per ora, non è prevista la fiducia.

La mobilitazione del sindacato
Non demordono però i sindacati della scuola che, in un avviso a pagamento pubblicato oggi sui principali quotidiani («La mobilitazione continua»), rinnovano le loro critiche al ddl Buona scuola che martedì approda in Aula alla Camera per il passaggio finale del suo iter parlamentare. «Il Governo - si legge nell'inserzione siglata Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda - continua a sostenere provvedimenti dannosi per la scuola senza ascoltare insegnanti, studenti e famiglie. Non si può migliorare il sistema scolastico con provvedimenti che l'intero mondo della scuola ritiene, con solidi argomenti, sbagliati. Questa legge - insistono i sindacati - non risolve il problema del precariato, mortifica la partecipazione e la collegialità, non rispetta la libertà di insegnamento, propone un'idea distorta di valutazione e merito, cancella in gran parte la contrattazione».

Al via le prime 36.685 assunzioni
Intanto la locomotiva delle assunzioni dei docenti precari si mette in moto. E viaggia su un doppio binario: mentre alla Camera è in dirittura d'arrivo l'approvazione finale del Ddl Renzi-Giannini, con il piano complessivo di 102.734 stabilizzazioni, il ministero dell'Istruzione gioca d'anticipo e invia a Economia e Funzione pubblica la richiesta per immettere in ruolo, subito, i primi 36.685 insegnanti. Si tratta, per la precisione, di 21.938 nuovi professori che copriranno il turn-over con decorrenza 1° settembre 2015, e 14.747 docenti di sostegno (si completa così l'attuazione del piano Carrozza 2013 di potenziamento dell'organico per i ragazzi con disabilità). Discorso differente per gli ultimi 55mila posti del maxi-piano di stabilizzazioni che serviranno a far decollare l'organico dell'autonomia (quel surplus di 7-8 insegnanti aggiuntivi in ciascuna scuola da utilizzare per potenziare la didattica e i servizi agli studenti). La loro assunzione scatterà nel corso del prossimo anno scolastico (con il meccanismo della nomina giuridica), ma sempre dopo l'approvazione del Ddl, che fissa la cornice normativa (ed economica) per la loro assunzione “straordinaria”.

© Riproduzione riservata