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Sinodo, il Papa apre i lavori: «Si parli con franchezza, no ai…

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Sinodo, il Papa apre i lavori: «Si parli con franchezza, no ai patteggiamenti»

Papa Francesco ha aperto questa mattina i lavori dell’assemblea generale ordinaria del Sinodo sulla Famiglia, che riunisce in Vaticano 270 vescovi di tutto il mondo e circa 90 tra esperti, uditori e delegati di altre chiese cristiane. I lavori - preceduti ieri dalla messa solenne nella basilica di San Pietro in Vaticano - termineranno il 25 ottobre.

Papa: sinodo è collegialità, si parli con franchezza
Il sinodo, ha detto il Papa aprendo i lavori «è un camminare insieme con spirito di collegialità e sinodalità, adottando coraggiosamente parresia (parlar franco evangelico, ndr), zelo pastorale e dottrinale, saggezza, franchezza, e mettendo sempre davanti ai nostri occhi il bene chiesa, delle famiglie e la salute delle anime»

«Sinodo non fa patteggiamento o compromessi»
Il Papa ha poi aggiunto che il sinodo «non è un parlamento dove per raggiungere il consenso si fa un accordo comune, un negoziato, un patteggiamento o dei compromessi: unico metodo è quello di aprirsi allo Spirito santo con coraggio apostolico e umiltà evangelica».

In agenda delicate questioni: divorziati, coppie di fatto e unioni omosessuali
I lavori del Sinodo vedono in agenda le delicate questioni delle coppie di fatto, dei divorziati e delle unioni omosessuali. Quest’ultima è stata portata alla ribalta dal 'coming out' di monsignor Krzysztof Charamsa. Il tema divide, era già chiaro nel Sinodo straordinario dello scorso ottobre. E ieri è arrivato il punto di vista del cardinal Walter Kasper, tra i più vicini a Papa Bergoglio. Per il porporato tedesco “gay si nasce” e per questo la Chiesa deve affrontare la questione con una nuova pastorale. Poi ha aggiunto: «Possono contribuire alla vita della Chiesa con i loro doni».

Dopo il coming out di monsignor Charamsa
Intanto mons. Charamsa, sospeso dal Vaticano dai suoi incarichi dopo aver rivelato pubblicamente le sua relazione omosessuale, si appresterebbe a lasciare l'Italia. «Non voglio suscitare altro clamore - ha dichiarato Charamsa, secondo quanto riporta il sito di Tgcom -, spero solo che il Sinodo si confronti sulla questione dei credenti gay e delle loro famiglie. Lascerò il convento romano dove vivo, prenderò tutto quello che riesco a fare nelle due valigie che possiedo, e poi partirò per Barcellona, ho già il biglietto».

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