La legge di stabilità varata dal Governo «ha un impatto positivo pari allo 0,3% del Pil nel 2016». Lo stima il Centro studi di Confindustria, sottolineando che solo «una piccola parte», ossia lo 0,06% era «stata già inclusa nelle proiezioni di settembre. Nel complesso, quindi, la previsione di un aumento del Pil dell'1,5% l'anno prossimo esce consolidata». L'aumento del Pil nell’estate di quest’anno (III trimestre) sarebbe «in linea con quello rilevato in primavera (+0,3%), ma con “rischi” al rialzo grazie all'ottima stagione turistica».
Piena leva sulla flessibilità prevista dalle regole Ue
La legge di stabilità gioca in positivo sul Pil «sia per la qualità di alcune misure varate - sottolinea il CsC in Congiuntura flash - sia per l'entità del finanziamento in deficit». Un rischio al ribasso per il Pil, pari a 0,1 punti percentuali nel 2015 e 0,3 punti nel 2016, secondo il Centro studi di viale dell'Astronomia, potrebbe arrivare dall'andamento del commercio mondiale, che durante l'estate non ha messo a segno il rimbalzo atteso. In positivo gioca, invece, la manovra del Governo «sia per la qualità di alcune misure varate sia per l'entità del finanziamento in deficit». Nel complesso, secondo la valutazione CsC delle informazioni a oggi disponibili, la Legge di stabilità ha un impatto positivo
pari circa allo 0,3% del Pil nel 2016; solo una piccola parte di esso era stato già incluso nelle proiezioni di settembre. Nel complesso, quindi, la previsione di un aumento del Pil dell'1,5% l'anno prossimo esce consolidata dalle due novità. Il Governo, secondo gli economisti di viale dell'Astronomia, sta «facendo piena leva sulla flessibilità prevista dalle regole europee, ha reso più graduale il rientro del deficit rispetto a quanto indicato nel Def di aprile: nel 2016 l'indebitamento programmatico sale al 2,2% del Pil dall'1,8% (il tendenziale è all'1,4%); nel 2017 viene portato all'1,1% dallo 0,8%».
Dalla manovra sostegno ai consumi
La legge di stabilità appena varata, inoltre, «prevede 26,5 miliardi di interventi finanziati in larga parte in deficit, ricorrendo per 13,5 miliardi alle clausole di flessibilità europee, e con tagli alla spesa (5,8 miliardi)». La manovra avrà, quindi, nel 2016 un impatto positivo sul Pil pari allo 0,27%, di cui lo 0,06% già incorporato nella previsione di settembre del Centro studi. «L'abolizione della Tasi sulla prima casa - si sottolinea in Congiuntura flash - e le misure per il contrasto della povertà sosterranno i consumi, l'allentamento del patto interno di stabilità gli investimenti. Il sostegno fiscale all'acquisto di beni strumentali, la minore Imu sugli impianti, l'incentivo alla contrattazione decentrata, la contribuzione ridotta sui neo-assunti e la riduzione dell'aliquota Ires (dal 2017 con possibile anticipazione al 2016) sono misure che favoriscono fiducia e investimenti».
Peraltro, «le altre variabili esterne (cambio, prezzo del petrolio e tassi a lunga) determinanti per la previsione «non si sono discostate dalle traiettorie indicate». Rimane «l'incognita della decisione della Fed sul costo del denaro Usa e delle ripercussioni che potrà avere sui mercati finanziari, che restano molto volatili riflettendo grande incertezza».
Balzo produzione industriale: +0,9% a settembre
CsC ricorda anche il balzo della produzione industriale a settembre. Secondo il Centro studi Confindustria, l'incremento è stato pari allo 0,9%, dopo il calo dello 0,5% segnato ad agosto. La stima è contenuta sempre in Congiuntura Flash, secondo cui il terzo trimestre si sarebbe chiuso con un incremento dello 0,7%, in accelerazione rispetto al +0,4% del secondo.
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