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Unioni civili, dal Vaticano nuovo alt. Renzi: «No ai muri…

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il ddl della discordia

Unioni civili, dal Vaticano nuovo alt. Renzi: «No ai muri ideologici, ma la legge è una priorità»

«Facciamo di tutto perché finalmente si arrivi ad approvare le unioni civili». Al Tg5 il premier Matteo Renzi torna a definire il varo del disegno di legge che regolamenta l’unione tra persone dello stesso sesso come «una priorità». Ma, all’indomani di un fine settimana infuocato e al termine di una giornata contrassegnata da nuove tensioni nella maggioranza, precisa: «Occorre buon senso e dialogo. Utilizziamo il tempo che ci separa dal voto finale per dialogare, non alzare muri ideologici».

Alfano (Ncd): «Chiederemo voto segreto»
Nessuna indicazione sui tempi. Il ddl è stato incardinato in Aula al Senato, ma difficilmente potrà essere approvato prima del 2016. I centristi del Nuovo Centrodestra tengono il punto sull’alt alla stepchild adoption, ovvero alla possibilità per il partner della coppia di adottare il figlio dell’altro. Il leader Angelino Alfano, in un’intervista al Corriere della Sera, ha annunciato: «Chiederemo l’uso del voto segreto perché occorre che tutti quelli che sono contro l’adozione delle coppie gay possano esprimersi fuori da ogni rischio di ritorsione, soprattutto da parte di lobby politico-mediatiche che sorreggono la battaglia per portare oltre ogni limite immaginabile le richieste di maggiori diritti, in partenza assolutamente legittime: in tanti del Pd saranno liberi di votare insieme a noi». Il senatore Ncd Maurizio Sacconi sostiene che «la consapevolezza della posta in gioco è cresciuta e nei sondaggi prevale largamente la contrarietà alle adozioni omosessuali». Il passo successivo è «accentuare ulteriormente l’impegno per far comprendere il nesso tra le unioni simil-matrimoniali e le adozioni, tra le adozioni e l’affido, tra l’adozione del figlio biologico e l’utero in affitto. Se sono in gioco dei principi, questi per definizione non sono negoziabili».

I cattolici dem spingono per «affido rafforzato»
Anche nel Pd il tema delle adozioni resta divisivo, con la componente cattolica più che mai ferma sul suo emendamento all’articolo 5 del ddl per un affido “rafforzato”, convinta che possa diventare il punto di caduta. «Mi fa piacere che anche diversi colleghi del Pd della Camera condividano l’impostazione che noi al Senato abbiamo portato avanti» e che «siamo orientati a sostenere» in Aula, dice la senatrice Rosa Maria Di Giorgi. Ma dovrà vedersela con l’ala laica dei democratici, poco inclini ad accettare compromessi al ribasso.

Nuovo alt dal Vaticano: «La famiglia è un’altra cosa»
Intanto dal Vaticano continuano a piovere “alt” alla riforma. Dopo l’affondo di domenica della Cei contro una «politica strabica» che sta «mettendo all’angolo la famiglia tradizionale», oggi si è levata la voce del cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa a Roma: «La famiglia è un’altra cosa. Il governo farà le sue scelte, ma bastava il codice civile». Una bocciatura in piena regola che investe soprattutto le adozioni: «L’adozione in qualunque forma venga concepita prevede un padre e una madre. Sono contrario a forme diverse».

Le incognite negli altri partiti
A complicare il quadro c’è la spaccatura dentro Forza Italia, divisa tra contrari (soprattutto a Palazzo Madama) e favorevoli, specie tra i deputati. Neanche il M5S appare compattissimo. A gennaio, insomma, i giochi potrebbero restare aperti. E la libertà di coscienza ventilata dalla ministra Maria Elena Boschi ieri e dal ministro Graziano Delrio stasera potrebbe non essere sufficiente a sminare il campo.

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