La rottura era nell’aria ma oggi è stata ufficializzata: il senatore Gaetano Quagliariello si è dimesso dal ruolo di coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra. Un ruolo «venuto meno nei presupposti». Troppe le frizioni, troppo grande il dissenso sulla linea politica con il presidente del partito, il ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Breve lettera di dimissioni consegnata ad Alfano
Quagliariello - napoletano, classe 1960, una storia politica nata nei radicali e poi vissuta in Forza Italia fino al passaggio in Ncd, da sempre molto vicino all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tanto da essere scelto per far parte del gruppo dei saggi chiamati a ragionare sulle riforme - ha inviato una lettera proprio ad Alfano chiedendogli di lasciare il governo per dedicarsi al partito. «Le differenze sul piano dell’analisi e della linea politica, a noi due note da tempo, ma manifestatesi in questi giorni in forma pubblica - scrive Quagliariello - mi impediscono di continuare a ricoprire» la funzione di coordinatore. «Non per questo - aggiunge - mi esimerò dall’affrontare momenti di dibattito pubblico che auspico possano risultare utili e determinare la possibilità di una sintesi che oggi, con franchezza, non scorgo». Poi, per fugare «pettegolezzi e retroscena», il chiarimento: «Io mi batto perché si trovi il coraggio di costruire il futuro, figuriamoci se ho intenzione di tornare al passato!».
Lo strappo dopo l’accelerazione sulle unioni civili
Lo strappo del coordinatore nazionale si è consumato dopo il voto sulle riforme costituzionali e soprattutto dopo la decisione della maggioranza di incardinare il testo sulle unioni civili nell’Aula del Senato. Da giorni Quagliariello non nasconde irritazione per la linea dell’esecutivo e per il posizionamento del partito, ritenuto troppo schiacciato dal Pd di Renzi. Insieme a lui altri dieci senatori potrebbero lasciare Ncd e formare un gruppo autonomo. La frattura definitiva, qualora non si arrivasse al chiarimento, potrebbe arrivare dopo il via libera alla legge di stabilità.
Alfano: «Andiamo avanti, non trattengo nessuno»
La tensione è comunque palpabile. «Andiamo avanti, convinti delle nostre ragioni e dei nostri principi», ha replicato Alfano. «Non ho forzato nessuno a entrare nel Ncd, non trattengo con forza nessuno». Il ministro ha difeso la scelta «dolorosa, giusta e che si sta rivelando corretta» di sostenere il governo Renzi: «Per me è una scelta definitiva, ciascuno è libero di fare quello che vuole, libero di tornare indietro. Noi non indietreggiamo neanche un millimetro dalle scelte fatte».
Senatori Ncd: «Piedi ben piantati in questo governo»
Le prime reazioni all’addio sono arrivate dai senatori di Ap-Ncd-Udc Laura Bianconi, Federica Chiavaroli e Bruno Mancuso. «Spiace la decisione del senatore Quagliariello di dimettersi dalla carica di coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra», hanno affermato, aggiungendo che «quando con sofferenza e dolore decidemmo di dare vita a Ncd avevamo ben presente il percorso e gli obiettivi che ci attendevano. Eravamo consapevoli che saremmo stati decisivi e determinanti per consentire al Paese di continuare quella politica di risanamento e di rilancio che non poteva, per nessuna ragione, essere interrotta». «Abbiamo fatto tanta strada - hanno aggiunto - ma certamente rimane ancora molto da fare. Per questa ragione continuiamo a tenere i piedi ben piantati in questo governo, senza prevederne alcuna uscita, che significherebbe soltanto rinnegare la nostra storia e la ragione stessa della nostra nascita».
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