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De Luca indagato per concussione con il suo ex segretario e una giudice. Il…

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De Luca indagato per concussione con il suo ex segretario e una giudice. Il Governatore: «Io parte lesa»

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è indagato per concussione insieme ad altre sei persone, tra cui una giudice del Tribunale di Napoli, Anna Scognamiglio, al marito di lei Guglielmo Manna, manager dell'azienda ospedaliera Santobono, e all’ex capo della segreteria del governatore, Carmelo Mastursi, dimessosi due giorni fa. Mastursi (da oggi autosospeso dalla segreteria regionale del Pd) e il giudice Scognamiglio, relatrice dell'ordinanza con cui lo scorso luglio era stato accolto il ricorso di De Luca contro la sospensione prevista dalla legge Severino, sono al centro di una inchiesta della Procura di Roma per i reati di rivelazioni di segreto d'ufficio e induzione alla corruzione. Tutti, tranne De Luca, sono stati perquisiti il 19 ottobre.

De Luca al contrattacco: «Io parte lesa»
La risposta di De Luca alla notizia dell’indagine che lo vede tra gli indagati è arrivata questa mattina in una conferenza stampa convocata a Palazzo S. Lucia, sede della Regione: «Sostengo pienamente l'azione della magistratura» e la invito ad andare avanti, ha spiegato, dichiarandosi «parte lesa» dei fatti sui cui sono al lavoro i magistrati della Capitale. «Da Napoli lanciamo la sfida della trasparenza, della correttezza e del rigore amministrativo. Noi e il partito in cui milito siamo protagonisti di questa sfida e non arretreremo di un passo», ha poi proseguito parlando di «infami speculazioni politiche» contro di lui. Riferendosi a Guglielmo Manna, al centro dell'inchiesta della Procura di Roma, De Luca ha poi sottolineato di non essere «a conoscenza di nulla» e di non conoscere il manager Asl.

De Luca: «Controllo legalità un bene per le persone oneste»
In conferenza stampa, De Luca ha poi ribadito la correttezza della sua azione politica e del suo impegno contro la corruzione. «In Regione Campania le paludi della clientela politica sono prosciugate - ha garantito - noi e il Pd siamo protagonisti di una battaglia per la trasparenza, il rigore e per far nascere un altro Sud, che si presenta a testa alta e affronta le grandi questioni sociali e ambientali, i problemi della trasformazione urbana e che cerca di creare lavoro a volte in condizioni drammatiche», ha aggiunto De Luca. «Il controllo di legalità è un bene per le persone oneste, una funzione essenziale in un Paese democratico, un vantaggio per le persone perbene», ha concluso il Governatore, che non ha voluto rispondere alla domande dei giornalisti «per ovvie ragioni di rispetto, essendo in corso un'inchiesta giudiziaria».

Scognamiglio: «Assolutamente mai conosciuti» gli altri indagati
In mattinata, il giudice Scognamiglio, in una dichiarazione diffusa tramite il suo legale, Giovanbattista Vignola, ha reso noto di non conoscere «assolutamente né De Luca, né Mastursi, né Vetrano con i quali non ho mai avuto contatti di alcun genere, né, quindi, ho loro mai chiesto, né potuto chiedere, alcun favore né per me né per mio marito». In attesa degli sviluppi dell’inchiesta, il Csm si appresta comunque ad intervenire sul giudice. Il componente laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha chiesto infatti l'apertura di una pratica finalizzata al trasferimento d'ufficio del giudice.

Scognamiglio: decisione su De Luca presa all’unanimità
Nelle sue dichiarazioni, Scognamiglio ha poi segnalato come la decisione favorevole a De Luca «sia stata assunta, all'unanimità, da tutti i componenti del Collegio giudicante», e poi «confermata integralmente, in sede di reclamo, da altro Collegio del Tribunale, ancora una volta, all'unanimità». «In ogni caso - ha spiegato il magistrato - non si trattava di una decisione definitiva in quanto si era in attesa della pronuncia della Corte costituzionale sulla legittimità della Legge Severino, pronunzia, ovviamente, decisiva per la sorte del De Luca». «Infine, lo stesso Tribunale di Napoli, composto da altri giudici, per il caso de Magistris aveva adottato una decisione del tutto analoga. Insomma, la non definitività del provvedimento ed il suo contenuto ampiamente prevedibile, avrebbero reso priva di qualsivoglia efficacia una eventuale pressione che solo uno stupido avrebbe potuto esercitare ed alla quale solo uno sprovveduto avrebbe potuto soggiacere».

Le indagini avviate in seguito ad una intercettazione
Il fascicolo a carico di De Luca è stato aperto in seguito a una intercettazione nella quale il marito della giudice Scognamiglio, parlando con Mastursi, avrebbe chiesto «un favore» (il via libera al suo passaggio da un'Asl ad un'altra) spiegando che in cambio avrebbe fatto «intervenire» la moglie su una vicenda che stava a cuore all'ex capo della segreteria del presidente della Giunta campana. Secondo l’accusa, si tratterebbe della sentenza di “sospensione dalla sospensione”, poi firmata dal giudice Scognamiglio, grazie alla quale De Luca l'estate scorsa si è potuto insediare come presidente della Campania. Le indagini sulla sentenza erano state avviate a Napoli e sono state successivamente trasferite dalla Procura partenopea a quella di Roma, che è competente a svolgere le indagini sui magistrati del Distretto della Corte di Appello di Napoli.

Indagini chiuse nel giro di poche settimane
Le indagini, si assicura alla Procura di Roma, saranno chiuse entro qualche settimana. I Pm sono al lavoro per vagliare tutto il materiale acquisito, in gran segreto, in occasione dei sequestri e delle perquisizioni effettuate ad ottobre nelle abitazioni e negli uffici degli indagati (fatta eccezione per il governatore della Campania). Obiettivo di chi indaga è fare luce «sui rapporti e sui contatti intercorsi tra gli indagati stessi prima, durante e dopo il perfezionamento degli accordi, anche con riferimento all'esecuzione delle rispettive promesse».

I Pm di Roma: «De Luca minacciato da giudice Scognamiglio»
Nel capo d'imputazione del decreto di perquisizione a carico di sei dei sette indagati, eseguito a metà ottobre, i Pm Corrado Fasanelli e Giorgio Orano delineano lo scenario in cui sarebbe avvenuto l’episodio di corruzione. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, tramite Giuseppe Vetrano (ex coordinatore delle liste a sostegno) e Carmelo Mastursi (già capo della segreteria ed assistente del Governatore) sarebbe stato minacciato dal magistrato del tribunale civile di Napoli, Anna Scognamiglio, che era giudice relatore nella fase di merito del ricorso avviato dal Governatore contro il provvedimento di sospensione in base alla legge Severino. La Scognamiglio, sempre secondo gli inquirenti, «abusando della sua qualità e dei poteri decisionali nella suddetta controversia giudiziaria, in concorso con il coniuge Guglielmo Manna e con gli intermediari Giorgio Poziello e Gianfranco Brancaccio, minacciando De Luca, per il tramite di Vetrano e Mastursi di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale con conseguente perdita della carica ricoperta, inducevano il medesimo (De Luca) a promettere a Manna la nomina a una importante carica dirigenziale nella sanità campana». Questo messaggio sarebbe stato recapitato sempre tramite Vetrano e Mastursi. La condotta sarebbe stata «reiterata» in occasione «dell'udienza tenutasi al tribunale di Napoli l'11 settembre 2015 e avente a oggetto la legittimità del Dpcm che aveva sospeso De Luca dalla carica di presidente della Regione Campania».

De Luca su Facebook: «Indagato? Chiarirò tutto»
Ieri sera De Luca aveva annunciato l’intenzione di «chiarire ogni aspetto in relazione all'annunciata indagine nei miei confronti», dichiarando «senza alcun margine di equivoco la mia totale estraneità a qualunque condotta meno che corretta. È mia intenzione - ha aggiunto De Luca in un post su Facebook - fare in modo che si accendano su questa vicenda i riflettori nazionali, trovandomi nella posizione di chi non sa di cosa si stia parlando. Ho già dato incarico al mio avvocato per chiedere di essere sentito dalla competente autorità giudiziaria. Per me, come per ogni persona perbene, ogni controllo di legalità è una garanzia, non è un problema. E su questo, come sempre - ha concluso De Luca - lancio io la sfida della correttezza e della trasparenza».


Carmelo Mastursi, l'ex capo della segreteria di Vincenzo De Luca, si e' . Lo apprende l'agenzia Dire.
(Rai/ Dire) 12:18 11-11-15

Csm pronto ad aprire pratica su magistrato coinvolto
Intanto il Csm interverrà a breve sull'inchiesta della Procura di Roma che coinvolge anche Anna Scognamiglio, giudice del Tribunale civile di Napoli, in quanto relatore dell'ordinanza con cui venne confermata la sospensione della legge Severino sull'incompatibilità di De Luca, trasmettendo gli atti alla Corte costituzionale. A Palazzo dei Marescialli c'è già una richiesta, firmata dal laico di Forza Italia Pierantionio Zanettin e inoltrata al Comitato di presidenza, che dovrebbe pronunciarsi domani mattina.

La sentenza intorno alla quale ruota l’inchiesta
La pronuncia del Tribunale partenopeo «non è oggetto di esame da parte della Procura di Roma», ha precisato oggi il procuratore capo della Capitale Giuseppe Pignatone, ma è comunque un elemento chiave dell’inchiesta in corso. Si tratta della sentenza con la quale la prima sezione civile del Tribunale di Napoli ha confermato quanto già deciso il 2 luglio dal giudice monocratico Gabriele Cioffi, il quale aveva congelato la sospensione di De Luca dalla carica di Governatore che era stata disposta con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in base alla legge Severino. La sospensione era relativa a una condanna a un anno di reclusione per abuso di ufficio inflitta a De Luca quando era sindaco di Salerno. Il collegio aveva accolto il ricorso presentato dai legali di De Luca e aveva inviato gli atti alla Corte costituzionale sospendendo il procedimento sul merito fino a quando la Consulta non si sarà pronunciata sui presunti profili di incostituzionalità ravvisati nella legge Severino.

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