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Renzi: canone Rai in bolletta a 100 euro. Nel 2016 tagliamo l’Ires

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«canone rai ridotto a 100 euro»

Renzi: canone Rai in bolletta a 100 euro. Nel 2016 tagliamo l’Ires

Per l’annunciato taglio dell'Ires «sotto il 25%» occorrerà attendere il 2017, ma «almeno in parte» questo verrà anticipato al 2016 con «un'intervento significativo di riduzione delle tasse per le imprese» Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervistato a «In 1/2 ora» da Lucia Annunziata su Rai 3. L’anno prossimo scenderà anche il canone Rai, che «passerà da 113 euro a 100 euro». Per il premier «lo devono pagare tutti: credo che lo strumento che verrà scelto sarà la bolletta. Chi è onesto - ha concluso - paga meno. In Italia è finito il tempo dei furbi».

Voluntary disclosure, possibili nuove entrate per 5 miliardi
Il Fisco, la lotta all’evazione e il cantiere della legge di Stabilità 2015 sono i temi centrali dell’intervista. Il premier ricorda in particolare l’impegno per combattere «l'evasione interna ed esterna, con uno sforzo per far emergere i capitali portati all'estero e far pagare le tasse a tutti», e come lo Stato abbia già incassato 1,5 miliardi grazie alla voluntary disclosure. «Sul prossimo anno saremo molto prudenti nella legge di Stabilità, metteremo poco: 2-2,5 miliardi di euro», assicura, «ma sono convinto che dalla Svizzera arriverà una cifra intorno ai 5 miliardi». Parlando degli incentivi alle imprese per i neoassunti il premier conferma l’intenzione di ridurli nel prossimo futuro «perché funzionano solo se sono una tantum, sennò diventano una sorta di metadone». In futuro, comunque, non ci saranno più i finanzieri mandati «a fare la posta fuori dei negozi di lusso, come a Cortina», perchè «è un meccanismo sbagliato che fa pensare a uno stato di polizia».

Migliora la previsione del Pil: «Arriveremo all’1%»
Il premier ricorda poi che la «prima riforma da fare è restituire fiducia a italiani», e quindi mette sul tavolo il miglioramento della previsione sul Pil («avevamo fatto una previsione del +0,7%, sarà del +0,9%, anzi io penso che arriveremo all'1%») nella speranza di convincere i connazionali a riumettere in gioco risparmi per 350 miliardi di euro. «La paura ci costa 350 miliardi - ricorda - se rientrasse sul mercato il 10% avremmo una crescita straordinaria».

Digital tax? Non nel 2016. Ma non deve essere «una tassa sull'innovazione»
Non ci sarà invece alcuna digital tax (l’idea del governo è quella di introdurre una ritenuta alla fonte del 25% sulle transazioni indirizzate alle grandi imprese del settore digitale che erogano dall'estero servizi in Italia), almenno nel 2016. Il premier smentisce «nel modo più categorico» questa ipotesi per il prossimo anno, e spiega che che è necessario «trovare un modo per far pagare le grandi multinazionali, ma cum grano salis e a livello europeo. O l'Europa lo fa nel 2016 o noi nel 2017, abbiamo detto. Ma dobbiamo evitare di farla percepire come una tassa sull'innovazione».

Riforme, «chi le appoggia fa scelta utile per l’Italia»
Inevitabile un passaggio sulle riforme costituzionali che stanno occupando da settimane l’agenda del Senato. Il premier evita di analizzare il ruolo dei verdinanini nella maggioranza che in Aula ha permesso per ora l’approvazioni senza problemi dei primi due articoli del ddl Boschi. Sulle riforme, spiega, «credo che ci sia un gruppo di persone che fa una scelta utile per l'Italia. Chi appoggia le riforme aiuta l'Italia». Quanto ai senatori che stanno con Verdini «le riforme le avevano già votate: l'incoerenza non è di chi sta votando le riforme ma di chi ha cambiato idea».

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