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Lombardia, arrestato il vicepresidente Mantovani

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INDAGINE SULLA SANITà LOMBARDA

Lombardia, arrestato il vicepresidente Mantovani

Il fiato sul collo degli inquirenti, Mario Mantovani lo sentiva da almeno un anno. La sera del 14 luglio 2014 il vicepresidente della Regione Lombardia conversa al telefono con il consigliere regionale di Forza Italia, Claudio Pedrazzini, e si lascia andare a una premonizione. Parla delle nomine nel Cda di Finlombarda e commenta la situazione giudiziaria di Roberto Maroni. Poi esprime il suo timore: prima o poi, dice, i magistrati arriveranno anche a me. Mantovani non sa che gli uomini del Nucleo tributario della Guardia di Finanza intercettano la telefonata e lo ascoltano mentre rivela un episodio che alle sue orecchie suona come un campanello d’allarme: la visita della Gdf al suo architetto di fiducia, Gianluca Parotti. «Sono andati lì dal mio architetto - spiega il numero due della giunta lombarda -(...) «una roba pazzesca».

Nell’estate di un anno fa l’”operazione Entourage” della procura di Milano è già in fase avanzata e si svilupperà nei mesi successivi fino all’alba di ieri, quando i militari della Finanza si sono presentati nella casa dell'ex assessore lombardo alla Salute, ad Arconate, vicino a Milano, e hanno fatto scattare le manette. Mantovani è accusato di concussione, corruzione aggravata e turbativa d’asta per una serie di episodi avvenuti tra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014. Con l’esponente di Forza Italia sono finiti in carcere il suo braccio destro e segretario, Giacomo Di Capua, e Angelo Bianchi, ingegnere del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria. Ma nell’indagine del procuratore aggiunto Giulia Perrotti e del pm Giovanni Polizzi, ci sono altri sei indagati, tra i quali l’assessore all’Economia della Regione Lombardia, il leghista Massimo Garavaglia, consigliere di amministrazione della Cassa depositi e prestiti, accusato di turbativa d'asta. Per i magistrati, Mantovani e Garavaglia sono responsabili di aver pilotato una gara per il trasporto dei pazienti in dialisi, un appalto bandito dal raggruppamento composto da tre Asl lombarde, in modo da favorire la Croce Azzurra Ticina, una onlus - annotano i pm - «del territorio ricompreso tra Magenta e Legnano, per l’appunto corrispondente all’area di interesse dei due assessori».

Il reato più grave, quello di concussione, riguarda però le presunte pressioni esercitate da Mantovani sul Provveditore interregionale per le opere pubbliche della Lombardia e della Liguria, Pietro Baratono, affinché reintegrasse nelle sue funzioni Angelo Bianchi, responsabile unico per la progettazione degli interventi di edilizia scolastica del Provveditorato. Bianchi era incappato in un’inchiesta della procura di Sondrio ed era stato anche arrestato per corruzione e turbativa d’asta. Nel 2012 Mantovani interviene sul Provveditore e riesce a far ritirare un ordine di servizio in cui si ridimensionavano gli incarichi conferiti a Bianchi. Un passo falso, perché proprio da questo episodio nascerà l’inchiesta che condurrà il vicepresidente della Regione Lombardia in carcere: Alfio Leonardi, dirigente del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in servizio al Provveditorato si accorge, infatti, che qualcosa non va e presenta un esposto in procura.

Mantovani è accusato anche di aver ottenuto prestazioni professionali gratuite da parte del suo architetto e di averlo favorito, in cambio, per incarichi in appalti pubblici. Il gip Stefania Sepe snocciola impietosamente nell’ordinanza di arresto il lungo elenco dei lavori di ristrutturazione delle abitazioni personali ottenuti dall’esponente di Forza Italia, per i quali l’architetto aspetta ancora il pagamento. Eppure all’ex sindaco di Arconate non mancherebbero le risorse. Secondo i magistrati, Mantovani sarebbe al centro di una galassia di nove Onlus e fondazioni gestite attraverso prestanome. Snodo di questa rete sarebbe una srl milanese, la Spem, le cui quote appartengono a due società fiduciarie dietro le quali si celerebbe lo stesso Mantovani. La Spem controlla «un patrimonio immobiliare davvero ragguardevole», scrive il gip nell’ordinanza, e la «quasi totalità degli immobili di cui risulta proprietaria sono gravati da usufrutto in favore della Fondazione Mantovani Onlus o Sodalitas Cooperativa sociale di solidarietà a r.l. o Restelli Marinella (moglie di Mario Mantovani)». Secondo gli inquirenti al vicepresidente della Lombardia farebbe capo un patrimonio immobiliare di oltre 11,6 milioni di euro.

All’epoca del processo Ruby e del procedimento per frode fiscale sui diritti Mediaset, Mantovani organizzava la claque per Silvio Berlusconi. Attorniato da un drappello di fedelissimi stazionava all’esterno del Palazzo di giustizia milanese o sedeva in aula per esprimere la sua vicinanza al leader dell’allora Popolo della libertà, partito di cui era Coordinatore regionale lombardo. Da ieri deve invece cercare di smontare, una per una, le accuse che la procura di Milano gli rivolge.

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