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Isis, Gentiloni: «Caccia ai 5 sospetti segnalati da Fbi»

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Isis, Gentiloni: «Caccia ai 5 sospetti segnalati da Fbi»

«Nessuno metterà gli scarponi in Siria: né Hollande, né Obama, né noi». Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alla trasmissione Agorà di Raitre. «Noi siamo pronti ad aiutare i nostri fratelli francesi ma né noi, né loro, né gli americani faremo spedizioni in Siria», ha ribadito Gentiloni.

Gentiloni: non essere prigionieri della preoccupazione
«Non dobbiamo essere prigionieri della preoccupazione, sarebbe un regalo a Daesh» ha spiegato il ministro degli esteri Paolo Gentiloni intervenendo ad Agorà sulla situazione dopo gli attentati di Parigi. L'occidente rafforza i suoi livelli di sicurezza e ci si abituerà a maggiori controlli, ma, ha detto il ministro, «senza rinunciare al modo in cui siamo abituati a vivere». E ha aggiunto: «Credo che il ministro degli Interni abbia spiegato più volte che siamo a livelli di allerta molto elevata». Livelli di allerta «in generale nei grandi luoghi simbolici, nei luoghi di incontro, dagli stadi alle cattedrali a San Pietro in modo particolare, che sono stati tra l'altro anche indicati ieri dall'Fbi». Ma «primo, non dobbiamo essere prigionieri di questo allarme perché sarebbe un regalo al Daesh; secondo, l'allarme in Italia c'è, non c'è nessun Paese europeo che può sentirsi escluso da questa dinamica».

«Avviso ambasciata Usa è solo a prestare attenzione»
In questo senso, è vero che l'ambasciata americana a Roma ha diramato una raccomandazione ai turisti a prestare attenzione ad alcuni luoghi in Italia, ma non ha detto di non andare in Italia e “questo fa la differenza» ha concluso Gentiloni.

Lavoriamo per identificare 5 persone
«Da ieri le nostre forze di sicurezza stanno lavorando per identificare cinque persone», ha affermato il ministro degli Esteri a proposito dell'allarme Usa per potenziali attacchi terroristici che potrebbero avere come obiettivi a Roma la basilica di San Pietro nella città del Vaticano e il Duomo e il teatro la Scala a Milano.

Renzi esclude leggi speciali, ma più fondi sicurezza
Ieri, nelle ore convulse dei blitz per arrestare i terroristi e di nuovi raid in Siria dopo gli attentati di Parigi, il premier Matteo Renzi ha escluso «rischi concreti» di attentati per l'Italia nonostante il Giubileo alle porte. Anche se l'attenzione è massima e il governo è pronto a maggiori stanziamenti sulla sicurezza. Ma leggi speciali o modifiche della Costituzione, come quelle annunciate da Francois Hollande, non servono, così come prima di unirsi alla missione in Siria l'Italia vuole capire «chi andiamo a bombardare», in un'unità di intenti e di coalizione come ai tempi dell'alleanza contro Hitler che, come propone Vladimir Putin, elimini il terrorismo del Daesh. Per il presidente del consiglio vanno evitate sia le sottovalutazioni che le «reazioni isteriche e di pancia». «Bisogna trovare un equilibrio, - ha sostenuto Renzi in una lunga intervista a Sky Tg24 - chi dice “è il momento della sicurezza, bisogna rinunciare a tutto”, forse esagera. Noi dobbiamo prima di tutto vivere, ci vuole anche il coraggio di non rinchiudersi e di non rinunciare alla nostra identità».


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