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Il decreto pensioni è legge: ok definitivo del Senato

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DOPO LA SENTENZA DELLA CONSULTA

Il decreto pensioni è legge: ok definitivo del Senato

L'Aula del Senato ha approvato in via definitiva il decreto pensioni, che è stato convertito in legge senza modifiche rispetto al testo già approvato dalla Camera. I sì sono stati 145, i no 97; un astenuto. Il decreto (in scadenza il 20 luglio) è stato adottato dal governo dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato la illegittimità del blocco della rivalutazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps per il 2012 e 2013. Il governo ha previsto una restituzione parziale con quote variabili a seconda del livello della pensione rispetto al minimo. Tra le altre misure del decreto legge, l'incremento di risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga.

Al via i rimborsi parziali
Il provvedimento ristabilisce la rivalutazione parziale automatica sulle pensioni di importo compreso tra tre volte e sei volte il minimo Inps per il 2012- 2013 (con effetto trascinamento sul biennio successivo). Il mese prossimo un pensionato su tre, all'incirca 4,4 milioni di persone, riceverà dall'Inps il «bonus Poletti». Il provvedimento stanzia 2,18 miliardi per quest'anno e prevede oneri per circa 500 milioni dal 2016. Come è stato fatto osservare dall'Ufficio parlamentare di Bilancio (UpB), con questo intervento verrà restituito a parte dei pensionati penalizzati dalle norme del «Salva Italia» giudicate incostituzionali solo il 12% del totale. Ma lo si farà con un criterio di forte progressività: alla classe compresa tra 3 e 4 volte il trattamento minimo, che include quasi la metà della platea degli interessati, compete oltre un terzo dell'ammontare complessivo della mancata indicizzazione.

Pensioni pagate il primo del mese
Oltre al rimborso parziale della perequazione perduta il decreto introduce altre novità procedurali. La prima riguarda il pagamento di tutte le pensioni il primo del mese, già operativa da giugno. La seconda sterilizza invece il tasso di capitalizzazione negativo dei montanti contributivi che era scattato per la prima volta l'anno scorso (-0,1927 per cento) per via dell'andamento a sua volta negativo del Pil, cui questo parametro è agganciato nella media quinquennale. Si tratta di due misure che non hanno nulla a che fare con la sentenza della Corte costituzionale ma che erano state chieste dai vertici Inps.

Bellanova: «Bene, più risorse agli ammortizzatori sociali»
Plaude al via libera la sottosegretaria al Lavoro Teresa Bellanova, che ricorda come oltre a rispondere alle prescrizioni della Consulta, il decreto « si occupa in maniera incisiva anche di ammortizzatori sociali, aumentando considerevolmente le risorse ad essi assegnate». Dimostrando, aggiunge Bellanova, come il governo «prosegue nel suo impegno per la gestione delle crisi aziendali e soprattutto per garantire i livelli occupazionali durante i periodi di crisi», segno di «grande attenzione al mondo del lavoro e alla tutela del lavoro, e della consapevolezza che un sistema intelligente di ammortizzatori sociali, di accompagnamento e non di assistenza alle vertenze aziendali può, se utilizzato con la necessaria responsabilità, sostenere non solo la salvaguardia del lavoro ma anche il rilancio dell’impresa».

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