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Roma, Cantone si sfila per il dopo-Marino: «Resterò…

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dimissioni rinviate a lunedì

Roma, Cantone si sfila per il dopo-Marino: «Resterò all’Anac». Orfini: «Dall’ex sindaco infinità di errori»

«Non ho niente da dire perché sto facendo il presidente dell'Anac e continuerò a farlo». Mentre Ignazio Marino ha deciso di rinviare a lunedì le sue dimissioni, dalla corsa alla successione si è sfilato oggi il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, uno dei candidati “papabili” più autorevoli. «Abbiamo tantissime cose in corso - ha detto a margine di un incontro a Expo - che sono priorità importanti per l'Autorità e per il Paese ed è giusto che continui ad occuparmi di queste cose».

Orfini: Marino? Troppi errori, fiducia incrinata
Da registare oggi la presa di distanza da Marino dal presidente del Pd e commissario straordinario del Pd romano Matteo Orfini, che su Facebook ha scritto: «In questi mesi ho fatto di tutto per aiutare l'ex sindaco Marino. Nonostante l'esito sono convinto di aver fatto bene: i partiti devono avere un rispetto sacro delle scelte degli elettori, e prima di porre termine a un'esperienza nata dal voto popolare bisogna fare di tutto per evitarlo. Ho fatto di tutto per aiutare il sindaco a migliorare la sua squadra e l'azione amministrativa. L'ho difeso quando era più difficile farlo, quando le sue scelte destavano sconcerto nei romani. Ho cercato di comprenderne la difficoltà e le debolezze. Ma non è bastato». E non è bastato «perché una infinita serie di errori hanno definitivamente compromesso autorevolezza e credibilità del sindaco verso la città».

Lista Civica: pronti a verifica con Marino
Dopo le dimissioni che dovrebbero essere formalizzate lunedì da Marino, trascorreranno 20 giorni prima che il prefetto di Roma Gabrielli possa nominare il commissario che dovrà amministrare la città fino alle amministrative di primavera. E non è escluso un blitz dei supporter di Marino per un ultimo tentativo di trovare i numeri in consiglio comunale. «Siamo pronti ad una eventuale verifica politica col sindaco» ha detto Franco Marino capogruppo della lista Civica in Campidoglio (fedelissimo del sindaco e vicepresidente dell'Aula). E Riccardo Magi, presidente di Radicali italiani e consigliere comunale a Roma, ha assicurato: «Se Marino intende rilanciare noi lo sosterremo». Anche Sel si è detta disponibile ad una verifica. Ma Sel conta quattro consiglieri e Lista civica cinque. La maggioranza è a quota 24. E senza l’appoggio del Pd (19 consiglieri) si tratta di una “mission impossible”. Anche se i “rumors” parlano di un ultimo disperato tentativo di Marino di provare a fare giunta di esperti e ottere l’appoggio dei consiglieri Pd non renziani (12 su 19).

Berlusconi: per Milano e Roma servono sindaci-manager
Intanto nel centrodestra affila le armi Berlusconi. Dopo che ieri Matteo Salvini aveva lanciato la candidatura di Giorgia Meloni (leader di Fdi). «Milano e Roma devono essere amministrate come grandi azienda con squadre di manager», ha detto l’ex Cavaliere, indicando «qualità imprenditoriali» da manager come essenziali per i candidati sindaco. Poi ha assicurato: «Ci stiamo organizzando, abbiamo già un progetto per vederci con gli alleati e buoni candidati per resuscitare Roma». E ha concluso:«Orami ci vado poco - ha aggiunto - ma Roma è in condizioni preoccupanti, anche in vista del Giubileo». Quanto a Milano, il centrodestra deve scegliere il nome del prossimo candidato sindaco «nel giro di 10-15 giorni». I nomi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni «sono ancora sul tavolo da esaminare» e «sarebbero delle buone opportunità».

Salvini: Berlusconi faccia nomi sindaci manager
A Berlusconi ha replicato a stretto giro il leader leghista, che ha chiesto di giocare però a carte scoperte. «Va bene - ha detto Salvini a Forlì al congresso Lega Nord Romagna - Se la pensa così allora ci faccia dei nomi. Milano e Roma devono essere amministrate come grandi azienda con squadre di manager» indicando «qualità imprenditoriali» da manager per i candidati sindaco. Ma ha avvertito: «Dove c’è Alfano non c’è la Lega»

Marino incontra i minisindaci. «Dimissioni formalizzate lunedì»
Il sindaco dimissionario Ignazio Marino oggi, prima di uscire di casa stamattina per recarsi in Campidoglio, ha incontrato la presidente di Acea, azienda municipalizzata, Catia Tomasetti. Per evitare i giornalisti, che lo attendevano da questa mattina sotto Palazzo Senatorio, Marino è entrato da un ingresso secondario. Nel pomeriggio ha incontrato i presidenti dei diversi Municipi romani e ha «confermato, come già comunicato ieri, che lunedì formalizzerà le sue dimissioni, che diverranno dunque effettive e irrevocabili nell'arco dei venti giorni successivi».

Capogruppo dem: no divisioni, nel Pd scelte irrevocabili
Getta acqua sul fuoco il capogruppo dem in Campidoglio, il renziano Fabrizio Panecaldo, che assicura: «Il gruppo capitolino del Pd è unito e coeso nelle decisioni, precise ed irrevocabili, che sono state assunte insieme con la direzione nazionale ed il commissario romano riguardo l’amministrazione Marino. Le scelte politiche fatte dal gruppo, infatti, sono state pubbliche, solidali e dirimenti».

Sabella: non solocommissario anche subcommissari
Intanto è buio fitto sull’identikit del commissario in arrivo. «Io l'ho detto in più sedi: un uomo solo, in questo caso un commissario solo, non può gestire Roma, la macchina amministrativa è troppo deteriorata» ha dichiarato però l'assessore alla Legalità Alfonso Sabella, che ha aggiunto: «Oltre al commissario ci potrebbe essere una squadra anche non troppo ampia di subcommissari - cinque o sei - dice- e poi una squadra di dirigenti mandati in comando a Roma da altre amministrazioni». Infine Sabella ha precisato che per il Giubileo «si pensa ad una gestione separata, ovvero un altro commissario». Quanto al suo ruolo, Sabella ha assicurato che la settimana prossima «sicuramente» avvierà le pratiche «per il rientro in ruolo in magistratura». Ma qualora «ci fosse un progetto su Roma di carattere tecnico, ma nessuno me ne ha parlato, valuterò».


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