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Salvini scatenato: «A novembre blocchiamo l’Italia tre giorni …

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escalation della lega

Salvini scatenato: «A novembre blocchiamo l’Italia tre giorni per far cadere governo, i vescovi non rompano»

«La prima settimana di novembre fermiamo l'Italia per mandare a casa il governo. Tre giorni di blocco totale, di spallata in cui tutta la gente per bene si ferma, da Nord a Sud, isole comprese. Segnatevi le date: il 6, il 7 e l'8 novembre». È l'iniziativa lanciata ieri sera da Matteo Salvini alla Festa di Ponte di Legno (Brescia). Intervistato da Paolo Del Debbio, il leader della Lega ha ribadito ancora le sue critiche sul tema immigrazione al segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino (che aveva definito i leghisti «piazzisti di fanfaronate da osteria») che ha attaccato così: «Libera Chiesa in libero Stato. Il vescovo fa il vescovo e non rompe le palle ai sindaci e a chi amministra le città».

Salvini: fermiamo Italia 3 giorni, spallata a governo
Salvini ha alzato insomma la posta. E minaccia di prendersi la scena politica in autunno, annunciando a Ponte di Legno il tentativo di rovesciare il governo Renzi. Un’iniziativa destinata ad animare sicuramente il dibattito politico nelle prossime settimane. «Tre giorni di spallata - ha scandito - di blocco totale durante i quali fermiamo l'Italia per mandare a casa questo governo e far ripartire iol Paese». Pochi i dettagli sull’iniziativa, al di là delle date: il 6, il 7 e l'8 novembre. «Non mi interessano i colori politici - ha aggiunto Salvini - la Lega lancia questa proposta: tre giorni nella prima settimana di novembre blocchiamo tutto, fermiamo tutto, non consumiamo più un accidente, non compriamo più niente, non paghiamo più una lira, ma ci fate votare e torniamo un paese normale». Scenderete in piazza? È stato domandato: «Ovvio, la piazza è casa nostra», ha risposto Salvini.

«Vescovi non rompano le palle ai sindaci»
Il segretario della Lega è tornato anche a rinfocolare la polemica a distanza con il segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino sul tema immigrazione: «Io rispetto chi mi rispetta - ha detto Salvini - So che la Chiesa, per il novanta per cento, è sana. C'è però qualche vescovo che fa politica. E poi un vescovo non dovrebbe insultare». E ha aggiunto: «Libera Chiesa in libero Stato. Il vescovo fa il vescovo e non rompe le palle ai sindaci e a chi amministra le città», con riferimento alle richieste di molti primi di cittadini del Nord di mettere un argine agli arrivi di migranti sul loro territorio.



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