La discussione sulla possibilità che le spese degli Stati Ue impiegate per l'accoglienza dei migranti possano essere scomputate dagli obiettivi del Patto di Stabilità e Crescita è appena agli inizi e ogni ipotesi è prematura. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al termine della riunione informale dell'Ecofin e dell'Eurogruppo a Lussemburgo, ha spiegato che il tema della flessibilità delle spese per l'accoglienza «è stato portato all'attenzione dell'Ecofin».
«La Commissione europea - ha aggiunto - valuterà non solo in che senso le risorse impiegate dagli Stati membri possano essere riconsiderate, e questo è tutto da vedere, ma c'è stata anche la discussione sul modo in cui le strategie di crescita e sostegno al welfare dell'Unione possano tenere conto in futuro di questo grande flusso rifugiati che sta interessando tutta l'Europa».
Il possibile nuovo orientamento di Bruxelles, dopo i segnali degli ultimi giorni. è stato commentato anche dal commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, arrivando all'Ecofin informale a Lussemburgo. «Molti Paesi ieri hanno chiesto di riflettere sui costi economici della crisi dei rifugiati.
Tema di nuovo all’ordine del giorno ad Ecofin di ottobre
«La Commissione europea è pronta a condurre tutte le analisi chieste dagli Stati membri sia sugli effetti economici che sul bilancio», ha aggiunto Moscovici, spiegando che verrà tenuta in considerazione «ogni circostanza eccezionale e torneremo qui con analisi molto precise». Al Consiglio Ecofin del prossimo 5 e 6 ottobre il tema dovrebbe essere nuovamente discusso dai ministri Ue delle Finanze. Nel caso in cui si decida di riflettere sulla flessibilità dei costi rispetto alle regole del Patto di Stabilità, «la Commissione farà le proprie valutazioni quando si tratterà di esaminare il bilancio degli Stati», ha concluso.
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