Italia

Bancarotta, Verdini rinviato a giudizio. E lascia Berlusconi

  • Abbonati
  • Accedi
la decisione del gup di firenze

Bancarotta, Verdini rinviato a giudizio. E lascia Berlusconi

Il senatore Denis Verdini è stato rinviato a giudizio dal gup di Firenze nell'ambito di un procedimento in cui viene ipotizzata la bancarotta fraudolenta per il fallimento di una ditta che aveva un debito di 4 milioni di euro con il Credito Cooperativo fiorentino, che era presieduto da Verdini. A giudizio anche due imprenditori. La notizia è giunta mentre era in corso a palazzo Grazioli un pranzo tra il senatore azzurro e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, dopo le recenti divergenze tra i due, in particolare per quanto riguarda la linea politica da tenere con il premier Matteo Renzi. Al termine è arrivato l’addio fra i due e Verdini ha lasciato Silvio Berlusconi e quel cerchio magico con il quale ormai era in rotta di collisione da tempo.

Il nuovo gruppo si chiamerà «Liberali e popolari»
«Le nostre posizioni sono troppo distanti, ho i numeri per fare un gruppo al Senato, vado via», è il ragionamento con cui Denis Verdini ha detto addio a Forza Italia. A Verdini servono dieci senatori per dar vita a un nuovo gruppo a palazzo Madama che dotrebbe nascere la prossima settimana. «Ho i numeri», ha assicurato al Cavaliere. Gli uomini vicini all'ex garante del patto del Nazareno assicurano di avere già 11 firme in calce all'atto di nascita dell'associazione «Liberali e popolari» da cui si genererà la formazione parlamentare. I nomi che vengono dati per certi da fonti verdiniane, in realtà, per lo più non provengono da Forza Italia e sono in totale 9. Dai Conservatori riformisti di Fitto arriverebbero Eva Longo e Ciro Falanga mentre da Gal proverrebbero: i lombardiani Antonio Scavone e Luigi Compagnone, Vincenzo D'Anna (già proclamatosi `portavoce´ del gruppo) e Lucio Barani. A lasciare Forza Italia, oltre a Verdini, sarebbe poi il fedelissimo Riccardo Mazzoni. Anche Riccardo Conti, già passato al Misto - dicono - sarebbe dei loro. In bilico vengono considerati Pietro Langella (ora in Ap) e Michelino Davico (anche lui in Gal). Ma un forte pressing è in atto anche sui tosiani.

Per Berlusconi la terza scissione dall’inizio della legislatura
Dentro Forza Italia, tuttavia, la convinzione è che i numeri siano molto più ballerini di quanto Verdini non abbia millantato. Per Berlusconi si tratta della terza scissione del partito in questa legislatura, dopo quella di Alfano e Fitto. L'ordine di scuderia dato del leader azzurro ai suoi è quello di non commentare l'addio dell'ex coordinatore.

© Riproduzione riservata