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Mattarella: ci batteremo con determinazione per i Marò

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Via all’XI Conferenza degli ambasciatori

Mattarella: ci batteremo con determinazione per i Marò

«L'Italia si batterà perchè Massimilano Latorre resti in Italia e Salvatore Girone possa farvi rientro». Lo ha ribadito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aprendo con il suo discorso i lavori alla XI Conferenza degli ambasciatori italiani nel mondo alla Farnesina. «I valori sui cui si fonda la Repubblica Italiana», ha anche osservato Mattarella, «sono valori di pace, umanità e crescita solidale. Possiamo esserne orgogliosi e portarli nel mondo a testa alta, Sappiano, senza retorica, che vi è bisogno di Italia nell'Europa e nel mondo». Il capo dello Stato ha anche ribadito il massimo impegno di tutti «per restituire alla libertà e all'affetto dei propri cari i quattro tecnici italiani rapiti: Filippo Calcagno, Salvatore Failla, Fausto Piano e Gino Pollicardo. E l'impegno italiano resta massimo anche nei confronti di padre Paolo Dall'Oglio, sequestrato in Siria nel luglio 2013».

Accordo con la Grecia sia leva per uscire dall'emergenza
«Giudichiamo positivamente l'accordo di Bruxelles, che ha scongiurato l'uscita della Grecia dall'euro e il suo fallimento finanziario», ha detto il presidente della Repubblica in un passaggio del suo intervento. «Tuttavia, - ha osservato ancora - non possiamo nascondere la sensazione dell'affievolimento dei legami di solidarietà che queste settimane hanno drammaticamente evidenziato; legami che sono, invece, indispensabili per sostenere il telaio politico e giuridico dell'Unione».Eha spiegato che il compromesso raggiunto in extremis sulla Grecia, «sarà virtuoso se diventerà la leva per far uscire l'Europa da questa emergenza, aprendo il cantiere di una nuova governance dell'euro come vero e proprio governo, adeguato e democratico, della moneta unica».

Terrorismo, no guerra, ma patto di civiltà
Parlando di terrorismo ha sottolineato che «quella che dobbiamo intraprendere e stiamo svolgendo è una battaglia politica e culturale, prima ancora che militare, contro l'estremismo e il fanatismo, contro chi fomenta divisioni, odio e radicalismo, soprattutto tra le generazioni più giovani, negli ambienti più emarginati. Abbiamo bisogno non di una guerra di civiltà, ma di un `patto di civiltà´ che riscopra quell'interazione positiva tra Islam e Occidente che la storia ha già conosciuto. Un'interazione che deve prosciugare i giacimenti di odio e deve provare a definire politiche di sviluppo e principi comuni, a partire dai diritti fondamentali della persona umana, ponendo fine alle persecuzioni per ragioni etniche o religiose come nel caso delle comunità cristiane in Oriente».

Accordo con la Grecia sia leva per uscire dall'emergenza
«Giudichiamo positivamente l'accordo di Bruxelles, che ha scongiurato l'uscita della Grecia dall'euro e il suo fallimento finanziario», ha detto il presidente della Repubblica in un passaggio del suo intervento. «Tuttavia, - ha osservato ancora - non possiamo nascondere la sensazione dell'affievolimento dei legami di solidarietà che queste settimane hanno drammaticamente evidenziato; legami che sono, invece, indispensabili per sostenere il telaio politico e giuridico dell'Unione».Eha spiegato che il compromesso raggiunto in extremis sulla Grecia, «sarà virtuoso se diventerà la leva per far uscire l'Europa da questa emergenza, aprendo il cantiere di una nuova governance dell'euro come vero e proprio governo, adeguato e democratico, della moneta unica».

Terrorismo, no guerra, ma patto di civiltà
Parlando di terrorismo ha sottolineato che «quella che dobbiamo intraprendere e stiamo svolgendo è una battaglia politica e culturale, prima ancora che militare, contro l'estremismo e il fanatismo, contro chi fomenta divisioni, odio e radicalismo, soprattutto tra le generazioni più giovani, negli ambienti più emarginati. Abbiamo bisogno non di una guerra di civiltà, ma di un `patto di civiltà´ che riscopra quell'interazione positiva tra Islam e Occidente che la storia ha già conosciuto. Un'interazione che deve prosciugare i giacimenti di odio e deve provare a definire politiche di sviluppo e principi comuni, a partire dai diritti fondamentali della persona umana, ponendo fine alle persecuzioni per ragioni etniche o religiose come nel caso delle comunità cristiane in Oriente».

Ripensare l’approccio europeo verso l’Africa
« Anche le politiche dell'immigrazione europee dovrebbero tendere verso una certa omogeneità », ha sottolineato Mattarella, ricordando che «l'integrazione è un fattore di sicurezza». Per il capo dello Stato «da come l'Europa saprà integrare i migranti - anche costruendo percorsi di cittadinanza - dipenderà e non poco la pace e il dialogo con i popoli di provenienza». Necessario «accogliere, per quanto possibile, e aiutare i Paesi da cui nascono i flussi migratori, anche per evitare che questi divengano sempre più imponenti e incontrollabili, è moralmente giusto ed è, inoltre, nell'interesse, immediato e futuro, dell'Europa», ha aggiunto. «Del resto - ha sottolineato - in un'ottica di lungo periodo, va ripensato anche l'approccio europeo verso l'Africa: questo grande Continente può diventare e diventerà, sempre di più, un partner con cui cooperare e condividere strategie e responsabilità, piuttosto che un semplice destinatario di politiche e aiuti altrui».

Sono 298 le sedi all'estero dipendenti dalla Farnesina
Tra ambasciate, consolati, rappresentanti permanenti, delegazioni diplomatiche e istituti di cultura, sono 298 le sedi all'estero dipendenti dalla Farnesina: 125 ambasciate, di cui 27 nell'Unione europea, 23 in Asia e Oceania, 21 nelle Americhe, 20 nell'Africa subsahariana, 18 nella regione del Mediterraneo e Medio Oriente e 16 nella restante area europea extra Ue. Un'attività complessa che «non può passare attraverso un'ulteriore riduzione delle risorse umane e finanziarie», ha sottolineato il segretario generale della Farnesina Michele Valensise, ma deve procedere attraverso «una razionalizzazione delle procedure e dei metodi di lavoro, concentrando le nostre energie sull'innovazione per stare sempre più al passo con i tempi». Presenti alla conferenza le più alte cariche dello Stato, esponenti del governo e delle forze armate. Tra gli altri, i presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, i ministri Paolo Gentiloni, Stefania Giannini, Roberta Pinotti, l'Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza Federica Mogherini.

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