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Lavoro: frena tasso occupazione stranieri, ma resta più alto di…

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il rapporto del ministero

Lavoro: frena tasso occupazione stranieri, ma resta più alto di italiani

Aumenta il numero degli occupati stranieri nel 2014, ma è in costante calo il tasso di occupazione, mentre la quota di occupati stranieri sul totale è rimasta stabile intorno al 10,3%. Aumenta anche il tasso di disoccupazione dei migranti, salito al 16,9%. Ad ogni modo l'Italia è «l'unico tra i grandi Paesi europei in cui il tasso di occupazione dei cittadini stranieri si mantiene costantemente più alto di quello dei nativi». È quanto emerge dal quinto rapporto annuale “I migranti nel mercato del lavoro in Italia” del ministero del Lavoro, presentato alla Camera.

Nel 2014 occupati stranieri +110 mila
In Italia nel 2014 ci sono stati 111 mila lavoratori stranieri occupati in più rispetto all'anno precedente (a fronte di una diminuzione dell'occupazione di italiani pari a 23mila individui circa). Il tasso di occupazione dei lavoratori stranieri ha però conosciuto una costante contrazione. In quattro anni il valore dell'indicatore nel caso dei cittadini comunitari è calato di 5,5 punti (68,1% nel 2010 a fronte del 62,6% del 2014), così come è calato il tasso degli extracomunitari di 4,1 punti (dal 60,8% al 56,7%); riduzioni molto più ampie rispetto ai -0,8 punti in cinque anni rilevati per gli occupati italiani. Aumenta anche il tasso di disoccupazione dei lavoratori immigrati, salito al 16,9%. Gli immigrati in cerca di impiego nel 2014 infatti sono 465.700 (11 mila in più in un anno). L'Italia si conferma il terzo Paese europeo in termini di accoglienza di cittadini stranieri, con 4,9 milioni di migranti, e l'unico di questi Paesi che mantiene un tasso di occupazione degli stranieri superiore a quello dei lavoratori autoctoni.

Tasso di occupazione più alto tra gli immigrati
La crescita dell'occupazione degli stranieri nel 2014 è particolarmente significativa nei settori dell'agricoltura (+13,8%), dell'industria (+7,6%), del commercio (+7%). In alcuni comparti sono gli immigrati «a garantire la tenuta dell'occupazione» negli ultimi due anni. In particolare nel commercio si registra una crescita dell'occupazione extra Ue (+9%) a fronte di un calo della componente italiana del 2,4% e lo stesso discorso vale per agricoltura. Al contrario nelle costruzioni, la «gravissima crisi» del settore ha portato a una perdita di occupazione sia per gli italiani (-2,6% sul 2013) che gli immigrati comunitari (-2,4%) ma soprattutto per gli extracomunitari (-19,6%).

L’identikit del lavoratore immigrato
L'identikit del lavoratore migrante che emerge dal rapporto parla di una stragrande maggioranza, circa il 76,8%, alle dipendenze con la qualifica di operaio. Appena l'8% invece, gli stranieri occupati come impiegati, contro il 35% degli italiani, e ancora molto meno quelli che riescono ad intraprendere una carriera dirigenziale, appena lo 0,9% degli occupati, contro l'8% degli italiani. Un profilo occupazionale che si ripercuote sulle retribuzioni: poco meno del 40% dei lavoratori dipendenti Ue ed Extra-Ue percepisce un salario che non supera gli 800 euro (contro il 15,2% degli italiani) e circa il 39,8 una busta paga sotto i 1.200 euro.

Filippini al top per occupazione
La partecipazione dei migranti al mercato del lavoro comunque resta fortemente diversificata per comunità di provenienza. A denunciare tassi di occupazione tra i più alti dunque i filippini (80%); i peruviani (62%); i modavi e gli ucraini (67%). Tra i maggiormente disoccupati, invece, i marocchini (27%) i tunisini (24%), gli albanesi (22%) e i pakistani (20%). C'è da annotare, come fa il Rapporto, infine, che per molte comunità l'esclusione della donna da qualsiasi attività lavorativa è rilevantissima: tra le pakistane non lavora circa il 90%, tra le bengalesi l'80%, egiziane (74%), indiane (71%) marocchine (66%) e tunisine (61%) .

Alleva (Istat): straniero 1 su 4 in Italia 2065
Alla presentazione del rapporto il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva ha fatto notare che tra 50 anni una persona su quattro in Italia sarà straniera. «Per il 2065 i dati portano a immaginare una presenza straniera in Italia di 14 milioni di persone» ha detto Alleva, per il quale «lo scenario di lungo periodo è quello di un paese multiculturale con una quota di stranieri nell'ordine del 23% della popolazione». Alleva ha parlato di un «cambiamento strutturale» e non di una «situazione emergenziale». La presenza straniera in Italia complessivamente tra il 2007 al 2014 è cresciuta ad un tasso medio del 7,8% contro un calo medio della popolazione nazionale residente dello 0,1%. Ad aumentare, in generale negli ultimi due anni, la presenza egiziana, +25%, quella bengalese, +20%, quella nigeriana, +18,3% e quella filippina +15,3% anche se resta saldamente in testa alla classifica l'Albania, con 450mila individui, il Marocco (408mila), la Cina (197mila), e l'Ucraina (180mila).

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