Italia

Unioni civili, passa il compromesso Pd in commissione: sono…

  • Abbonati
  • Accedi
palazzo madama

Unioni civili, passa il compromesso Pd in commissione: sono «formazioni sociali specifiche»

L’unione civile tra persone dello stesso è una «formazione sociale specifica». Sta nell’espressione contenuta nell’emendamento del Pd approvato all’articolo 1 del ddl Cirinnà dalla commissione Giustizia del Senato, riunita oggi, la soluzione di compromesso con cui si spera di raffreddare gli animi tra i senatori della maggioranza. In particolare tra quelli del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, che chiedeva a gran voce di chiarire meglio nel testo la distinzione tra unioni civili e matrimonio. Se non bastasse a superare l’opposizione dei centristi, non si esclude però la strada di forzare i tempi e andare subito in Aula senza mandato al relatore. Dove il Pd può contare sui voti di Sel e del M5S.

Renzi: «sì» entro l’anno, patto di civiltà
Il premier Matteo Renzi, nella lunga intervista di stamane a Rtl 102.5, ha ribadito che il «sì» al testo arriverà entro l’anno, «ma molto - ha precisato - dipenderà da come andrà la discussione al Senato». «Bisogna fare velocemente entro settembre le riforme - ha affermato il presidente del Consiglio - poi chiudere entro le prime settimane di ottobre sulle unioni civili, prima della legge di stabilità e dopo la riforma della costituzione», in modo che poi il ddl passi al vaglio di Montecitorio. Perché «è un patto di civiltà al quale non rinunciamo». L’ufficio di presidenza della commissione, presieduta da Francesco Nitto Palma (Fi) ha fissato per ora il calendario fino a mercoledì 9 (oggi gli emendamenti sono stati sfoltiti di 150, tra preclusi e votati, su 1.500; si riprende martedì e mercoledì con possibile notturna), in attesa della capigruppo di Palazzo Madama che si terrà giovedì 10. Ma la relatrice Monica Cirinnà ha assicurato: «Andremo avanti celermente, andremo in Aula prima del 15 ottobre».

Il compromesso raggiunto
L’espressione «formazione sociale specifica», contenuta in un subemendamento dell’area cattolica del Pd riformulato proprio dalla relatrice, è passato con l’astensione di Ncd e Lega. E compare dunque ora come premessa al primo articolo del testo, quello che permette le unioni civili mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni. Una modifica che vale, nelle intenzioni del Pd, a precisare che le unioni civili rappresentano una formazione sociale (non un istituto giuridico) «specifica», quindi distinta dal matrimonio, come invocavano i centristi. «È una premssa coerente con la sentenza della Corte costituzionale, che riconosce le unioni civili come coppie e va al di là del mero riconoscimento dei diritti dei singoli», ha sottolineato il capogruppo Pd in commissione, Giuseppe Lumia, che ha di nuovo invitato al dialogo il Ncd, definendo l’ostruzionismo «un errore».

Sacconi (Ncd): «Formazione sociale? Un disperato espediente»
Ma le prime reazioni dei senatori Ncd sono tutt’altro che entusiaste. Per Maurizio Sacconi «la definizione delle unioni civili come specifica formazione sociale appare come un disperato espediente» per distinguerle dal matrimonio, ma «la descrizione di questa “formazione sociale” è quella del matrimonio». L’astensione a Palazzo Madama, ricorda il presidente della commissione Lavoro, «ha lo stesso significato del voto contrario». E non cancella, per Sacconi, il rischio di consentire alle coppie gay l’adozione o l’utero in affitto. Dello stesso parere il capogruppo Ncd in commissione Giustizia, Carlo Giovanardi, che parla di «riduzione del danno» ma avverte: «La nostra astensione vale come un voto contrario» perché l’emendamento «non risolve i nodi della reversibilità delle pensioni, dell’utero in affitto e delle adozioni».

Alfano: lasceremo libertà di coscienza
Dentro Ncd, va chiarito, non tutti la pensano allo stesso modo. L’auspicio dei più “governativi “ (da Dorina Bianchi a Fabrizio Cicchitto) era proprio quello di arrivare a «una sintesi», come ha detto ieri il capogruppo a Palazzo Madama Renato Schifani. Il leader di Ncd ha ribadito in serata la linea del partito alla Festa dell’Unità di Milano: «Lasceremo libertà di coscienza, ma questo non ci esime dall'esprimere un giudizio: siamo dell'idea che sia giusto un rafforzamento dei diritti ma siamo contrari all'equiparazione con la famiglia e siamo contrari all'adozione». E ha aggiunto: «Speriamo di trovare un punto d'intesa nell'interesse di tutti».

© Riproduzione riservata