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Papa: «Arrampicatori attaccati ai soldi anche fra vescovi e…

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nell’omelia a santa marta

Papa: «Arrampicatori attaccati ai soldi anche fra vescovi e sacerdoti»

«Nella Chiesa ci sono questi, che invece di servire, di pensare agli altri, di gettare le basi, si servono della Chiesa: gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto così. È triste dirlo, no?». Lo ha detto il Papa nell'omelia della messa a Santa Marta, come ha riferito Radio Vaticana. «Dio ci salvi dalle tentazioni di una doppia vita, dove mi mostro come uno che serve e invece mi servo degli altri», ha aggiunto. «Ci si chiede - ha spiegato Francesco - di metterci al servizio, ma c'è chi ha raggiunto uno status e vive comodamente senza onestà, come i farisei nel Vangelo. Mi commuovono quei preti e quelle suore che per tutta la vita sono al servizio degli altri».

Beni della Chiesa tanti, ma servono anche per ospedali e scuole
«I beni immobili della Chiesa sono molti, ma li usiamo per mantenere le strutture della Chiesa e per mantenere tante opere che si fanno nei paesi bisognosi: ospedali, scuole». Lo afferma il Papa in un'intervista al giornale di strada olandese Straatnieuws realizzata il 27 ottobre e tradotta oggi dalla Radio vaticana. Intervista che arriva nel bel mezzo della bufera giudiziario-mediatica, ormai nota come Vatileaks-2, che ha visto l'arresto di un monsignore, di una ex consulente (quest'ultima rilasciata) e la pubblicazione di due libri relativi ad alcune note spese e all'utilizzo di alcuni appartamenti del Vaticano. Su quest'ultimo punto oggi su La Stampa è rivelata l'intenzione del Papa che «sulle case è ora di cambiare». La Chiesa, ha detto ancora il Papa al giornal olandese, « deve parlare con la verità e anche con la testimonianza: la testimonianza della povertà. Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone, questo non si può fare».

Inviati in Congo 50mila euro per costruire tre scuole
«Se facciamo un catalogo dei beni della Chiesa, si pensa: la Chiesa è molto ricca», afferma Bergoglio al giornale olandese. «Ma quando è stato fatto il Concordato con l'Italia 1929 sulla questione romana, il governo italiano di quel tempo ha offerto alla Chiesa un grande parco a Roma. Il papa di allora, Pio XI, ha detto: no, vorrei soltanto un mezzo chilometro quadrato per garantire la indipendenza della Chiesa. Questo principio vale ancora. Sì, i beni immobili della Chiesa sono molti, ma li usiamo per mantenere le strutture della Chiesa e per mantenere tante opere che si fanno nei paesi bisognosi: ospedali, scuole. Ieri, per esempio, ho chiesto di inviare in Congo 50.000 euro per costruire tre scuole in paesi poveri, l'educazione è una cosa importante per bambini. Sono andato all'amministrazione competente, ho fatto questa richiesta e i soldi sono stati inviati».

I tesori della Chiesa sono tesori dell’umanità
Quanto ai «tesori della Chiesa», «non sono - risponde il Papa - i tesori della Chiesa, ma sono i tesori dell'umanità. Per esempio, se io domani dico che la Pietà di Michelangelo venga messa all'asta, non si può fare, perché non è proprietà della Chiesa. Sta in una chiesa, ma è dell'umanità. Questo vale per tutti i tesori della Chiesa. Ma abbiamo cominciato a vendere dei regali e altre cose che mi vengono date. E i proventi della vendita vanno a monsignore Krajewski, che è il mio elemosiniere. E poi c'è la lotteria. C'erano delle macchine che sono tutte vendute o date via con una lotteria e il ricavato è usato per i poveri. Ma ci sono cose che si possono vendere e queste si vendono».

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