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le audizioni in commissione al senato

Stabilità, Chiamparino: dalle regioni due terzi della spending. Renzi convoca i governatori: «Ora ci divertiamo»

Ok dai comuni, giudizio severo dalle regioni, che tuonano: «Due terzi della spending review arrivano da noi, sistema a rischio». Replica a stretto giro il premier Matteo Renzi, convocando i governatori mercoledì (oggi avevano chiesto a Palazzo Chigi un incontro urgente) e chiosando: «Adesso con le regioni ci divertiamo, ma sul serio». Sono cominciate tese davanti alla commissione Bilancio del Senato le audizioni sulla legge di stabilità 2016, il cui approdo in Aula è previsto nella settimana dal 16 al 20 ottobre. Stamattina è stata la volta di Lunaria, Alleanza delle cooperative e Rete imprese Italia. Nel pomeriggio, fino alle 20.45, è toccato a Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Confindustria, Cnel, Anci, Upi, Uncem, Conferenza Regioni, Abi, Confagricoltura, Cia, Coldiretti e Copagri,Confedilizia, Ance, Confapi, Confimi e Confprofessioni. Domani dalle 9 alle 14.30 saranno ascoltati Corte dei conti, Bankitalia, Ufficio di bilancio e Istat. Infine mercoledì alle 8.30 si svolgerà l’audizione del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.

Chiamparino: «Dalle Regioni due terzi della spending, sistema a rischio»
Il più critico sulla manovra è stato proprio il presidente della Conferenza delle regioni, Sergio Chiamparino: «Due terzi della spending review sono a carico delle regioni». E i tagli complessivi previsti dalla legge di stabilità per il 2017-2019 «rischiano di determinare forti criticità» e «configurano una situazione che nei fatti mette a rischio la sopravvivenza stessa del sistema regioni», per esempio nella capacità di fornire ai pazienti farmaci innovativi. Le risorse trovate con la revisione della spesa per il 2016 ammontano a 5,9 miliardi di euro, ha sottolineato Chiamparino, di cui «poco più di 4,2 miliardi sarà a carico del sistema regioni»: «Due miliardi provengono dalla sanità e il resto dall’extra sanità». Chiamparino, che oggi a nome dei governatori ha inviato a Palazzo Chigi una richiesta di incontro urgente, ha sottolineato che «finora non c’è stata una grande interlocuzione con il governo».

Renzi convoca Regioni: ora ci divertiamo
Il premier Matteo Renzi ha risposto a stretto giro, intenzionato, secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, a convocare le Regioni a Roma mercoledì prossimo. «Adesso con le Regioni ci divertiamo, ma sul serio», sono le parole con cui il premier avrebbe accompagnato la convocazione dei presidenti di Regione, dopo le loro critiche alla legge di stabilità. «Sulla sanità ci sono più soldi del passato». Sarebbe questo il ragionamento di Matteo Renzi. «Il punto - avrebbe argomentato - è che le tasse devono scendere. Non consentirò alle Regioni di aumentare le imposte ai cittadini, non si può scaricare sempre sugli italiani. Eliminino piuttosto gli sprechi».

Fassino (Anci): «Giudizio complessivamente positivo»
Più positivo sulla manovra era stato il verdetto dell’Anci. Il presidente Piero Fassino ha elencato gli aspetti positivi della manovra: «È la prima legge di stabilità dal 2007 che non comporta tagli di risorse ai comuni; è stata accolta la rischiesta degli enti locali di sbloccare il patto di stabilità interno; la decisione di superare la Tasi sulla prima casa ci ha visto d’accordo, perché noi non siamo il partito delle tasse».

Le province: «Irrisolta la drammatica condizione degli enti di area vasta»
Di tutt’altro tenore il commento dell’Unione delle province, secondo la quale la legge di stabilità non risolve «il grave nodo» della «drammatica condizione finanziaria degli enti di area vasta»: «Il contributo di 150 milioni previsto nel 2016, seppure colto come segnale di attenzione e di comprensione dell’effettivo stato di difficoltà delle province, non è assolutamente sufficiente a coprire il fabbisogno effettivo di risorse necessarie per strade e scuole». Per esercitare l’esercizio delle funzioni fondamentali mancano all’appello almeno altri 500 milioni. «Tale criticità, se non risolta - prefigura l’Usi - causerà il dissesto del comparto e comporterà l'impossibilità di garantire ai cittadini servizi essenziali ineludibili».

Rete Imprese Italia: «Manovra espansiva ma per Pmi ancora pesante»
È un «giudizio sostanzialmente positivo per una manovra finalmente espansiva» quello invece espresso dal presidente di Confartigianato Roberto Merletti in rappresentanza di Rete Imprese Italia, anche se servono ulteriori correzioni fiscali per ridurre la pressione sulle piccole e medie imprese e più coraggio nei tagli alla spesa improduttiva. «I 5 miliardi di provvedimenti che direttamente o indirettamente aumentano il reddito delle famiglie - stima Merletti - possono generare una cresciuta aggiuntiva di 3 decimi di Pil e la crescita annua dell’1,6% può essere anche superata». Bene gli «interventi volti a diminuire la pressione fiscale» su imprese e famiglie ma, pur essendo «orientati nella giusta direzione, non sono certi sufficienti». La «delusione» riguarda il «mancato intervento sull’Imu per gli immobili strumentali», tassa che per Rete Imprese Italia «andrebbe eliminata»; la Tasi sugli immobili invenduti va rivista per «arrivare alla completa esenzione, come fatto per l’Imu, perché il settore delle costruzioni è ancora in piena crisi». Merletti sollecita anche l’abrogazione del « meccanismo dello split payment, soprattutto ora che c’è la fatturazione elettronica».

Alleanza cooperative: «Misure concorrono alla ripresa»
Anche l’Alleanza delle cooperative italiane (coordinamento nazionale di Agci, Confcooperative e Legacoop) valuta«in modo positivo la legge di stabilità nel suo insieme», considerati anche il contesto internazionale e le misure adottate dalla Bce. «Buona parte delle misure prese», spiega infatti nell’audizione di oggi alla Bilancio del Senato, «accompagnate dagli effetti positivi che via via si manifesteranno come portato delle riforme strutturali avviate e in corso di attuazione» possono «concorrere a sostenere una ripresa che appare ancora assai debole». Nell’iter parlamentare, per l’Alleanza, «è bene sia fortemente implentato» l’intervento per il Sud, in particolare per destinare «adeguate risorse per il credito d’imposta su nuovi investimenti e ampliamenti per ovviare al crollo degli investimenti fissi registrato a partire dal 2007». Tra i provvedimenti di particolare importanza per la cooperazione c’è la questione dell’Iva per le cooperative sociali, sulla quale «non vanno cercate soluzioni improvvisate che finiscano per penalizzare le cooperative sociali che meglio operano nel settore socio-sanitario e assistenziale compiendo investimenti importanti». È «fondamentale», inoltre, l’attenzione per problemi quali l’inquadramento fiscale del prestito sociale e delle cooperative artigiane.

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