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La casa “verde”, tecnologica e efficiente, ci regala 2…

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ECONOMIA PULITA E AFFARI

La casa “verde”, tecnologica e efficiente, ci regala 2 punti di Pil

Risparmiare per guadagnare. La grande miniera energetica è lì. A portata di mano e di affari. Pronta addirittura a riempire quell' asfittico portafoglio nazionale asciugato dalla crisi e dall'economia in affanno. Non parliamo delle pur ingenti risorse di petrolio e gas che rimangono nel nostro sottosuolo e in fondo ai mari italiani, sepolte dai veti e dalle lotte con le comunità locali. Parliamo della fonte pulita per eccellenza, gratuita e potenzialmente ricchissima: l'efficienza nell'uso dell'energia. L'ultima stima, davvero confortante, viene dall'Enel in uno studio riferito al settore residenziale, che da solo assorbe il 38% dei consumi finali di energia nel nostro paese. Margini di miglioramento? Enormi.

Mix di interventi
Con un accorto mix di incentivi pubblici da perfezionare, di burocrazia da sfrondare e di informazione da rendere più chiara e coerente, nelle nostre case i consumi potrebbero diminuire, a parità di risultato, addirittura di un terzo. Tagliando oltre il 10% di tutti i consumi energetici nazionali, dimezzando le emissioni del settore con un conseguente taglio di quasi il 20% di tutte le emissioni nazionali. Con tutti i vantaggi aggiuntivi che deriverebbero dalla possibilità di centrare i vincoli ambientali internazionali, evitando pesanti sanzioni. Il tutto con un beneficio globale per il nostro sistema economico che potrebbe addirittura raggiungere i 2 punti di Pil.
Possibile? Gli analisti dell'Enel giurano di sì, pronti a sostenere la nuova strategia dell'ex monopolista elettrico, che evidentemente accetta di buon grado di perdere ulteriore fatturato dalla produzione e della vendita finale di elettricità alimentando i nuovi affari che vengono dalla consulenza e dalla fornitura ai clienti finali di soluzioni per l'uso efficiente dell'energia. Un modo come un altro (forse il migliore, forse il più votato al futuro) di battere la crescente concorrenza.

La diagnosi
Gli spazi di miglioramento ci sono tutti visto che, si sottolinea nello studio, circa 60% degli edifici residenziali ha oltre quarant'anni di vita e una dispersione termica d'altri tempi, con 19 milioni di caldaie a gas per la maggior parte inefficienti che nella metà dei casi hanno oltre 15 anni e magari si accompagnano con vetusti scaldabagni elettrici, mentre solo una lampadina su 10 è stata sostituita con quelle a led che consumano un decimo.
Il potenziale è evidente. Da qui al 2020 si potrebbero tagliare i consumi per oltre 116 terawattora termici, il 46% con l'utilizzo di climatizzatori a pompa di calore, quasi il 30% con le caldaie a condensazione, il 15% con una maggiore diffusione degli impianti fotovoltaici, quasi il 10% con l'utilizzo del solare termico e un primo confortante 1% con i piani di cottura elettrici a induzione (ora efficientissimi) al posto dei fornelli a gas.

L'esempio di Firenze
L'Enel esibisce anche una stima-proiezione, allestita insieme a Legambiente, su un'importante realtà locale: la città di Firenze. Al 2020 si potrebbero bruciare 12,8 milioni di metri cubi di gas in meno tagliando le emissioni di Co2 di 44 milioni di tonnellate, generando affari per 380 milioni di euro con 400 nuovi posti di lavoro. Questo con 50mila nuove caldaie a condensazione, altrettante cucine a induzione, 30mila climatizzatori e 5mila scaldabagni a pompa di calore. E grazie al nuovo corso green sulle reti elettriche intelligenti e relativi servizi un impulso alla mobilità pulita potrebbero far popolare la città con 13mila auto e 6mila bici elettriche.

Ma cosa serve per trasformare la proiezione teorica in realtà? Molto poco. E allo stesso tempo molto. Perché si tratta di razionalizzare il quadro istituzionale degli incentivi, delle norme, dei vincoli, della comunicazione. Ecco l'incertezza sulla durata e l'entità delle detrazioni fiscali per gli interventi sul risparmio energetico. Ecco la morsa della burocrazia che ci costringe a lunghi slalom per chiedere gli incentivi, che peraltro sottovalutano ancora oggi strumenti che la tecnologia ha messo in primo piano, come le pompe di calore. Ecco la difficoltà delle famiglie a chiedere e ottenere i finanziamenti.

Regole da cambiare
Ed ecco, non ultimo, l'ormai vetusto schema delle tariffe elettriche progressive che premiano solo i consumi astrattamente più bassi e non quelli efficienti nonostante le promesse dell'authority e del governo che finora hanno prodotto solamente una blanda tariffa sperimentale che non aggrava il costo del kilowattora se si usano appunto i moderni climatizzatori elettrici.

A tutto ciò si aggiungono le barriere supplementari a livello locale: la difformità di applicazione delle norme autorizzative, le lungaggini delle sovrintendenze per i nulla osta, il mare di carta e la scarsezza digitalizzazione delle pratiche. Il buon governo dell'economia pulita passa anche, e soprattutto, da qui.

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