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Caso Azzollini, Renzi: Parlamento non è il passacarte della…

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dopo il no all’arresto del senato

Caso Azzollini, Renzi: Parlamento non è il passacarte della Procura di Trani

Il Parlamento non è «il passacarte della Procura di Trani». A dirlo è il premier-segretario Matteo Renzi, che in conferenza stampa al termine del Cdm di oggi ha difeso il voto dell’Aula di palazzo Madama che mercoledì scorso ha detto no alla richiesta di arresto avanzata dai magistrati pugliesi nei confronti del senatore Ncd Antonio Azzollini. Nel caso specifico, ha chiarito, «chi ha letto le carte ha ritenuto in larga maggioranza, di votare contro l'ipotesi di arresto. Io credo alla buona fede e all'intelligenza dei senatori e dei deputati. Se vedendo le carte hanno ritenuto sussistere il fumus persecutionis, evidentemente si assumono le proprie responsabilità».

I precedenti del Pd sul fumus persecutionis
«Il Pd è quel partito che quando si è trattato di mandare ai domiciliari, o addirittura in galera, un proprio deputato lo ha fatto, perché si riteneva che non vi fosse fumus persecutionis», ha aggiunto il premier riferendosi all’orientamento prevalente dei senatori dem, in gran parte contrari all’arresto nonostante il partito si fosse espresso a favore in giunta per le autorizzazioni, lasciati liberi di decidere secondo coscienza da una lettera diffusa alla vigilia del voto in Assemblea del capogruppo dem Zanda.

Fiducia nelle scelte degli eletti dem
Renzi ha ribadito quindi la sua fiducia nei parlamentari eletti nella fila del Pd, «un partito politico che, avendo grande rispetto della Costituzione, crede nei valori che essa rappresenta, a partire dal rispetto della magistratura. Rispettare la magistratura significa rispettare le competenze che hanno i giudici e che hanno gli altri». Antonio Azzollini, fino a pochi giorni fa presidente della commissione Bilancio di Palazzo madama, è al centro di un’inchiesta per bancarotta fraudolenta connessa alla gestione commissariale della Casa della divina provvidenza di Trani.

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