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Caso Crocetta, la Procura apre inchiesta su intercettazione

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la telefonata rivelata dall’espresso

Caso Crocetta, la Procura apre inchiesta su intercettazione

Un'inchiesta senza reati né indagati, sarà aperta dalla Procura di Palermo sulla pubblicazione dell'intercettazione di una presunta conversazione tra il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e il suo medico Matteo Tutino (agli arresti domiciliari per truffa). Secondo L'Espresso, che ha riportato la notizia - smentita dalla Procura, ma confermata dal settimanale - Tutino avrebbe detto al presidente della Regione che l'ex assessore alla Sanità Lucia Borsellino avrebbe dovuto fare la fine del padre (il magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992 ndr). All'altro lato dell'apparecchio Crocetta, che dell'antimafia ha fatto un vessillo, sarebbe rimasto in ascolto, senza reagire.

Crocetta: silenzio totale, dolore infinito
«Il mio silenzio è totale. Il silenzio del mio dolore infinito». Così Crocetta, oggi all'Ansa, il giorno dopo le polemiche scatenate dalla presunta intercettazione. Crocetta che ieri si è autosospeso (gesto d'impeto dal valore politico, non prevista, però, dallo Statuto siciliano) aveva assicurato: «Non ho sentito questa frase».

Legale Crocetta: valutiamo azioni contro L'Espresso
Anche il legale di Tutino, che annuncia azioni legali, ha negato che il suo assistito la abbia pronunciata. «Stiamo valutando tutte le azioni legali opportune e necessarie a tutelare l'onorabilità del presidente Crocetta e a risarcirlo del danno morale subito», ha annunciato Vincenzo Lo Re, difensore del governatore siciliano Rosario Crocetta.

Espresso: intercettazione verificata con più fonti
Ma L’Espresso conferma tutto. «L'intercettazione esiste, l'abbiamo ascoltata» ha ribadito il direttore dell'Espresso, Luigi Vicinanza, a proposito della smentita da parte del capo della Procura di Palermo, Franco Lo Voi, secondo cui l'intercettazione tra Tutino ed il presidente della Sicilia non è agli atti di alcun procedimento della stessa Procura e «neanche tra quelle registrate dal Nas». L'intercettazione è stata «ascoltata dai cronisti del settimanale, e verificata con più fonti prima di darne notizia» ha ribadito Vicinanza, per il quale «L'Espresso non ha inventato nulla, non ha aggiunto nulla e non ha nascosto nulla. Ha avuto una notizia, l'ha verificata e l'ha pubblicata. Del tutto indifferente a eventuali strumentalizzazioni politiche. Ed esiste esattamente come riportato nel nostro articolo». Per Vicinanza la Procura di Palermo «può legittimamente» sostenere che non ci sia nulla in merito a quella intercettazione «se sta svolgendo altre indagini inerenti. Lo ha fatto anche in passato, quando ha smentito nostre notizie che poi invece si sono rivelate vere».



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