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Riforme, verso voto in direzione Pd: trattative in corso su elezione Senato

A poche ore dalla direzione del Pd convocata da Matteo Renzi, si continua a ragionare sul nodo Senato. La trattativa è ancora in corso per arrivare ad una soluzione che metta d'accordo chi, come la minoranza Pd, chiede che i senatori vengano eletti, contestualmente ai consiglieri, direttamente dai cittadini e chi, come la maggioranza del partito, resta ferma sul fatto che a indicare i nuovi senatori siano i consigli regionali (lasciando fermo il principio dell’elezione di secondo grado) su indicazione dei cittadini. Dettagli, che non dovrebbero impedire di trovare in zona Cesarini un accordo dentro al partito. Intanto si aspetta di ascoltare quello che dirà, con la sua relazione, il premier e segretario questo pomeriggio nella riunione che, secondo fonti Pd, si concluderà con ogni probabilità con un voto. Starà anche a Renzi trovare le parole giuste per stemperare la tensione.

Bersani assente a direzione Pd, chiude Festa Modena
Certo è che Pierluigi Bersani non sarà presente alla direzione del Pd. A quanto si apprende, l'ex segretario è previsto alla chiusura della Festa del Pd di Modena, in agenda da settimane, e quindi non parteciperà alla riunione prevista tra poco al Nazareno

Riforme: Zanda, ottimista su accordo, aspiro a Pd compatto
Ad ogni modo, i segnali di pace si moltiplicano nel partito. E tutto lascia pensare che la mediazione stia per dare i suoi frutti. Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato, in un'intervista al Corriere della Sera si è detto «ottimista sull'accordo» e sostiene di non temere «imboscate» sui voti segreti. Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, in un'intervista a Repubblica, ha ribadito che l'elezione diretta dei senatori non sarà inserita nella Costituzione ma sottolinea anche «la massima disponibilità» a trattare sul resto. La distanza con la minoranza dem è sulla modalità di coinvolgimento dei cittadini nell'indicazione dei senatori: «Le soluzioni tecniche si trovano - ha assicurato - ma una cosa deve essere chiara. Quel che è stato oggetto di doppia lettura conforme non è modificabile. Assunto questo, se si vuole, ci sono gli spazi per discutere».

Appello Martina a minoranza: base non capirebbe no
Un appello all’unità è arrivato anche dalla minoranza “dialogante” del Pd. «Se restiamo al merito della questione, la possibilità di chiudere bene il confronto interno al Pd c'è ancora tutta»ha assicurato Maurizio Martina, ministro della Politiche Agricole, in un'intervista al Messaggero. E ha aggiunto: «Bisogna dare atto al segretario Renzi di avere aperto uno spazio di ragionamento nuovo e il mio appello è di stare concentrati sul merito, senza aggiungere elementi e proposte che possano portarci fuori strada. Credo che si tratti solo di fare l'ultimo miglio. Tanto più che i nostri elettori si aspettano da noi proprio questo passo unitario»

Verso un accordo sull’articolo 2
Tra i bersaniani, da Vannino Chiti a Miguel Gotor, stanno seriamente lavorando all'accordo in Senato con i colleghi della maggioranza del Pd, e l’accorso è dato ormai per assodato un po' da tutti. La stessa ministra Boschi ha ieri ribadito la disponibilità a intervenire sul comma 5 dell'articolo 2, l'unico che è stato cambiato alla Camera, secondo il principio della doppia conforme ribadito anche dalla presidente della prima commissione Anna Finocchiaro. «Su questo discutiamo - ha detto Maria Elena Boschi -. Ma non ci sia la tentazione di ricominciare daccapo». Insomma, l'elezione di secondo grado resta. L'ipotesi è quella di aggiungere in coda al comma 5, che finisce con la parola «eletti», una frase che dica più o meno «in base all'indicazione degli elettori secondo quanto stabilito dalle leggi elettorali regionali». Saranno dunque le Regioni a scegliere, all'interno dei loro meccanismi di voto, quale soluzione tecnica adottare: i listini bloccati, i listini con preferenza, il principio che è anche senatore il consigliere che abbia raccolto più preferenze.

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